Siamo meno intelligenti o ci siamo solo adattati a un mondo più stupido?

Un progressivo abbassamento del quoziente intellettivo umano è vissuto come una tragedia. Io non so se lo sia. Insomma, intendiamoci veramente su che cos’è il livello intellettivo di un uomo. Si tratta della capacità di dedurre, pensare, riflettere che ha sviluppato nel corso dei secoli e che è andato di pari passo con le differenti condizioni di sopravvivenza. Chiaramente l’intelligenza di un uomo della pietra non era l’intelligenza di un uomo del Settecento e l’intelligenza di un uomo del XX secolo non è l’intelligenza di uno del 2023, perché il mondo è cambiato e così lo siamo noi e il nostro cervello si è adattato alle situazioni.

Esattamente come lo stato fisico degli uomini si rammollisce dopo l’invenzione dell’automobile e di altri ordigni tecnologici in grado di renderci la vita più comoda, così anche la testa si adegua alle condizioni generali di sopravvivenza..

Il cervello umano non vuole faticare. Non è progettato per sforzarsi più di quanto sia necessario.

Se esiste la calcolatrice, la usiamo. E se possiamo fare i calcoli con quell’aggeggio, senza compiere errori, il nostro cervello è ben contento di non fare più quei calcoli da solo. Passa la mano e ne approfitta per riposarsi un po’ di più.

Ok, il problema sembra sempre essere la tecnologia?

Naaah. Lungi da me demonizzarla, però è una conseguenza dell’informatizzazione degli ultimi decenni, se la nostra mente ha smesso di lavorare come prima. Ma se la tecnologia irrompe così grandemente nelle nostre vite e ci porta ad avere una semplificazione di tanti problemi, è chiaro che anche il cervello si adegua e non se ne occupa più alla vecchia maniera.

Ci fa paura che il nostro cervello non sia all’altezza del cervello di 40-50 anni fa? Pensiamo che potremmo ritrovarci molto male un giorno, se i vantaggi della tecnologia ci abbandonassero? Scommetto che non viviamo con l’ansia di perdere per sempre l’elettricità o l’autotrasporto. Quello che ora ci spaventa è se un giorno perdessimo tutti i dati che abbiamo messo in rete.

Non ci stiamo trovando così male a non avere più il fisico scattante di un uomo che era costretto a difendersi dalle tigri coi denti a sciabola. Capiterà al nostro cervello, come già al nostro corpo, che chi amerà se stesso e si renderà conto che è importante tenere allenata la testa e metterla a dieta da tanto cibo spazzatura mentale come facebook o tik tok o le tanto osannate serie Netflix, ne ridurrà l’uso, inserendovi le verdure dell’antica filosofia, della meditazione o della poesia decadente.

Si formeranno probabilmente in futuro delle palestre analogiche della mente, in cui se si vorrà, si farà a meno un’ora al giorno della connessione, del telefono, della calcolatrice, di google,  e al posto dei piegamenti si svolgeranno delle ricerche su Vasari o magari sulla vita sessuale delle api, accedendo alla vecchia e impolverata Enciclopedia Treccani e consultando tomi dismessi e pesanti di una vasta biblioteca. La palestra sarà composta di stanze riservate, spoglie, senza dispositivi elettronici, con un tavolo, un foglio e una penna e un personal trainer con la penna rossa che vi aspetta fuori.

Ecco, quella sarà la palestra del futuro per la nostra testa per chi ci terrà tanto a mantenerla muscolare e scattante. Ma sarà utile come ora avere bicipiti maestosi in un mondo in cui non si solleva praticamente più nulla, a parte le vaschette al supermercato o un pezzo di pizza a cena.

Però sta di fatto che se l’intelligenza media diminuisce è perché non serve a sopravvivere nel mondo di oggi. Il nostro scopo è sempre quello di sopravvivere, la mente e il corpo si adeguano a seconda dello sforzo che ciò richiede. Auspico un ritorno delle tigri con i denti a sciabola del cebbello ma temo siano ormai estinte.