G/Ab Volgar dei Deviate Damaen se la chiacchiera con Gabriele Corazzata Valdemone su quant’è bello fregarsene del “divieto di pensiero”.
Allora, Gabry, io e te siamo amici nella vita e lo sanno tutti, quindi facciamo a meno delle solite manfrine formali. Proprio da amico inizio col dire che in una galassia musicale nera sempre più timida e timorosa di perdere il contratto della vita con la Sony, tu sei quello che se ne strafotte con maggior gusto. Ebbene, sai che su Sdangher possiamo dire le cose come ce le diremmo davanti a una bottiglia di 1930. Nel giro neofolk e dintorni tu sei considerato da molti “eccessivo”, “spudorato”, “troppo dichiarato”; pare quasi che in certi ambienti sedicenti “estremi” si facciano più seghe mentali che vere (il che è quanto dire). A cosa attribuisci tutto questo pavidume, e cosa vogliamo rispondere a chi ha una concezione così mediocre e auto-castrante delle proprie prerogative creative?
CORAZZATA VALDEMONE: ciao G/Ab, finché ci saranno sedicenti artisti che antepongono l’interesse economico al proprio gusto artistico, non ne usciremo da questa palude di pavida rassegnazione. Se poi consideri che generi come il neo-folk, il martial o quel che rimane della cosiddetta “grey area” oggigiorno vendono cifre assolutamente ridicole, non si capisce perché questi artisti siano così tremendamente spaventati dal giudizio popolare.
Sicuramente l’estetica di Corazzata Valdemone appare carnevalesca agli occhi dei perbenisti o dei tanti democristiani presenti in tutti gli strati della società ma, come ben sai, la mia musica non è fatta per raggiungere le grandi masse e ne consegue che posso adottare le scelte stilistiche più discutibili nella massima tranquillità. Mi dispiace per loro, ma la tanto blasonata libertà di cui parlano, è una prerogativa che appartiene a noi coraggiosi e strafottenti, mentre a loro non resta altro che schiumare di rancore. A cosa attribuisco questo pavidume? In una sola parola: moda.
Negli anni d’oro del metal e della scena Industrial circolavano album violentissimi sotto ogni punto di vista. Gli artisti se ne infischiavano delle censure, dei sequestri e delle recensioni negative. Spesso la promozione era underground e queste releases diventavano introvabili, ma ora sono dei veri e propri oggetti di culto. Oggi che siamo tutti social-dipendenti sarebbe quasi impossibile pubblicizzare un album con una copertina simile a quelle dei vari Pungent Stench, Carcass o Mortuary Drape. Ho sottolineato il “quasi” perché fortunatamente ci sono ancora tantissimi modi per sfuggire a questa maledetta caccia alle streghe, ma serve la volontà e la sfrontataggine. Chi invece si rassegna non può fare altro che lamentarsi alzando le spalle.
VOLGAR: come descriveresti “Innodia del Combattente”, a mio avviso l’album più spudorato di Corazzata Valdemone, non tanto per i suoi contenuti in se stessi, quanto per quel loro valore testimoniale ed enciclopedico che attualmente si configura come il virus più micidiale contro l’obliterazione della Storia?
CORAZZATA VALDEMONE: Innodia del Combattente è l’operazione più impegnativa in cui mi sia mai cimentato. Si tratta di un album di rifacimenti di canti di guerra, per lo più inediti, con lo scopo di tramandarli alle future generazioni. Tutti i brani sono anticipati da una prefazione narrata che ne descrive il contesto storico e i reparti di appartenenza. Per questa parte narrata ci tengo a ringraziarti pubblicamente per esserti prestato a registrare magistralmente queste introduzioni. Questo genere di operazione era già stata fatta dallo storico Giorgio Pisanò ed ha avuto un’importanza straordinaria per la diffusione di quei brani. Non pretendo di ottenere la stessa visibilità che hanno avuto le sue audiocassette, ma mi basta sapere che quei brani sono stati registrati e dunque tramandati così come li cantavano i soldati all’epoca. Tutto il resto è secondario.
VOLGAR: Ola Kala. Ora veniamo al nuovo album: dicci tutto in anteprima per Sdangher.
