Stefan Arnold è un uomo concreto e con una visione molto coerente del proprio passato. Mi sarei aspettato un po’ di malinconia, come nel caso di Andy Ergün, a riparlare della storia dei Grinder, ma per lui tutto è servito a permettergli di essere il professionista che è stato nei molti anni con i Grave Digger e che ancora è oggi. Non ha parole negative per la No Remorse o per la Noise. Quelle etichette hanno contribuito a fargli avere un bagaglio di competenze che lo rendono ciò che è ora.
Vede il lato positivo in ogni cosa. Senza la No Remorse non ci sarebbe stato il produttore Kalle Trapp, il primo a insegnargli come si sta in uno studio di registrazione e come si incide un disco seguendo un metronomo e dando il meglio di se stesso. Se non ci fosse stata la Shark Records/ T & T, decisamente scadente nella gestione dei Capricorn, non avrebbe fatto il tour con i Grave Digger, diventando poco dopo il loro batterista. Vagli a dire qualcosa a uno così. Sa come si sta al mondo. L’unica cosa che vi sconsiglio di fare è domandargli di Adrian Hahn.
1 – Ciao Stefan, benvenuto nella stalla di Sdangher. Io ho scoperto prima i Capricorn e poi i Grinder. Non sapevo nulla di queste due band e su internet si trova poco di entrambe. Vorrei colmare qualche lacuna con te. Intanto dimmi: possono essere considerate la stessa band o il cambio di nome sancisce una netta distinzione tra due gruppi indipendenti tra loro?
Beh, i Grinder sono venuti per primi. Credo di essermi unito a loro nel 1986/87. Dopo che si sono sciolti, alcuni dei membri rimasti hanno fondato i Capricon, vale a dire David Hofmann, Adrian Ahan e io. Abbiamo fatto due album con i Capricorn e abbiamo supportato i Grave Digger nel loro tour di reunion di The Reaper.
2 -Prima dei Grinder tu eri nei Wallop, band che hai resuscitato qualche anno fa. Ti sei pentito di aver chiuso quell’avventura troppo presto per diventare il batterista di altre realtà già avviate da altri?
Mah, sai, non c’era nulla di cui pentirsi perché i Wallop si erano sciolti, quindi… E dato che volevo andare avanti con la mia carriera musicale, era un passo necessario e logico cercare un altro gruppo con cui farlo.
3 – Sai, io penso che i Grinder non siano conosciuti come meriterebbero. I loro tre album sono grandiosi e il secondo, Dead End è decisamente un ottimo album. Secondo Andy Ergün, è stato in parte penalizzato dal produttore Kalle Trapp, considerato bravo e preciso, ma poco adatto al metal. Sei d’accordo con lui? Che ricordi hai della collaborazione con Trapp? Davvero ti teneva sotto controllo con il metronomo, la cosa ti stressava o andava bene così?
Tre album e un mini EP, per la precisione. Per me lavorare con Kalle Trapp è stata un’esperienza fantastica e necessaria, per progredire nel mio lavoro di batterista. Non era per niente un tipo da metal, questo è vero, ma ha comunque portato alcune influenze importanti nella produzione dei primi due album. Ricordo una festa in studio molto “heavy” con i nostri amici e compagni di etichetta Blind Guardian, dove Kalle Trapp NON si stava divertendo affatto (ride).
4 – Che ricordi hai della No Remorse Records? Pensi che avrebbe potuto fare di più per voi. Secondo te credeva davvero nel vostro valore?
Beh, Charly Rinne, il boss e fondatore dell’etichetta, era una specie di bambino, un sognatore e un visionario. Da questo punto di vista era un bene per gruppi giovani ed emergenti come il nostro, occorreva qualcuno che credesse nel progetto e concepisse un futuro traguardo da perseguire. Il problema era però che lui non aveva idea di come realizzare i suoi piani. Sì, avrebbe potuto fare molto di più. Ma per me personalmente, l’esperienza con la No Remorse è stato il passo successivo, molto importante, per la mia carriera.
5 – Dopo Dead End, i Grinder sono passati alla Noise Records. Si parla molto male di questa etichetta oggi, soprattutto dopo l’uscita del libro sulla sua storia, Damn The Machine. Sembra che non sia stata molto corretta nei confronti delle sue band. Tu che esperienza hai vissuto a riguardo?
Ricordo che quando firmammo con loro, noi Grinder eravamo assolutamente orgogliosi di far parte di quella che al tempo era senza dubbio l’etichetta metal numero 1. Iniziammo comprensibilmente a sognare una grande carriera grazie a loro. E lavorammo molto duro per realizzare il nostro terzo album. Purtroppo, proprio durante l’uscita di Nothing Sacred, l’intero reparto promozionale della Noise Records si è incasinato per via di una serie di problemi e l’album è stato un flop. Naturalmente non abbiamo mai ricevuto un centesimo dalla NOISE records e i GRINDER si sono sciolti poco dopo questo fiasco.
