Dawn: Odio frasi del genere perché, personalmente, non mi considero né carina né nient’altro. Ciò che conta per me in primo luogo è la musica. Se avessi avuto un aspetto migliore, sarei diventata una fotomodella. Ho già ricevuto un’offerta di oltre 15.000 dollari da “Oui” (hanno anche spogliato Lee Aaron), ma l’ho rifiutata. Non mi spoglierò, né per soldi né per farmi conoscere da un pubblico più vasto. Penso anche che molti di quelle che l’hanno già fatto ora se ne siano pentite!
La vera novità quando i Détente iniziarono a farsi un nome, non era che avessero una cantante. C’erano già i Warlock, Lita Ford e Chastain, ma nessuna di queste realtà era pesante alla stregua dei Metallica. Dawn Crosby urlava come un demonio e i testi delle canzoni di Recognize no Authority non parlavano delle solite bravate al testosterone dei metallari e nemmeno di draghi, vampiri e sogni erotici venuti male, si trattava di qualcosa molto ancorato alla realtà: erano testi politici ma in modo viscerale. Colpivano in faccia il mondo alla pari delle chitarre distorte e i ritmi forsennati.
Purtroppo i Détente, sponsorizzati addirittura da James Hetfield (sembrerebbe aver avuto una relazione importante con la Crosby a quei tempi) non erano una realtà solida su cui investire. Nella formazione, oltre alla singer e al futuro produttore multimilionario Ross Robinson a far da chitarrista) c’era il bassista Steve Hocheiser, già in passato nei Lizzy Borden e poi nei Catalepsy. Lui tra tutti i reduci di questa storia, ha le idee più chiare su cosa non permise ai Détente di fare il salto di qualità.
Steve: Guardando indietro vedo un gruppo di persone che avevano un forte ego. Dawn, Ross ed io eravamo le menti. Abbiamo lavorato bene insieme all’inizio, ma quando il gioco si è fatto duro i problemi sono emersi perché non eravamo tutti disposti ad accettare i ruoli che ci sarebbero toccati.
Cose che succedono infinite volte, d’accordo. Diventare un grande gruppo non vuol dire solo avere fortuna e talento, ma anche la testa giusta, essere in grado di adattarsi, tirare indietro le unghie e mantenere la mente lucida quando iniziano a esserci troppi giri di avvocati e di denaro.
Nonostante l’implosione dei Détente però, Dawn Crosby non si ferma lì e un paio di anni dopo torna sulla scena con i Fear of God.
Sì, dovrebbero mantenere il vecchio nome, nonostante della formazione siano rimasti solo lei e Michael Carlino, ma per non discutere con un altro gruppo che si chiama Détente, Dawn preferisce cambiare il progetto in Fear Of God.
Rispetto alla brutalità dei Détente però, il disco Within The Veil intende scatenare gli spettri che infestano la Crosby, rilanciando i soliti riff thrash su un fondale quasi psichedelico e librando non una, ma decine di Dawn, la cui voce raddoppia, triplica, gioca a rimpiattino con se stessa, tra gorgheggi minacciosi, planate soavi e un po’ melense, incastrandosi in un ordito sonoro romantico e terribile.
Dawn: Il mio stile di canto è decisamente cambiato negli ultimi anni. C’è ancora aggressività, amo urlare e amo il potere della voce. Ma amo anche la trama della voce. A volte senti un disco in cui il cantante canta la stessa linea melodica in ogni canzone e dici: ‘Accidenti… Poi senti un album dei Pink Floyd, in cui hanno due cantanti completamente diversi e lo trovi più interessante. Sinéad O’Connor è molto bravo in questo. E ammiro davvero la voce di Tom Araya. Anche se ha fondamentalmente un solo stile, ha un tale potere e una voce così imponente. Ma non mi piacciono molto alcuni degli altri cantanti thrash hardcore.
Araya ricambiò la stima gridando dal palco di Montréal, dopo l’esibizione della Crosby con la sua band: “la Janis Joplin più heavy di sempre”.
I nuovi testi non parlano tanto di guerra e sopraffazione. Sì, l’incipit di All That Remains descrive in modo suggestivo la tossica modernità che strozza il libero fluire della natura, con l’uomo che condanna se stesso ad affogare in mezzo a una fitta rete di moderne assuefazioni.
E anche Diseased parla dell’intera umanità come di un tumore che si crede una soluzione a tutto, ma Betrayed, Emily, Red To Grey e Wasted Time sono introspezioni a cuore aperto in cui la Crosby parla di ciò che la logora dentro, i traumi, gli abusi subiti, la vita di merda in cui sta affogando, ingoiando ondate alcoliche ogni volta che apre la bocca, come fossero induzioni di speranza.
