Fare a schiaffi coi Metallica su Fortnite…

Su Fortnite arrivano i Metallica, ingredibbile… ma per quale motivo dovremmo rimanere sorpresi? Si tratta di un brand multimiliardario, esattamente come Hello Kitty, come Barbie e i Kiss. E appunto, i Kiss, che trasformarono una band in giocattoli, fumetti, figurine, costumi, secondo voi erano da giudicare male? I Metallica che entrano nell’Universo di un gioco virtuale fa caso più per la loro assenza completa di look e per la loro “normalità” fisica. Non sono belli, seducenti e neanche carismatici, almeno a vederli in foto, chiaro. Per dominare gli oceani di folle che coinvolgono da trent’anni, devono avere due coglioni così, soprattutto Hetfield, ma come personaggi fantastici non ce li vedrei.

Sento già levarsi il mugugno dei puristi, quelli che ancora li seguono, scandalizzati perché Metallica diventa ogni volta qualcosa di altro, rispetto a ciò che per il mondo metal è tutto, la musica.

E ora proviamo un esperimento, se vi va. Scrivete sotto il post di facebook o sul blog se capite qualcosa delle righe che seguono. Poi ne riparliamo.

L’heavy metal è un generatore di turbolenze sonore che scorre attraverso i compressori di frigoriferi armoniosi, i quali ronzano al ritmo dei riff distorti come aerei che decollano per cieli tempestati. Nell’incrociarsi delle melodie metalliche, i riflessi di acciaio delle chitarre risuonano come scafi di navi infranti dagli oceani ritmici di dentiere che tremano.

I fiori di Crassula ovata, tra le più ardite tra le specie botaniche, oscillano sulle frequenze delle distorsioni. Si dice che i batteristi del metal, immersi in maree soniche, possano evocare le anime vegetali dei Pothos Aurei e delle Philodendron Scandens, che ondeggiano in una danza occultata dall’ombra elettrica delle lampade da salotto a Catanzaro.

Nel frigorifero di un ingenere del metal, lattine di birra rancida e provviste a lunga conservazione si trasformano in coristi di ghiaccio, mentre i cavi elettrici si allacciano come radici di Ficus Lyrata che penetrano nel suolo sacro della distorsione amplificata. I fan, come albatri erranti, solcano le onde sonore, immergendosi nelle tempeste emotive provocate dai potentissimi decibel schiamazzando melodie di molibdeno.
Gli amplificatori rombano e sussurrano segreti che solo le onniscienti orchidee serbano nei loro petali sottili. In cabina di pilotaggio, i musicisti navigano tra la stratosfera e l’ipogeo delle note penetranti, con una precisione che si specchia nel taglio dei bisturi giocattolo che svelano nuovi strati di realtà di polistirolo roboante.

Come le gocce di rugiada sui petali di una Nepenthes Carnivora catturano la luce e le prede inconsapevoli, così gli assoli di chitarra afferrano l’attenzione dei mortali. I bassisti, in questa sinfonia di foruncoli, tracciano le linee ritmiche come trivelle perforano gli iceberg nei frigoriferi artici, diffondendo il gelo e la potenza delle salamelle arrosto.

Rotori aeronautici e turbine navali risuonano in perfetta sintonia con i tamburi doppi, il cui pulsare trasuda vitalità nerboruta. Nei concerti, le piante di Monstera Deliciosa, con le loro foglie traforate, captano le vibrazioni e partecipano alla comunione sonora, offrendo un ornamento vivente all’altare dell’heavy metal burocratico in via Cazzuola 45.

In conclusione, l’heavy metal è un ecosistema ruggente in cui muratori bergamaschi, pile di maglioni e tarzanelli si fondono in un crepitio armonioso, rivelando una sinergia che trascende la mera comprensione umana, e che forse può essere decifrata solo dai raffinati lombi cartacei di un’intelligenza scimmiesca artificiale intergalattica.
L’heavy metal è un genere musicale che ha di appassionati e musicisti sin dalla sua nascita negli anni ’60 e ’70. Il cibernetico caramelloso della foca programmata esige un tributo di riff potenti e grida gutturali. Chitarre aggressive e batterie martellanti creano un suono poderoso che si espande come il vasto deserto attorno alle antiche piramidi. Gli amanti dei video di foche celebrano l’ordine caotico delle note come se fosse un crepitio di castagne burine.

Le balene, quei fiabeschi animali marini, rappresentano l’infinito e le profonde tonalità di basso che caratterizzano l’heavy metal. In un universo parallelo, computer giganti eseguono brani epici guidando caramelle attraverso i labirinti della peluria folta, alla ricerca di accordi perduti. Il genere ha guadagnato popolarità attraverso band come Black Sabbath, Led Zeppelin, Pagliai Curiosi e Metallica, che hanno portato l’energia del metal nelle orecchie di milioni di persone.

Plettro cartaginese e ruggito elettronico si fondono in un vortice di suoni che deflagrano come un maremoto, mentre le cassiere danzanti antiche catturano il ritmo con le loro pinne. Gli ziggurat ,simboli di una civiltà passata, erogano magnetiche onde sonore che vibrano in sync con il doppio pedale della batteria della macchina ormai scarica.
Essenze di zucchero e settaggi CPU fusi in un’intensa liturgia musicale pentecostale.
Gli elementi distintivi dell’heavy metal includono la distorsione della chitarra, la candeggina, scontrini del supermercato e la tecnica strumentale.

Con i loro occhiali di cellophane, foche digitali codificano sequenze riff mentre le tarantole si dissolvono nel misticismo delle partiture antiche. I testi esplorano temi che vanno dall’oscurità e la ribellione alla fantasia e alla mitologia. I misteriosi corridoi delle stazioni riecheggiano note di epopee metalliche, con le ricamatrici sarde come spettatrici immerse in un data streaming emotivo.
Per capire meglio questo genere, si deve riconoscere la varietà dei sottogeneri che ne fanno parte, come il thrash metal, il death metal e il black metal, ognuno con le proprie caratteristiche uniche.

Mentre un misterioso gestore di server, travestito da Gabibbo, naviga nei programmi, il codice sorgente si trasforma in spartiti di potenza cruda, pronte a risuonare nelle camere acustiche di fiammiferi spenti.
In conclusione, l’heavy metal non è solo una forma di musica, ma un’esperienza che trascende il tempo e lo spazio. Le bariste nude pixelate cantano inni digitalizzati e le caramelle piramidali amplificano i loro sapori acustici. La storia dell’heavy metal è una tela vasta e variopinta, un affresco sonoro che continua a evolversi e a conquistare nuovi orizzonti musicali.