Non ho mai amato la Fantascienza e mi sono domandato spesso perché. Pensavo fossi poco interessato al futuro, specie se orribile, violento, apocalittico, asettico, ucronico, distopico e così via. Preferivo pensare alle cose passate, ma neanche troppo. Non mi hanno mai detto molto neanche i film storici, specie dopo aver realizzato che gli sceneggiatori inventano “a manetta” pure quelli, quasi quanto i film sul futuro.
Come dite? Ah sì, certo, la Fantascienza, così come il film storico, ci parlano del presente. Se vediamo Guerre Stellari non pensiamo a fare confronti con il nostro 2023, ma riflettiamo su come l’uomo immaginava mondi impossibili alla fine degli anni 70. Quindi un film di Fantascienza è un film storico da un punto di vista sociale e filosofico.
Però, quanto sono brutti e ridicoli quei film di Fantascienza che “non ci prendono”. E quanti sono quelli che davvero hanno predetto qualcosa di autentico?
In fondo l’uomo cosa fa, quando immagina il futuro per farci un film? Nè più né meno di quello che fate voi prima di addormentarvi. Si preoccupa di cose che lo allarmano, lo spaventano, lo deprimono. E le vede quasi sempre con la mente del proprio tempo. Per quanto si sforzi, non riesce a calarsi in una testa di 2000 anni oltre alla sua e nemmeno in una testa di vent’anni più avanti della propria.
L’uomo considera raramente un aspetto fondamentale, riguardo al futuro e gli sconvolgimenti che siamo in grado più o meno di prevedere e vaticinare. Ci arriveremo per gradi e ci adatteremo, traendone vantaggi e allo stesso tempo sorbendoci nuovi problemi.
Si discute di Intelligenza Artificiale e i discorsi che sento nella mia bolla sono per la maggior parte tetri, catastrofici, esattamente come lo furono quelli di chi paventava un’ecatombe davanti alla prospettiva di elargire l’invenzione dell’elettricità a un mondo che non riteneva pronto per un simile sconvolgimento.
Oggi l’ecatombe la vediamo se qualcuno spegne la luce, non è così?
Vi ricordate cosa ne pensavano i nostri genitori di Internet?
Cosa ne pensiamo noi?
Cosa ne pensano i nostri figli?
Che differenza c’è tra chi ha vissuto il cambiamento e chi è nato in quel cambiamento o dopo quel cambiamento?
La Fantascienza è una proiezione disperata, ragionata, talvolta molto curiosa, intelligente, ispirata, di casini futuri. Ed esattamente come capita a noi, la notte, quando i pensieri ci tengono svegli e immaginiamo tante cose brutte riguardo il lavoro, l’economia, la nostra vita sentimentale e il futuro dei nostri figli, già al risveglio, ne prendiamo le distanze e dopo anni, scopriamo di esserci preoccupati per qualcosa che si era rivelata un vantaggio, non un problema.
Ecco, per me la Fantascienza è il sogno di un uomo che si preoccupa di vivere un futuro su cui non ha alcun potere e la benché minima garanzia di arrivarci. Se lo immagina nel buio della propria caverna esistenziale, con la testa di un raccoglitore primitivo che sogna di montare pecore elettriche e al risveglio rimpiange già il calore di quelle vere che ha accanto.
Sempre a proposito di Intelligenza Artificiale, si sta parlando della sostituzione, in futuro, dei quattro Kiss veri con degli ologrammi. I nostri tris-nipoti, secondo le speranze di Gene Simmons, vedranno la band al massimo del proprio fulgore, tra Alive 1 e Alive 2, “dal vivo” nel 2090.
Viviamo in un tempo in cui la gente ha ancora troppo caldo il ricordo della carne vera, per quanto frollata e ormai oltre la soglia del pensionabile, per pagare cento euro e accontentarsi di vedere quattro cartoni animati che si agitano sul palco.
Però in un mondo in cui c’è chi paga cento euro per vedere Axl Rose a dieci chilometri dal palco e quindi su un mega-schermo, non escludo che il futuro possa stupirci anche riguardo la faccenda degli ologrammi.
Per quanto io penso più ottimisticamente che non saranno le fattezze incorporee del digitale a portare avanti il vecchio carrozzone del rock and roll, ma la chirurgia robotica.
Magari in Kiss si surgeleranno nel mentre, ma un giorno assisteremo a dei Robocop con le maschere e le calze maglie. Pensate sia ridicolo?
Il ridicolo è la sola strada possibile per un’umanità che non accetta l’ineluttabilità della morte, dispensatrice di compiutezza e di senso del nostro vivere.