CORAZZATA VALDEMONE: in questi giorni è in uscita per SPQR la ristampa dell’ormai introvabile “Gesamtkunstwerke”, uscito nel 2016 in edizione limitata a 50 copie numerate. Il packaging comprendeva una bella bottiglietta di olio di ricino, un sacchetto di semi per piantarlo autonomamente e il booklet concepito a mo’ di bugiardino con la descrizione della posologia.
L’album si componeva originariamente di un’unica suite sonora di circa 32 minuti, ancora fortemente legata all’Industrial marziale o come mi piace autodefinirmi “Totalitarian Industrial”.
Oggi l’album esce per la SPQR in edizione rimasterizzata limitata a 100 copie. Per rendere l’edizione più interessante, ho realizzato delle nuove grafiche ad hoc.
VOLGAR: conterrà due bonus track a cui sono molto legato, due delle gemme ancora sciolte che di tanto in tanto io e te confezioniamo assieme in nome della bellezza e della memoria…
CORAZZATA VALDEMONE: sì, esatto. Per fare un piccolo dono agli amici e fans che acquistano tutte le mie pubblicazioni, ho deciso di includere due bonus tracks che fino a oggi erano state pubblicate solo online, senza una release ufficiale. Si tratta di “In Pasolini Veritas”, dove io mi sono occupato della musica e tu ovviamente alla voce. Il testo racchiude alcuni versi del poeta che oggi descriverei semplicemente profetici. Il secondo brano si intitola “All’Italia” ed anche qui io ho realizzato la base sonora e tu ti sei occupato di recitare un testo che alterna versi di un giovane Leopardi a scudisciate velenosissime partorite nel periodo dell’emergenza sanitaria che conosciamo benissimo. Questi brani hanno una peculiarità abbastanza curiosa, ossia sono stati composti come una colonna sonora, registrando prima la voce e successivamente la musica, il che li rende molto più teatrali rispetto ad una canzone convenzionale nella quale si scrive prima la musica e solo in un secondo momento si registra la voce sopra.
VOLGAR: tu sei uno dei pochi artisti “non convenzionali” che si ostina a organizzare live; e non pago di questo, riesci a trovare location che vanno da bunker dismessi a musei e sale d’epoca. E sei uno dei pochissimi che riesce pure a trascinarmici, ben sapendo quanto io odi suonare dal vivo…
CORAZZATA VALDEMONE: sebbene Corazzata Valdemone non sia particolarmente attiva dal vivo, negli anni ho organizzato una manciata di concerti davvero interessanti con location altrettanto interessanti e soprattutto con ospiti rispettabilissimi. L’ultimo concerto nel quale ci siamo esibiti il 28 ottobre 2022 al Borghetto di Roma e per l’occasione la formazione era composta da me alla voce, Luca alla fisarmonica, Domenico alla chitarra, Alberto alla batteria e, come special guest, te che hai chiuso il concerto con l’esecuzione del primo brano con cui abbiamo iniziato a collaborare: Romana.
Ebbene sì, conosco la tua repulsione per il palco ma quando si creano le condizioni ideali non ci si può tirare indietro, anche perché più che dei semplici concerti i nostri sono dei veri e propri eventi nei quali si incontrano tanti buoni amici del bel tempo che fu.
VOLGAR: curi personalmente tutte le tue grafiche; anche lì, tratto, forme e immagini non lasciano spazio a fraintendimenti e, anzi, rappresentano ormai una punta di diamante per chi ama le nostalgie anni ‘30.
CORAZZATA VALDEMONE: musica, immagini e testi devono essere una cosa sola. Ogni singolo aspetto dev’essere studiato e curato affinché ogni album possa godere di tutta la completezza e la coerenza che questo genere richiede. Amo occuparmi personalmente delle mie grafiche e rimpiango solo di non essere capace di realizzare autonomamente dei video, in quel caso avrei ottenuto davvero la famosa opera d’arte totale di cui parlava Wagner.
