Contro il pensiero fisso dei filosofi e degli intellettuali.

Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’idea, è solo un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia, rivoluzione.

A me interessa quando vedo che c’è un una progressione nel pensiero di qualcuno. Se un intellettuale che seguo da tempo continua a dire più o meno le stesse quattro o cinque cose e, qualsiasi evento accada, lui non cambia la sua visione del mondo, ma anzi, usa quei fatti per riconfermare che ha ragione lui, allora inizio a sentire che qualcosa non va.

Tutti hanno le proprie convinzioni, ci mancherebbe, ma non bisogna difenderle, o addirittura trasformarle in teoremi. Non è così che si pensa davvero. Non è un vero pensare. E dopo un po’, esattamente come tutto ciò che ha a che fare con la morte, il pensiero coerente, stabile di certe menti contemporanee, produce solo noia.

Io sento il bisogno di cambiare opinione, di mettere anche brutalmente alla prova ciò che nella mia testa riconosco essere “la mia opinione”

L’opinione è una resistenza e ha uno scopo difensivo, di protezione dalle insidie e l’imprevedibilità del mondo reale. Ma di cosa dovremmo aver paura?

Quando vedo una mente ricca, che produce idee anche interessanti e che mostra una capacità di analisi, di osservazione, di riflessione fuori dal comune, la mancanza di un dinamismo, per me è uno spreco e come ogni spreco, è un rifiuto alla vita.

Crescere significa andare da qualche parte che non sia dove si è già. Verso dove andare?

Verso la verità.

E cos’è la verità?

Si tratta di quella cosa che conosci, vedi e comprendi, solo nella misura in cui tu riesca effettivamente a sopportarla.

Per aumentare i miei limiti sento che posso essere più fluido e aperto possibile alle esperienze. Perché le mie idee, quelle che almeno credo essere “le mie idee” e che invece girano e che io catturo, raccolgo e spolvero fino a levigarle, dopo un po’ dovrò immergerle di nuovo nel fiume della realtà e attenderne delle altre, perché quelle non sono più idee ma sassi qualunque.

Ecco perché non sopporto il pensiero sistematico, quello dei grandi filosofi, tutti morti e abbandonati, non completamente a torto, da un’umanità infinitamente più saggia di un suo singolo segmento,(che si chiami Kant o Hegel). Il costrutto mentale di questi giganti della filosofia è come un’architettura di idee in cui tentarono di far entrare il mondo, la vita intera, l’esistenza tutta.

I sistemi filosofici di costoro sono come case vuote, grandissime case, bellissime ville ma vuote. Non c’è più niente dentro perché purtroppo la realtà, per quanto potesse aver accolto l’invito a danzare in quelle stanze, non vi si è fermata. Appena ha potuto, è evasa dalle finestre, passando dalle robuste grate, e se non da esse, ha preso la via del camino,

La realtà non tollera che il pensiero sia fisso. Il pensiero fisso è la caratteristica principale della stupidità. Le convinzioni incrollabili producono sovente effetti comici e grotteschi irresistibili. Quando la mente non riesce a danzare con la realtà, a danzare col sogno (poiché la realtà stessa spesso è sogno, come dice Shakespeare) essa è condannata a morire di denutrizione in una gabbia dorata di sapere e di concetti.

Secondo me è fuori discussione che ci sia un pensiero o un’idea in grado di pararci il culo tutta la vita. Significa smettere di pensare e quindi smettere di vivere.