La forza dell’amore, il posto fisso e i baffi che mi fanno gay!

Parliamo ancora d’amore, se non vi spiace. In questo periodo ci sto riflettendo su molto e volevo condividere con voi le mie considerazioni. Prima però vorrei aggiornarvi sul mio lavoro. Vi comunico ufficialmente che ho firmato il contratto a tempo indeterminato. Yeaaaaah, cazzo! Chi mi segue da qualche anno, leggendo soprattutto dei miei sbrocchi personali della domenica sa cosa ho passato, tra lavanderie industriali da schiavismo coloniale, cooperative funebri e disoccupazione senza disoccupazione. Ora ho un lavoro fisso da netturbino nel comune del mio paese, amo farlo e sono felice. Poi.

Mi sono fatto crescere i baffi. Non so bene perché ma credo che sia arrivato semplicemente il momento di essere un uomo con dei baffi. La cosa però non significa che io sia diventato gay, quindi chiedo cortesemente agli sconosciuti che mi mandano richieste di amicizie dal Sud-America o dall’india, di desistere. Del resto, se volessi provare in quella direzione, mi terrei comunque sul nazionale.

Ma sono etero-sessuale, con i baffi, single e con un lavoro fisso. Il mondo è praticamente mio. Non vedo l’ora di sposare una romena che mi porti via tutto: libertà, soldi e identità sessuale.

Ora però parliamo d’amore.

C’è un equivoco clamoroso sull’amore. Si parla spesso (e io ascolto molto AOR, quindi so cosa dico) di “Forza dell’amore”, o del “Potere dell’amore” e il problema non è quello. Vero, stiamo parlando di una potenza pari solo all’energia nucleare, ma non è come la intende la maggioranza di noi.
 
L’amore inteso come forza va considerato nell’accezione di natura. L’amore naturale è una forza incredibile. Quello a cui si pensa di solito è invece l’amore morale. Vale a dire, io e te contro tutto e tutti. La coppia che diventa un solo essere e sconfigge ogni avversità; l’amore che provo io salverà lui che si fa le pere… Roba così. Ma l’amore morale è debole e destinato a soccombere. L’amore nostro che non morirà mai eccetera muore misero ai nostri piedi.
 
L’amore naturale invece è eternamente in circolo, inarrestabile o quasi. Quando l’uomo cerca di respingerlo può ritrovarsi con qualche malattia grave. Bisogna riconoscere come stanno le cose perché altrimenti si soffre tantissimo per aver saldato la propria vita su una serie di illusioni e magari c’è pure qualche figlio da sistemare.
 
Tutta la nostra vita in coppia si regge su un sogno a occhi aperti.

Prendete il tradimento. Immaginate di tornare a casa e scoprire vostra moglie a letto con un altro. La cosa vi sconvolgerà, avrete probabilmente, in base alla vostra natura profonda: un attacco di cuore o un raptus omicida o un’erezione, ma il punto è che non saprete come vivere un evento simile.

Nella maggior parte dei casi ci sono due tipi di coppie: quelli che lo superano dopo un duro lavoro insieme e quelli che si arrendono e si lasciano per sempre.

Io con i baffi nuovi

I pensieri in merito al tradimento sono questi: come è stato possibile? Perché mi ha fatto questo? Come ha potuto ingannarmi?

E l’altro, quello che ha tradito, magari si dice: come è stato possibile (che è tornato così presto)? Perché gli ho fatto questo? Come ho potuto ingannarlo?

Vedete, siamo davanti a due esseri increduli, come se avessero avvistato un UFO in giardino o qualcosa del genere.

Ma se andassimo a sbirciare le statistiche più recenti, scopriremmo che il cinquanta per cento degli italiani ha ammesso di tradire o di aver tradito almeno una volta il proprio partner. E l’altro cinquanta magari non ha avuto il coraggio di dire la verità perché l’orecchio del coniuge era a tiro. Ma teniamoci il cinquanta per cento. Vi pare poco?

Insomma, sapete cosa vuol dire? Che è come un tamponamento con la macchina. Se vi succede pensate subito che può capitare, almeno una volta, no? Ho tamponato, vent’anni che ho la patente e alla fine è successo, meno male che non mi sono rotto niente. Ma se è un tradimento, e la percentuale di possibilità che da quando si inizia a vivere esperienze di coppia, è la stessa, caschiamo tutti dal pero e ci spacchiamo il culo.

