Torna di nuovo Metal Hammer in edicola! Lo annunciano su Metalitalia. Il pubblico festeggia e proclama che almeno il numero 1 lo comprerà. Poi il sito Metal Hammer Italia si fa avanti furioso dichiarando di non avere nulla a che fare con questa operazione. “Il vero Metal Hammer Italia, con tanto di marchio registrato è il nostro, anche se ormai siamo solo un sito. Prendiamo le distanze e valutiamo azioni legali eccetera eccetera”.
La gente si agita, cade dal pero, c’è chi ancora dice di comprare il numero uno di questo Metal Hammer falso ma di provare una certa tristezza per una battaglia tra riviste metallare che in quanto tali dovrebbero essere amiche, volersi bene e supportare la causa comune borchie e salsiccia. A parte che una “sarà” per un po’ di tempo una rivista cartacea e l’altra “è” ormai ridotta a un sitarello, quindi non c’è di fatto uno scontro tra riviste vere e proprie, ma ologrammi che sognano pecore col chiodo, va detto che Metal Hammer della Sprea è tale e quale a quella stramba operazione che anni fa uscì sotto il nome di Hard Rock.
Pure in quel caso ci fu Rock Hard Italia (Cerati, Francone, De Paola) che prese le distanze e valutò se andare per vie legali. Molti potenziali lettori ammisero di essere a disagio davanti a simili operazioni disoneste ma di comprare il numero uno, in ogni caso, per vedere com’era Hard Rock, poi magari fermarsi lì sdegnati e proseguire solo con Rock Hard, “l’unica e inimitabile”.
Finì che Hard Rock dopo un po’ morì facendo scoprire agli editori più zucconi e i redattori meno fantasiosi che il pubblico era stufo di monografie su Iron Maiden e Kiss. Fuzz Pascoletti da quella situazione ne trasse una prospettiva spropositatamente ottimistica sul futuro e partorì l’ultimo guizzo, vale a dire Rrrazorrr, rivista esclusivamente volta al nuovo e al misconosciuto. Non so che fine abbia fatto, ma lui dalle edicole si è ormai ritirato, preferendo la vendita su abbonamento, quindi se si vuole scoprire se ancora esista questo avamposto dell’underground nascente, bisogna sbirciare il catalogo della 6Yes.
E a proposito di Pascoletti, la Sprea fece una mossa simile già anni fa, con Classic Rock. Fuzz non poté intentare causa ma considerò l’arrivo sul mercato di quel magazine come un impiccio alle vendite di Classix e Classix Metal, un colpo basso a una testata doppia nata in combutta con l’editore Coniglio, che pur sviluppando un discorso personale, proprio dalla matrice inglese di Classic Rock e delle retro-riviste era partita.
Le riviste di Sprea non sono vere riviste, non nel senso che non esista una redazione; nel caso di Hard Rock e di Metal Hammer Not Italy è sempre quella: Caserta, Fassina e via così. Non lo sono perché nella gran parte sono fatte di articoli metal scritti all’estero e tradotti in italiano, più qualcosina scritta dai soliti firmatari della ditta Sprea. Potrebbero essere inseriti nei vari Classic Rock, ma sembra che il pubblico che compra ancora la versione italiana di quel magazine non gradisca roba sui Judas Priest e gli AC/DC e voglia solo Bruce Springsteen e Peter Hammill.
Certo, anche Metal Hammer Italia e Metal Shock, agli inizi poggiarono su articoli tradotti dall’estero, soprattutto la prima. Intanto però crebbero dall’interno i nuovi scavezzacollo della critica metallara: vale a dire Signorelli, Longhi e Pera, fino a quando la rivista poté trasformarsi per intero in una versione italiana del Metal Hammer straniero, ma stiamo parlando di anni in cui c’era un futuro per le riviste metal, oggi non esiste alcuna prospettiva, se non capitalizzare al momento, tra polemiche e ignoranza sulla dabbenaggine di un pubblico misero che ancora va in edicola per comprare qualcosa, qualsiasi cosa basta che sopra ci sia scritto numero 1 e poi rock o metal.
Anche se dentro ci trovano ricicli di materiali abusati e poco altro, non importa. Viene da domandarsi però quanto le suddette riviste in guerra rispettino questo pubblico, visto che temono di perderlo non appena qualcuno di “nuovo” spunta con Hard o Hammer sulla copertina. Si immaginano questi zombi che avanzano verso le edicole e dopo aver scorto con occhi purulenti le solite vecchie e rassicuranti parole (Hard, Metal, Steel, Anvil), mettano mano al portafogli e tornino a casa felici, inserendole nella cripta delle riviste defunte, con Flash, Metal Shock, Distortion, Nuovo Metal Hammer e HM, senza perdere tempo a leggerle, così come i claudicanti cannibali di Romero entravano nel supermercato non per comprare cibo e mangiarlo, ma solo per la deambulazione coatta, l’agire reiterato della vecchia vita che si ripete in una non vita. Buone letture, gente!