Penso che da un po’ stiamo vivendo una nuova forma di medioevo social-mediatico, che a differenza di quello precedente, in cui la paura principale era venir meno alle regole imposte dal cattolicesimo, oggi istituisce un nuovo timore instituzionale: quello di dover onorare una carnevalata di finto perbenismo e liberalismo, dove la paura di offendere il prossimo è proporzionale alla negazione di se stessi o del proprio retaggio culturale. Insomma, la neo-fede è che siamo tutti uguali, e come ogni fede si basa sul nulla. Ovviamente questa regola riguarda soprattutto, se non solo, giovani bianchi con la bocca che puzza ancora di sborra dell’ultimo cazzo succhiato in un bagno al motto di “questa è la vita che ho sempre desiderato”.
Giapponesate
White clorination syndrome: è tutta una questione di sale.
Mi immagino un’entità aliena che nell’anno 7492 piomba sul nostro pianeta e fa il download completo di tutto il nostro scibile, di tutta la nostra opera letteraria, cinematografica, musicale e videoludica; spulciando tra le cose dei primi decenni del terzo millennio, in mezzo a scorie di file temporanei come Myss Keta e Fortnite, scopre l’esistenza di una roba come le saghe di Drakengard e NieR. Continua a Leggere
Secondo me la gente ha un’immagine distorta del suddetto sottoscritto. Sempre arrapato, col cazzo stretto… nella mano, e con un hentai nell’altra. I pomeriggi passati a perdere la vista con chissà quale immane zozzeria. E invece voglio infrangere questo mito, perché sono anni che questa mia fase, seppur sia esistita, ormai è finita. Continua a Leggere
Kazuhiko Katou ci ha lasciato l’11 aprile di quest’anno. Monkey Punch è morto. Lupin III… forse, vedremo. Il padre sì, è morto, ma i figli si sa, sopravvivono. Continua a Leggere
The Friends-Eater Classrom di Tomogui Kyoushitsu è un manga appena tradotto in rete.
Nel caso ne vada della vostra vita, sareste capaci di mangiare un vostro amico?
Questo è l’incipt di Tomogui Kyoushitsu, all’inglese The Friends-Eater Classroom, manga la cui traduzione “amatoriale” sempre in inglese è stata conclusa da pochi giorni.
Dimenticato, forse per un giusto motivo, nella lista delle cose da leggere lasciate a metà, mi arriva la notifica riguardo la conclusione della traduzione. Trentanove capitoli per ben quattro volumi. Continua a Leggere
Urban Grind Noise Core – Davanti alla stazione a squartare gli strumenti per rubare un’emozione!
Pubblicato il 15/04/2018Sto contattando tutta la mia lista amici. Vomir in tour in Giappone. Live di fronte la stazione di Shinjuku. E noi? Noi abbiamo paura.
Mentre nel resto del mondo si fanno concerti noise, qui la gente ha paura di toccare le bande rosse del mixer. E mentre in Finlandia per dire non si teme di sparare un clistere su un immagine di Gesù, qui c’è gente che ancora arrossisce quando sente dire Porco Dio. Ma porco dio davvero. Continua a Leggere
Side Cavallo Goloso
Quando mai mi sono mosso così velocemente nello scrivere un articolo, tenendo conto tra l’altro l’infinito viaggio di ieri nel treno, la stanchezza, la fame, il sonno, lo scazzo e la rabbia? Tanta rabbia, qualcosa d’inimmaginabile ripensando a quel sabato corrotto dalle bollette mai pagate dell’Enel e i cieli di Lucca Comics 2017 che in tempesta piansero quell’idilliaco concerto fallito, come punizione forse.
Ma andiamo con ordine: sigla.
Giapponesate #23 – Sea of Nooses, il videogame sulla foresta dei suicidi di Aokigahara!
Pubblicato il 31/01/2014I videogame horror non spaventano più. La saga di Silent Hill è andata a farsi benedire già da anni, quella di Resident Evil? Seppur non nego che il quarto capitolo sia un cazzo di capolavoro, di certo non mi ha fatto saltare dalla sedia come i predecessori. Potrei continuare per ore e finirei sempre per dire ‘i giochi non fanno più paura’. Poi c’è il mercato indie (no, non la scena musicale), dove produttori amatoriali si spingono oltre il mercato normale soddisfacendo quella nicchia d’utenza che non ha paura d’usare il pannolone la sera. I giapponesi poi quando si tratta di farti cagare in mano e ringoiare l’urlo sono dei veri geni. Continua a Leggere
Per questo episodio mi limito a riportare la gallery dell’autore Takato Yamamoto. Per chi non lo conosce, come me prima di pensare di pubblicare questa sua serie di opere, Takato nasce nel 1960 nella prefettura di Akita (Giappone). Una volta presa la laurea al dipartimento di pittura del Tokyo Zokei University, sperimenta lo stile Ukiyo-e, che tradotto significa “immagine del mondo fluttuante”, un tipo di stampa artistica su blocchi di legno diffusasi durante il periodo Edo, tra il XVIII e il XX secolo. Ha poi finemente ristrutturato questo stile col suo tocco personale ribattezzandolo col nome di “Heisei Esthiticism”. Un aspetto sereno quello che appare nei suoi disegni in contrasto con i richiami di morte e brutalità, espliciti come il nudismo e la sessualità dei suoi protagonisti. Vampirismo, oscurità e morte emergono legati dalle corde del bondage e del sesso estremo. Non mancano richiami all’occidente come svastiche naziste o il ritratto della morte di S. Sebastiano di Andrea Mantegna. Vi lascio a una gallery di alcune delle sue opere che potete trovare nella rete o nel suo sito ufficiale. Che siano le immagini a parlarvi più della mia stessa lingua.
Giapponesate #19 – Le 11 esperienze per un turista in Giappone
Pubblicato il 11/11/2013Per voi che state scrutando la rete indecisi su cosa sia meglio provare della subcultura giapponese ecco una lista di 11 esperienze uniche che vi lasceranno esterrefatto. O forse mi manderete a quel paese. Io mi sono limitato a tradurre questa top list di cose allettanti. Buona lettura.
1. Bere il Tè con una Lolita (2,500 yen, 2 hours)
In Giappone le lolita non sono come quella di Kubrick, ma sono ragazze a cui piace vestirsi seguendo la moda vittoriana. Un esempio pratico può essere il film Kamikaze Girl. Cosa c’è di più divertente di bere il tè con una ragazza sulla ventina che vi farà sentire di violare qualche legge sulle molestie ai minori a causa del loro aspetto infantile?
2. Andare a fare shopping con una Lolita (3,500 yen, 2 hours)
Ok, ammettetelo. Stare seduti a bere il tè manco foste il cappellaio matto con il bianconiglio tra le gambe è stimolante, ma a stare seduti si rischia di perdersi il meglio della vacanza: i negozi. Perché quindi non andare a fare shopping con una bella lolita senza rischiare d’incorrere in incriminazione per molestie su minore?
3. Andare a un maid cafe (2,500 yen, 1 hour)
Non ditemi che non avete la ben che minima idea di cosa siano i maid cafe? Trattasi di particolari locali dove a servirti sono delle belle ragazze vestite da cameriera come quelle degli anime. Fate attenzione però a non sbagliare locale, perché esistono anche le controparti ‘maschili’. Continua a Leggere