Abbiamo bisogno di anni di terapia riabilitativa per superarlo.

E questo perché?

Perché il nostro amore morale si regge con lo sputo su una serie di inossidabili illusioni.

L’amore, detto brutalmente, è una cosa brutale. Lo è come tutto in natura. Va dritto allo scopo e ci manipola per ottenerlo. Quando vediamo una donna e ce ne innamoriamo, non è lei la responsabile. Tu e lei siete solo gli agenti di una forza superiore che viaggia incessante nell’aria e che si chiama amore naturale.

Ognuno di noi è per un periodo l’incarnazione di quel dio. Poi la cosa passa da noi a un altro e noi non lo siamo più. Non per quella donna, che all’improvviso vede il puntolino rosso sulla fronte di un altro uomo. E l’amore, inteso come vera forza che vince su tutto, anche se vi ha promesso di amarvi per sempre e di non abbandonarvi, se ne va con lui e vi lascia un biglietto vicino alla scodella di minestra da scaldare.

Vi secca tutto questo realismo?

Se siete in coppia credo di sì. Io sono single ma soffro con voi.

Non è un merito nostro se qualcuno si innamora di noi. Levatevelo dalla testa. Vi state prendendo la responsabilità di un successo che dopo vi condannerete a cercare di riconfermare ogni giorno della vostra vita, accusandovi senza pietà quando non sarete più in grado di ripetere il miracolo.

Vostro prodotto è tutto ciò che rimane dopo che l’amore naturale ha finito il suo corso ed è volato via. Quello che si chiama comunemente il “volersi bene”.

Quando la fase dell’amore naturale passa, ciò che rimane è quanto, con i residui di quella sbornia riusciamo a costruire e tener su, vale a dire nel migliore dei casi, una catapecchia diroccata che ha continuamente bisogno di manutenzione e da parte di entrambi gli occupanti.

Due cuori e una capanna, esatto.

Ma quanto vuoi che duri una capanna in questi tempi di maremoti, cicloni e grandinate fuori misura?

La capanna può resistere alle intemperie, alle trombe d’aria, ma quanta fatica, quando dolore. Succede che alla fine si cerchi aiuto anche esterno per tenerla in piedi. Ci vuole l’idraulico, il lattaio, il postino che suona due volte e la badante della zia.

Ma quando l’amore naturale torna a farvi ballare la sua canzone, cari piccioncini che state insieme da dieci anni e vi ricordate tutti e due l’anniversario del vostro primo incontro, c’è poco da fare: la catapecchia che pensavate solida e affidabile perché curata con tutto il vostro cuore, è spazzata via da un tornado amoroso. Lo stesso che vi ha condotto lì e vi ha fatto mettere radici sotto quel misero tetto di consuetudini e di bugiole dette in buona fede. Quando l’amore naturale torna, quello che è davvero potente e irresistibile come intona da quarantanni John Waite, torna e rade tutto al suolo. Perché il vero amore genera, ma per farlo deve prima distruggere.

Il problema è che se noi pensassimo davvero queste cose, se le tenessimo chiare in testa, sapete, tipo “lui mi tradirà o già lo sta facendo”/ “domani mi innamorerò di un altro esattamente come sto amando lei ora e lei tra qualche anno sarà un’estranea che mi domanderò come ho fatto ad amare”, ebbene temo che non riusciremmo a resistere una settimana in compagnia di qualcuno, con o senza la fottuta forza dell’amore.

Le relazioni durerebbero davvero pochissimo. Quindi gli inganni sono parte della forza amorosa naturale, temo.

Ma perché la durata dovrebbe essere così importante, poi? Ho amato con tutto me stesso una sconosciuta, cinque minuti in treno prima che scendesse e non la rivedessi più. Non ho mai amato veramente qualcuno che ha diviso il letto con me per anni.

Quindi? Dove sta il vero e grande e potente amore che vince su tutto?

Tink ‘bout that.

Pace e bene dal vostro baffuto Padrecavallo.