Del successo planetario, dati alla mano, di Appetite For Destruction dei Guns’N’Roses si è discusso e approfondito in modo esaustivo, tanto che ogni aspetto è stato analizzato a sufficienza. Un disco, amato od odiato che sia, che ha cambiato la prospettiva di un certo tipo di hard rock, mettendo un “landmark” tra il prima e il dopo di quel lotto di canzoni. Ma il mio focus, come sempre spostato su altre cose, è sul prima, sulla scintilla magmatica, ctonia e creativa che ha visto un gruppo di balordi e sbandati tutto sesso droga e rock’n’roll, cambiare le sorti del mercato discografico rock per sempre.
Mi riferisco alle poco conosciute, ma vitali e fondamentali sessioni di Sound City del 1986, un vasto lotto di demo tape registrati all’inizio del 1986 e successivamente nel giugno 1986 ai Sound City Studios di Los Angeles (prodotte da Manny Charlton dei Nazareth). Lo studio negli anni ha visto transitare al suo interno una pletora di big quali Johnny Cash, Neil Young, Fleetwood Mac, Elton John, U2, Tom Petty and the Heartbreakers, Bob Dylan, Guns N’ Roses, Nirvana, Red Hot Chili Peppers, Metallica, Tool, Slayer, Rage Against the Machine, e quindi la garanzia di qualità non è un opinione.
Prima di parlarne, è giusto raccontare il postfatto di quei demo, che è molto significativo, direttamente dalle parole di Bryn Bridenthal, produttore, pubblicitario e trafficone dell’area losangelina, che spiega come:
“Ero all’evento annuale Rock n’ Bowl in una pista da bowling di Los Angeles quando il mio amico Tom Zutaut mi ha cercato e mi ha detto che dovevo andare con lui a vedere una band che stava ingaggiando. Così siamo partiti per uno spettacolo notturno al Whiskey. La band era molto viscerale. Sono rimasto molto colpito, e non solo dai pantaloni di pelle e dal perizoma del cantante. Quella sera, dopo lo spettacolo, conobbi i Guns N’ Roses. Per me fu amore fin dalla prima canzone e l’atteggiamento del gruppo intensificò l’impegno. Si trattava di vere e imprevedibili divinità del rock. Mi ofrii come manager, senza retribuzione, per puro innamoramento di quella band. Volevo solo salire a bordo, il che si rivelò importante in seguito, quando la Capitol Records volle farmi causa per aver lavorato con una band non Capitol mentre ero per breve tempo impiegato lì. Fortunatamente, l’assenza di retribuzione lo faceva rientrare nella sfera dell’hobby. Per me era più una religione. Dopo lo spettacolo al Whiskey, Tom mi diede questa cassetta demo e la band divenne il centro del mio universo per molti anni a venire”.
Le sedute di registrazione tirarono fuori dal gruppo tutta la carica e la voglia di diventare qualcuno, quella “fame” che è la spinta necessaria per affermarsi, o perlomeno provarci, sfidando ogni logica e razionalità, in nome di una passione infinita. Il parto ebbe successo, con una nidiata di “figliolini” sani, robusti e scalpitanti:
Welcome To The Jungle
Nightrain
Out Ta Get Me
Paradise City
My Michelle
Think About You
You’re Crazy
Anything Goes
Shadow Of Your Love
Heartbreak Hotel
Jumpin’ Jack Flash
Shadow Of Your Love
Move To The City
Ain’t Goin’ Down No More
The Plague
Nice Boys
Back Off Bitch
Reckless Life
Mama Kin
New Work Tune
November Rain
Move To The City
You’re Crazy (Acoustic Version)
November Rain (Acoustic Version)
Jumpin’ Jack Flash (Acoustic Version)
Il bassista Duff McKagan ricorda bene quel periodo, sottolienando come:
“quelle registrazioni furono il meglio di due anni di musica, in gran parte affinato nei club più sordidi e nelle peggiori bettole degli Stati Uniti; un blocco di partenza che ha dato via a tutta la nostra carriera”.
L’analisi logica, necessaria questa volta, mette in luce una serie di elementi a volte diversi, fatti di recuperi, cover e nuovo materiale, il tutto plasmato in modo coerente e omogeneo con le intenzioni della band. Il passato, ripreso riscrivendo Shadow Of Your Love, (che risale al breve periodo di Axl come cantante degli Hollywood Rose), registrata ma esclusa da “Appetite”, finendo come B side sul singolo It’s So Easy, e che a mio avviso avrebbe figurato benissimo nella tracklist ufficiale.