VOLGAR: e nessuno può accusarti di essere poco eclettico. Ricordo a tutti che hai curato la grafica interna del nostro “glammissimo” Soqquadro Tanz, dove tra cazzi e mazzi hai avuto il tuo bel daffare, come quel giorno nel bar della stazione Termini mentre una famigliola innocente occhieggiava una mia foto sullo schermo del pc e tu, serafico, dicesti loro che era la mazza di un fungo…
CORAZZATA VALDEMONE: non sono un grafico professionista ma amo occuparmi di grafica anche per altre bands. Quando mi hai chiesto di occuparmi delle grafiche del vostro scorso album, sono stato entusiasta di potermene occupare, nonostante fossi consapevole che il materiale che avrei trattato era molto diverso da quello che sono abituato a utilizzare. Gestire tutta quella quantità di chiappe, testi chilometrici e foto di qualsiasi formato e risoluzione è stato un lavoro titanico, ma qualcuno doveva pur farlo e sono felice di essere stato io. Non avevo mai gestito una così grande quantità di colori (le mie grafiche sono nere o seppia) ma alla fine sono più che soddisfatto della resa finale. Chi ha visto le grafiche di cui parliamo sa di cosa parliamo ma non può immaginare la gestazione del lavoro grafico. L’episodio che racconti è uno dei più divertenti. Eravamo seduti in un bar della stazione Termini con il computer aperto a discutere delle grafiche, noncuranti che alle nostre spalle c’era un giovane che sbirciava lo schermo (pieno di cazzi e chiappe) abbastanza sconvolto/schifato/arrapato.
VOLGAR: …sì, soprattutto arrapato. Con il tuo progetto sperimental-noise “Solco Chiuso” sei anche tu nella truppa del progetto “Fiabe Bandite”. Leggevo giorni fa che se cerchi qualche video di quella meravigliosa epopea cartoonesca anni ’60 intitolata “Braccio di Ferro”, che invitava grandi e piccoli a difendere i deboli, a non cedere alle prepotenze di nessuno e a condurre una vita sana, ti appare uno di quei disclaimer da cerebrolesi terminali pronti a dissuadere dalla visione sulla base delle solite cazzate sull’inclusività gender-fluid. Ebbene già sento il mio cazzo intriso di merda di culo inclusivo, non appena qualche anima bella dai capelli fuxia schiaccerà play sul bandcamp della Masked Dead Records… uuuhhh.. che rrrrico!
CORAZZATA VALDEMONE: rispondo a queste domande dopo qualche giorno dalla pubblicazione della raccolta di fiabe e non posso che manifestarti la mia gratitudine per avermi coinvolto in questa opera. Oggi più che mai dobbiamo difendere le nuove generazioni dall’appiattimento perbenista e ancor di più dal pericolosissimo revisionismo storico che sta toccando ogni ambito. Insomma, se nella Divina Commedia i sodomiti finivano all’inferno, oggi non può essere diversamente, così come se Braccio di ferro prendeva a pugni i malfattori, anche oggi deve rimanere lo stesso personaggio.
Se il mondo ha bisogno di altri modelli inclusivi, fluidi e pacifisti da mostrare alle nuove generazioni, posso non apprezzarli ma non sono certamente qui a ostacolarli, mentre invece se credono di poter deformare le storie dei grandi classici con nuove riletture woke, a quel punto mi incazzo e reagisco per quel poco che posso. Da musicista questo è il contributo che posso dare per rispondere a questa deriva.
VOLGAR: …dai, chiudiamo su ReDvci. Anzitutto un pensiero per Yorga, senza la folle intraprendenza del quale un’operazione così avveniristica e sfrontata non sarebbe mai stata partorita. Sarà per tutti noi un grande onore e una grande responsabilità portarla avanti anche in suo nome, ma senza più lui. La vivremo come un suo lascito e come tale vedrà la luce…
CORAZZATA VALDEMONE: come ormai è noto a molta gente che frequenta la scena identitaria Italiana, siamo al lavoro su una compilation che ha il sapore di un’adunata. Abbiamo chiamato a raccolta gli ultimi artisti che ancora resistono ai ricatti della censura, del finto buonismo e che sono sempre stati pronti a sputare in faccia ai vigliacchi ed ai venduti. Tu e Simone siete stati le menti di questa compilation ed oggi che lui è andato avanti, ci rimane il compito di portare a compimento questo lavoro con tutta la goliardia e tutta la spregiudicatezza che ci avrebbe messo lui.
Io avrò l’onore di potermi occupare delle grafiche e ce la metterò tutta per rendere questo lavoro all’altezza dei nomi che sono inclusi in questa magnifica adunata. Ci vedrete presto in azione!
GABRIELE CORAZZATA VALDEMONE
Suaviter, G/Ab VOLGAR DEI XACRESTANI