Diceva Albert Einstein che “il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Quanto è vero! Un’ora sotto i ferri di un chirurgo è molto diversa da un‘ora passata all’apericena a cazzeggiare con gli amici, questo è indubbio. In tale scorrere in avanti incessante e inesorabile, passato e presente sovente si appiattiscono in una percezione ravvicinata, quasi paritaria, perché i ricordi si fanno più diradati e la sensazione di stacco temporale, abbastanza ampio nella vita di un uomo, uniscono i lembi e li fanno quasi combaciare. Questo fenomeno poi si è accentuato con i social media, in cui la “timeline” diventa un unicum sequenziale quasi indistinguibile. Ecco che nel 2025 la carriera di molti gruppi diventa ventennale. Cosa resterà di questi ultimi vent’anni?
Band nate nel 2005, ancora considerate “nuove” per tanti, specie quelli ancorati ferrei agli ‘80 e ai ‘90, in realtà sono nella piena maturità, in alcuni casi quasi giunti alla fine del loro ciclo vitale.
Emblematico il caso dei Battle Beast, Five Finger Death Punch, Benedictum, Periphery, che per qualcuno sono “nuove band”, quando ormai quello che avevano da dire l’hanno detto, nel bene e nel male.
Nel 2005 l’heavy metal era in una fase di relativo ristagno, il metalcore stava spopolando nel suo picco di maggiore gloria, mentre l’estremo stava prendendo consapevolezza di come rendersi più mainstream e allargare la sua portata verso maggiore pubblico.
I big navigavano tutti a vista, senza grandi scossoni; “Octavarium” dei Dream Theater, “Angel Of Retirbution” dei Judas Priest, “Enemy Of God” dei Kreator, “Candlemass” dei Candlemass, “Keeper Of The Seven Keys: The Legacy” degli Helloween, “Frozen In Time” degli Obituary, tra i dischi usciti quell’anno.
In tale tempo, a mia percezione diretta, c’era già quella sorta di “mischione” tra i vari sottogeneri, ovvero nessuno prevaleva su un altro, poiché è proprio dai 2000 che tutto si stava uniformando in modo orizzontale, cosa che nel 2025 è la norma ed è consolidata.
Vent’anni fa l’heavy metal era già nella sua mezza età, il meglio era forse passato, ma c’era comunque, tra le braci e il sopore, ancora qualche guizzo di spinta in avanti, oggi a mio avviso completamente assente.
Due decadi nel metal sono tantissime, se pensiamo che sommando i dieci anni degli’80 e i dieci dei ‘90 abbiamo il meglio del meglio mai uscito. Cosa resta di memorabile tra il 2005 e il 2025? Lo chiediamo a voi lettori, perché noi già lo sappiamo e la risposta in larga parte è desolante.
(Marco Grosso)