Abbiamo poi Jumpin’ Jack Flash dei Rolling Stones e Heartbreak Hotel, un classico di Elvis dalla prima ondata di rock’n’roll, suggerendo che il gruppo non si limitava a guardare ai maestri del passato per avere un’influenza sul songwriting, ma che Rose aveva osservato a fondo e studiato i più grandi interpreti del rock dal vivo, mentre cercava di affinare e costruire la propria personalità sul palco.
Ci sono due futuri hit single mondiali come Welcome To The Jungle e Sweet Child O’ Mine. Ma fin da subito Axl si chiedeva come avrebbero potuto catturare l’energia grezza della band e replicarla in studio.
“Sapevamo come suonavamo sul palco e sapevamo che l’unico modo per catturare quel tiro sul disco era di rendere i pezzi in qualche modo live, facendo il basso, la batteria e la chitarra ritmica allo stesso tempo. In Appetite abbiamo voluto registrare i pezzi accelerandoli, per restituirgli una carica dirompente, più delle seppure efficaci prime versioni demo”.
Nelle prime versioni di Welcome To The Jungle, Nightrain e Out Ta Get Me si riscontra tutta l’energia, ma solo una frazione della velocità delle versioni finali, mentre You’re Crazy è affrontata con una tale ferocia che sembra saturarsi in modo eccessivamente esplosivo, con il Vu Meter perennemente in rosso.
Tuttavia, è sorprendente come le canzoni siano tutte complete e definitive negli arrangiamenti e che i GNR fossero pronti a fare tutto il necessario per catturarne la magia su disco ufficiale. Salta subito agli occhi come una traccia bellissima e osannata dai fans su Use Your Illusion, ovvero November Rain, fosse già sviluppata bene in embrione su demo, ma che fosse da rifinire meglio, tanto che una seconda versione fu riarrangiata durante le sessioni di “Appetite”, ma la terza e definitiva stesura apparve solo nell’album dopo.
Non tutto quindi è stato usato sull’onda dell’istinto, anche perché i Guns’N’Roses facendo esperienza del music business, e ad alti livelli, impararono un poco a ragionare, almeno quel tanto che non pregiudicasse la fretta di buttare fuori canzoni senza averne esplorato il massimo potenziale.
Le sessioni di Sound City del 1986 includono anche un brano strumentale, Ain’t Goin’ Down No More, che fu poi ri-registrato e inserito nel flipper dei Guns N’ Roses, quando iniziò a circolare nelle sale giochi a partire dall’estate del 1994. Scelta saggia, poiché il brano originale non è nient’altro che un veloce rock’roll di matrice “jam session improvvisata”, che non lascia molto all’ascoltatore.
C’è poi Back Off Bitch, ripresa dal songbook degli Hollywood Rose, scritta a quattro mani da Axl e Paul Tobias, che verrà inclusa addirittura, rilavorata, nel primo volume di Use Your Illusion.
Il resto, come prima detto, è confluito quasi tutto su Appetite For Destruction e sull’EP che lo precedeva, Live ?!★@ Like A Suicide, con quattro tracce tra cui una cover di Mama Kin degli Aerosmith (band a cui si ispirarono moltissimo) e una dei Rose Tatoo, Nice Boys.
C’è chi apprezza molto di più i demo rispetto al disco, affermando come le canzoni siano più energiche, dirompenti e veraci, cariche di un’energia primordiale non replicabile, e quelle dell’album più addomesticate; qui ovviamente si sfocia nel purismo e nelle opinioni, poiché la storia l’ha fatta il disco e non le cassette demo.
Una veste ufficiale è stata data ai brani con l’inclusione nel Locked N’ Loaded box set, super versione deluxe di Appetite For Destruction immessa sul mercato nel 2018, in un’edizione mastodontica che oggi sul mercato collezionistico viaggia quasi a 900 euro.
Ma su YouTube e in vari siti streaming sono ampiamente disponibili, così come in vari formati bootleg, vinile e cd, quindi la loro fruizione è decisamente più “affordable”.
Alla fine, senza questo “appetite” insaziabile di sfondare, i Guns’N’Roses non avrebbero mai messo in moto la loro “distruction” (centrifuga con il grande successo, centripeta con le loro storie personali dolorosissime). Prendere o lasciare.
(Marco Grosso)