Quarantena senza fine.
Passano gli anni e le cose cambiano, senza accorgersene. Maturano, e poi magari non puoi nemmeno immaginare come invecchieranno, ma nel frattempo si manifestano per ciò che sono. Succede anche con quello che meno te lo aspetti, tipo la musica dei Serpent Column, che mi ha colto non poco alla sprovvista. Li ho lasciati perdere per tre anni, dai tempi di Ornuthi Talassa e oggi me li ritrovo con questo Endless Detainment, a suonare come potrebbe farlo un’architettura post-moderna sommersa da bidoni e bidoni di pece. Continua a Leggere