6 – La fine dei Grinder e la nascita dei Capricorn hanno segnato un cambiamento stilistico per te e il vocalist e bassista Adrian Ahnh. Il sound è più pesante e vicino ai Rage di The Missinig Link. Sei rimasto deluso dal lavoro della Shark Records con il vostro album d’esordio? Io trovo che “Capircorn sia ancora una bomba ma quasi nessuno lo conosce.
Al tempo io ero un fan sfegatato di Tank e Motörhead e volevo cambiare almeno un po’ in quella direzione. Inoltre ero rimasto davvero colpito da Painkiller dei Judas Priest. Quel disco influenzò molto il mio lavoro di batteria al tempo. La Shark Records ci fece uscire e provò tutto quello che allora erano in grado di fare per noi. Ci mandarono in tour con i Grave Digger. per dire. Il problema dei Capricorn non furono loro ma il bassista e cantante Adrian. Si sentiva e si comportava come una grande rock star, ma era un idiota assolutamente diffidente con tutti e davvero indolente che viveva ancora con i suoi genitori. Con lui come membro della band, i Capricorn non avevano futuro.
7 – Azz… non mi aspettavo tanta franchezza. Bene. Forse la cosa non ti piacerà ma restiamo un po’ sull’argomento Adrian. Chi ha scritto i testi dei Capricorno? Lui, vero? Io li trovo molto interessanti. Trovo che, sia nei Grinder che dopo con i Capricorn, le liriche ispirate e accattivanti siano una delle vostre peculiarità. In particolare mi piace che non vi riempivate la bocca di retorica metallara e andavate dritto al punto su argomenti personali, molto profondi. Sì, parlavate anche di problemi sociali e di cinema horror, soprattutto con uno dei vostri pezzi più rappresentativi, Mr Voorhees (ispirato ovviamente alla saga di Venerdì 13) ma l’impressione è che avevate qualcosa da dire sul serio, non solo con la musica ma anche con le parole. Che mi dici al riguardo?
Effettivamente Adrian ha scritto tutti i testi, tranne quello di Mr.Voorhees. Su quel pezzo c’è anche la mia di voce, si sente nell’intro. I testi di Adrian erano molto belli, ma essendo come ti dicevo, una persona estremamente pigra, ci sono volute settimane per scriverli. Lui preferiva fare festa e comportarsi come una rock star, piuttosto che lavorare sodo per il gruppo. Ecco perché ho scritto io Mr.Voorhees, e l’ho fatto in un solo pomeriggio.
8 – L’album del 1995, Inferno, è forse ancora più pesante di “Capricorn” e secondo me non gli è inferiore per ispirazione e qualità. So che siete passati alla T&T Records. Ma poi è finito tutto lì. Tu hai scelto di andare con i Grave Digger. È stata sicuramente una scelta saggia, ma cosa pensi dei tuoi gruppi precedenti? Li giudichi severamente? Non sei un po’ deluso di non aver ottenuto successo con i Grinder, i Wallop o i Capricorn? Secondo me non avevano nulla da invidiare a nessuno, soprattutto questi ultimi.
Allora aspetta, la Shark Records aveva cambiato nome in T&T Records, era lo stesso proprietario, quindi non abbiamo cambiato etichetta. Loro si sono messi un altro nome. Noi siamo rimasti dove eravamo. Per il resto, io sono orgoglioso di essere stato membro di tutte queste band, perché tutte hanno fatto un lavoro meraviglioso e hanno lasciato il segno nella scena metal. Ogni band rappresenta un passo nella mia carriera. E concludere la mia carriera oggi, proprio con gli Wallop, ovvero con la band con cui ho iniziato il mio cammino e nella formazione originale, mi rende assolutamente felice.
9 – Sei più in contatto con Adrian? Date le tue risposte immagino di no. Secondo me è un vocalist di grande qualità. Oggi ritrovo il suo stile in diverse band della New Wave Of Traditional Heavy Metal: niente falsetti, solo voce piena e grande carattere.
Certamente, Adrian Hahn aveva un sound tutto suo, scriveva testi molto belli, ma NON è un è mai stato un lavoratore e questo gli ha rovinato la carriera. Non sono più in contatto con lui, perché ha rubato soldi ai Capricorn. E quando ci sono problemi di soldi, l’amicizia finisce.
10 – Quindi immagino non ci sarà mai un ritorno dei Grinder… Sai che su Spotify è disponibile solo “Nothing Is Sacred”? Non pensi che lo streaming aiuterebbe molto album come “Dead End” e “Inferno” a riconquistare l’attenzione e il rispetto che meritano tra le nuove generazioni che si abbuffano solo di streaming?
Hai detto bene, dopo le mie parole su Adrian, puoi immaginare che non ci sarà mai una reunion dei Grinder. E non è solo quello. La cosa non si farà mai anche a causa della morte di Lario. Senza di lui non avrebbe alcun senso e non sarebbe vero. Non ho assolutamente idea di come portare le cose in streaming. Immagino che dovrò chiedere al nostro bassista Stefan se sa come fare, lui di sicuro avrà un’idea di come si fa.
Ok, grazie Stefan, è stato un piacere parlare con te.
(Domande di Francesco Ceccamea e Marco Grosso)