In Search Of Sanity, come quasi tutti i lavori controversi nella discografia di una band storica, è un buon album. Cambiare sound, line-up, stile, conduce sovente a idee nuove e una maggior freschezza compositiva. Inoltre il “disco della svolta” (che è quasi sempre anche quello controverso) prevede un maggior investimento di denaro, quindi un produttore in gamba e degli studi migliori. Solo che nel metal non basta realizzare buona musica se è diversa da quella che hai sempre fatto e se è in qualche modo è meno spigolosa rispetto a certe pretese di mercato. Continua a Leggere
Articoli
Una categoria di ascoltatori che reputo ridicola è quella col mignolo perennemente sollevato. Quelli che seguono il metal più o meno assiduamente ma non vogliono essere confusi con la massa.
Agli occhi di questi signori i metallari hanno un sacco di difetti ed è loro preciso dovere sottolinearli tutti, ovviamente nei luoghi virtuali frequentati dai metallari: blog, forum, webzine, pagine social…
Il fatto che nel 2021 qualcuno continui ad assimilare i “metallari” a una razza uniforme, piatta, poco o nulla differenziata al suo interno, la dice lunga sulla scarsissima conoscenza che i Serbelloni del metal hanno dell’universo metallico e delle sue evoluzioni. Ma la cosa davvero pazzesca, per me, è che qualcuno gli dia corda. Invece di ribattere “se non ti piacciono i metallari vai a scrivere su qualche forum hip hop, o datti al reggae”, gli mettono i like.
Snob metal. Continua a Leggere
Sono anni che scriviamo di metal e che ci confondiamo con il piccolo formicaio operoso delle redazioni metallare. Qui a Sdangher di collaboratori ne sono passati tanti, di tutti i tipi davvero, molti ancora affollano (si fa per dire) le webzines e le riviste cartacee (o quel che ne resta). Ecco a voi tutto il bestiario che potete incontrare, se vi venisse in mente di fare una cavalcata nel piccolo mondo antico del giornalismo metallaro 2.0. Continua a Leggere
Sono stato entusiasta per la nascita di RRAZORR. Ho salutato con grande interesse e coinvolgimento emotivo il ritorno del Fuzz a un tipo di rivista più militante, volta al presente e al futuro, dopo anni di archivismo di lusso praticato con Classix e Classix Metal.
Lui stesso nell’editoriale di questo inarrivabile (non nel senso che credete, poi mi spiego) numero UNO, lo dice: con RRAZORR si è divertito come non gli capitava da tempo, finalmente è tornato a fare il giornalista, scoprendo, sondando, sostenendo le cose che accadono ora e non nel 1989 o 1973. Continua a Leggere
Non vorrei che prendeste subito d’aceto, questo non è un articolo contro i Manilla Road. Non ho nulla di antipatico da dire su Mark Shelton e considero Crystal Logic, Open The Gates, The Deluge, Mystification dei lavori affascinanti, interessanti e influenti nell’ambito del metallo più epico.
Però! Continua a Leggere
C’è un termine inglese che definisce molto bene tutta quella categoria di persone, che senza muovere il culone dal divano, pontificano e si arrogano il ruolo di attivisti nelle varie cause sociali, ecologiche, animaliste, economiche, senza muovere un dito. Continua a Leggere
Vinnie Vincent sottovalutato? Probabilmente sì. Negli anni 80 è stato uno dei chitarristi-compositori più interessanti, anche se bisogna ammettere che sul piano tecnico, il suo virtuosismo fosse più vicino all’ostentazione guascona e un po’ cialtronesca dei Manowar, che all’estro e la bravura di Steve Vai o Ingwine Malmsteen. Continua a Leggere
Secondo Chuck Klosterman, autore dell’imperdibile libro Fargo Rock City, Lick It Up è un album fondamentale per i Kiss anni 80. L’ha scritto per buona parte Vinnie Vincent e, “nonostante il resto della band lo reputasse un coglione” gli mise in piedi il modello di tutta la produzione heavy della band da lì al 1992. Continua a Leggere
Asylum è er peggio disco dei Kiss anni 80.
Questo è ciò che si dice, ma io non sono d’accordo. Credo anzi che nell’intera decade, la band abbia mantenuto una buona media. Teniamo presente che i grandi Kiss, quelli che dopo il terzo disco iniziarono a macinare miliardi, diventando un fenomeno irresistibile, dovettero rimboccarsi le maniche e lavorare come dei muli per mantenersi a galla negli eightis (si scrive così, vero?). Continua a Leggere
Cominciò tutto con le fanze e finirà tutto (o ricomincerà) con le fanze. Fanzine, esatto. Del resto sarebbe davvero assurdo pretendere che delle riviste vere e proprie, sopravvivano in un mondo in cui le edicole chiudono, la carta è in crisi nera e il metal ha ridotto in modo vertiginoso le cifre che riusciva ad alzare anche solo fino a dieci anni fa. Continua a Leggere