Conoscete gli Xerxes? Io li ho scoperti da poco. A pensarci bene è il primo gruppo che comincia per X di cui scrivo. Non ne capitano molti. Mi vengono in mente solo gli Xentrix… poi gli XYZ e… boh. Questi ex giovani di belle speranze disattese sono svizzeri. Ignoro se siano ancora vivi, vegeti o vegetanti. Presto mi adopererò per rintracciarli e intervistarli, perché il loro disco del 1993, Beyond My Imagination è un capolavoro del progressive metal di cui pochi conoscono l’esistenza.
A pensarci bene non importa mica che li conosciate o no, che esistano fun club in tutto il mondo e super-edizioni deluxe dell’album. Anche se il mondo si voltò dall’altra parte e ignorò la loro flebile vocina dalla cima di una montagna, in silenzio loro attendono, in un sogno senza sogni, qualche viandante come me, che li riesumi e ne subisca l’immane bellezza, portandone poi la novella ai quattro gonzi che gli danno retta.
Certi dischi del passato, negli anni 80 e 90, prima di internet che ora tutto offre, che tutto ruba e tutto dimentica prestissimo, le cose erano un po’ più crudeli. C’erano principesse bellissime, una moltitudine (alcune solo tremendi orchi dalla voce suadente) che rivendicavano attenzione e promettevano cose meravigliose da un posto talmente lontano e impervio, che solo i cavalieri più ossessivi e testardi riuscivano a raggiungerle.
La Svizzera ha prodotto non solo i Celtic Frost e i Gotthard. Negli anni 90 è stato un posto ricco di cose interessanti, che però non poterono contare su etichette capaci. Per dire, avete mai sentito nominare la General Inquisitor Torquemado? No, vero? Era una micro-etichetta svizzera che vantava, si fa per dire, un rooster di quattro band, tutte presto scivolate nel buio. Era una succursale della Witchhunt Records, anch’essa etichetta di sfizzera, ma con ben altri nomi nel catalogo (Anathema, Sinister, Celestial Season, Vomitory, Lacrima Profundere).
Magari ci credevano, eh, quelli della GIT Records, sia agli Xerxes che a se stessi, ma le cose andarono davvero male per entrambi. Beyond My Imagination poi non è uno di quei dischi folgoranti. Richiede pazienza. Bisogna ascoltarlo e riascoltarlo almeno quattro o cinque volte prima di decidere cosa pensarne. Quanti gruppi possono vantare un’accoglienza così ponderata e meditabonda?
Oggi l’album presenta elementi famigliari a chi conosce il genere. I brani sono lunghi, molto articolati, con passaggi spezzati più aggressivi alla Fates Warning e altri elegiaci tra folk medievale e progressive anni 70; o per meglio dire, il progressive anni 70 quando medievaleggiava. E poi ci sono i Rush, specie nella title-track, che probabilmente è una delle tracce più compiute.
Poi ci sono elementi poco famigliari ma che erano la vera peculiarità degli Xerxes, per esempio l’uso doppio delle voci su fraseggi continui di chitarra, falsetti volatili in cima al multitraccia, capaci di aggiungere un senso di follia al tutto. Queste cose oggi possono suonare assurde o fastidiose, ma sono la vera componente speziale capace di offrire un sapore unico a Beyond My Imagination.
Ci sono momenti di pura trascendenza mistica o quasi, in ognuna delle cinque tracce; dipende da quello che vi siete fumati o mangiati prima di ascoltarle. Vi esorto a seguirne i percorsi compositivi tracciati dagli Xerxes. Dopo gallerie di rovi e di rettili schifosi che vi occhieggiano, vi si pareranno davanti cattedrali maestose dall’aria un po’ putrida, conventi diroccati e vomitanti vegetazione e cattiveria.
Durante il viaggio, l’evocazione del vocalist Adrian Moser, mix tra l’Hansi Kürsch più paggetto e trobadour e Aaron Stainthorpe quando è di matrimonio e gli gira particolarmente male, l’evocazione melodica armonizzata da se stesso, riesce a schiudere nella selva dimenticata un pertugio verso una dimensione magica, dove ladri di crocifissi vedono mucche inginocchiarsi davanti a loro, cavalieri spietati che “sbracano” interi villaggi con inusitata perfidia e draghi killer che volteggiano sopra le vostre teste come elicotteri del 118 ma con intenzioni ben poco umanistiche. Adrian ci canta che li hanno inviati livorosi maghi, resi ostili dalla noia e dalle piaghe da decupito.