Come dice Tony Aramini nel gran bel pezzo pubblicato su Classix Metal numero 2, dedicato a Fear of God e Détente, è molto rischioso parlare di Dawn e non finire nel consueto piangi-piangi della vita stroncata troppo presto dal fagocitante mondo del rock-biz, ma è quasi impossibile tentare di dire qualcosa che non sia pura agiografia sulle band della Crosby, senza immergersi nel buco nero da cui usciva una voce spaventata e allo stesso tempo cruenta, logora eppure indomita.
Mike Carlino: Quando decisi di unirmi alla band di Dawn, credo sia stato per la sua voce. Essendo un chitarrista e uno scrittore, il mio obiettivo principale era trovare qualcuno che potesse fornire lo stesso tipo di potere da abbinare la mia musica.
Dawn Crosby era l’anima assoluta dei Fear of God. La commistione di influenze del primo disco rispecchia le sue preferenze musicali, descritte in tempi non sospetti, quando era nei Détente: “Crass, Sisters Of Mercy, Slayer e via così” .
Probabilmente però, dopo Within The Veil non riuscì a trovare un valido interprete musicale che la aiutasse a portare avanti la sua idea poetico-creativa. Così come Michael Carlino era stato capace di offrire a Dawn la giusta combinazione di oscurità e luce, tra arpeggi dark e impennate violente, cavalcando i ritmi biochimici di una entità alterata dalle droghe e una cattiva funzionalità dei recettori umorali, così non lo furono i comprimari del disco successivo; anche se per la verità fu proprio la Crosby a chiedere un approccio più violento e pesante alla band.
Toxic Voodoo, a pensarci oggi, non fu meno audace del disco precedente, perché tentava di usare riff e sound death metal come base per la combinazione canora a metà tra le urla di Dawn dei tempi dei Détente e gli orgasmi cyber-depressi di Within The Veil ma il materiale, tolto qualche episodio, risulta ancora oggi mediocre e fuori-fuoco. Restano gli stessi demoni immancabilmente condotti in studio dalla Crosby, solo che urlano più forte, sbeffeggiandone fino a coprirle, le grida d’aiuto della loro profetessa.
Non sapevo che tra Within The Veil e il disco del 1994, c’è effettivamente un secondo album prodotto dalla Warner Bros. Mancavano solo le voci, ma la Crosby rifiutò di cantarci e mandò tutto all’aria.
“Michael era diventato sempre più un tiranno” avrebbe raccontato Dawn ai tempi dell’uscita di Toxic Voodoo, “e non perdeva l’occasione di mettermi in cattiva luce con la nostra casa discografica. Quando stavamo lavorando al secondo album per la Warner Brothers a Londra, cercò segretamente di sostituirmi. Anche il nostro produttore Chris Tsangarides, che è solo un grande secchio di melma, mi remava contro. Ogni volta che venivo in studio per fare le mie parti vocali semplicemente non c’era. E questo per cinque giorni di seguito. La Warner iniziò a innervosirsi e, come se non bastasse, il mio manager si rivelò un mega stronzo. Questo era tutto. Bene, il materiale che era già stato registrato era comunque piuttosto di merda; totalmente commerciale, una spazzatura. Non mi pento assolutamente di non aver preso parte a quella brutta recita.
Fuori dalle grazie della Warner e senza un gruppo a supportarla, la Crosby decide lo stesso di mantenere gli impegni dal vivo dei Fear of God.
Dawn: Dato che avevamo ancora impegni in tournée, ho chiesto ai promotori se gli dispiacerebbe se mi esibissi con altri musicisti. Hanno detto di no e sono tornata negli Stati Uniti per mettere insieme una band itinerante- Di nuovo in Europa, ho suonato una manciata di spettacoli con i ragazzi dei Wrathchild America. Successivamente, ho iniziato insieme al bassista Rob Michael a formare una nuova formazione.
Quando uscì Toxic Voodoo erano in pochi a crederlo possibile. Fu una sorpresa quasi insperata. Ma l’entusiasmo durò il tempo di mezzo ascolto. Il disco, pubblicato con la piccola indipendente Pavement Records non piacque praticamente a nessuno. Compresi i musicisti coinvolti.
Rob Michael (ex bassista in Fear of God): Dopo aver registrato Toxic Voodoo, Chris, Randy e io abbiamo detto a John Gerden (morto nel 2015 nda) e alla casa discografica che avremmo lasciato la band. John voleva stare con Dawn e vedere “fin dove poteva arrivare”. Ho detto a Dawn che ci stavamo licenziando e ovviamente questo portò all’ennesima brutta discussione tra noi. Fu l’ultima volta che le ho parlato. Ripensandoci ora, a parte il fatto di non avere voce in capitolo nella produzione di del disco, non cambierei nulla. Per quanto riguarda il lavoro con Dawn, ero una grande fan di Détente, ed è stato un onore lavorare con lei sotto questo aspetto (non ero un fan di Within the Veil). Quando Dawn era sobria era una persona molto premurosa e meravigliosa, ma quando era ubriaca (che era circa il 90% delle volte) era fuori controllo ed era estremamente difficile da affrontare. Non ho rimpianti per aver lasciato la band. Vorrei che Dawn potesse andare avanti e avere successo, essere felice, ma immagino che non fosse destinata a esserlo, ecco.
