No, non è un articolo su Tiger King, l’incredibile documentario che potete e dovreste vedere su Netflix. Qui parliamo dei Lion e di Dangerous Attraction. Un disco che mi ha accompagnato dal 1996 a oggi, finendo per essere la colonna sonora di alcuni momenti salienti della mia vita ed emblema della costante dissociazione col mio proprio tempo (my own time).
Il mio tempo, già. Quando diciamo una cosa del genere di che cavolo parliamo? Tradizione vuole che nel 1996, se hai diciotto anni e non sei ancora riuscito a scopare, ti ascolti Jeff Buckley, gli Smashing Pumpkins o magari qualcosa di più heavy-romantico-necrotico, come i Type O’ Negative o i Paradise Lost.
Se decidi di sublimare l’autoerotismo vai su un live dei Manowar e se concludi che la tua castità è colpa delle donne, ecco Domination dei Morbid Angel. Se invece sei uno davvero tagliato fuori da tutto e non cerchi giustificazioni ma vie di fuga, allora ascolti Dangerous Attraction dei Lion e ne trai energia che nutra il tuo bisogno disperato di riscossa e di un futuro cristianamente migliore. Continua a Leggere