Nel 1994 la Crosby rilasciò interviste in cui appariva motivata e mediamente lucida. Si dichiarava poco soddisfatta (retrospettivamente) della riuscita di Within The Veil e dava la colpa al produttore Pat Regan, il quale “aveva rovinato un sacco di cose. Già allora volevo un suono piuttosto potente, ma questo ragazzo ha semplicemente fatto quello che voleva fare” e promettendo per il nuovo album un approccio più violento e diretto. “Con WTV, le cose erano, come ho detto, diverse. Pat e Michael Carlino volevano sempre per manipolare la mia voce e cambiare questo e quello”.
Oltre alla polemica e l’entusiasmo per il disco, Dawn Crosby sembra davvero in salute e ricostituita, anche l’ultima canzone, tra le poche all’altezza della sua fama (Worms) esprime guizzi di rabbiosa propositività esistenziale (I don’t need your fuck/I don’t need that luck/I don’t wanna die). Ma cosa può voler dire una roba del genere?
Dawn: Voi europei dovete sempre lasciar cadere commenti così cattivi. La questione della droga è molto seria per me, come vuole mostrare anche il titolo Toxic Voodoo. Da tempo fumo solo erba, perché ho avuto troppo dolore da esperienze con altre cose.
Mentre in Whitin The Veil, la Crosby è anche responsabile di alcune parti della musica – oltre ai testi –, questa volta il suo ruolo interno è limitato a questi. “Posso solo dire che i miei testi sono i migliori al mondo. È l’unica cosa di cui sono davvero contenta”.
C’è un episodio che mi ha molto colpito al riguardo. Lo racconta un vecchio fan con cui la Crosby ebbe una lunga corrispondenza. Riceveva lettere da lei in modo costante ed erano piene, specie le ultime, di frasi rassicuranti sulla propria salute e determinazione. La tipa si metteva seduta, prendeva la penna, pippava e beveva un altro po’ e scriveva cose tipo, “non sono mai stata così determinata a rimanere pulita. Ho voglia di vivere e di crescere, realizzare grande musica eccetera eccetera”. Ancora pippare e bere, punto. A capo.
Io penso che simili comportamenti dimostrino una reale necessità di seguire il libero flusso fognario che conduce allo scolo delle tenebre. Né più né meno. Oppure che si è talmente sprofondati nella cacca da non sentirne più l’odore e convincersi di essere fuori dalla fogna.
Bruce Greig (ex bassista in Fear of God): Dawn era una persona molto, molto incompresa. Tanti l’hanno definita una puttana pazza o un’ubriaca furiosa, ma era davvero una persona interessante a cui capitava di avere problemi emotivi che sfortunatamente cercava di affrontare bevendo. Credimi, quella ragazza ha attraversato tonnellate di merda durante la sua vita, più merda di quanto la maggior parte delle persone possa mai sognare di sopportare, ed è comunque emersa come un’artista originale e di talento che amava registrare e fare tournée. La musica era davvero la sua vita e pochissimi esseri speciali possono onestamente dirlo di se stessi.
Steve Hocheiser (bassista dei Détente): Non provo rancore verso nessun membro di Détente. Ho visto Dawn quando i Fear of God stavano facendo uno spettacolo con i Mordred in un club di Los Angeles. Abbiamo parlato e siamo stati benissimo tra noi. In quel momento ho notato che aveva terribili problemi con la droga. Fumava oppio e beveva. Dawn beveva sempre molto, ma non credo che fosse il suo problema principale. Mi dispiace che non sia riuscita a metterlo bene a fuoco, aveva molto da dire nei suoi testi. Ricordo che durante la registrazione di Recognize no Authority, quando litigammo, la madre di Ross Robinson, Kathie, venne in studio. Dawn le si sedette in grembo e si raggomitolò addosso a lei. Iniziò ad abbracciarla come una bambina. Ciò che Kathie mi ha detto in seguito mi è rimasto in testa. Mi ha detto di perdonare Dawn perché era così affamata d’amore, come una bambina abbandonata. Questa è la Dawn di cui mi rammarico per la scomparsa, e riconosco gli abusi che hanno posto le basi per la sua autodistruzione.
She just needed… someone to love her…
She just needed a kind word… (Red To Grey)