Nota: Salve primati, prima di immergervi in questo articolone sugli Obituary (Obies, per gli amici) vi chiedo un momento di attenzione. Troverete dei link ma non pensate siano i soliti rimandi a Wikipedia o a vecchi articoli sdangheri. Si tratta di pezzi nuovi nuovi che ho scritto appositamente per questo specialone. Prendeteli come dei box di approfondimento, che siete liberi di leggere o magari risparmiarvi e tirare dritto con il pezzo principale. Fate come vi pare, ma non sottovalutate i link, tutti (tranne il primo e il secondo) conducono a stanze interne che completano il lavoro sugli Obituary e se li leggete sono contento.
Francesco Padrecavallo Ceccamea
Gli Obituary un tempo erano una band dall’alone misterioso e decadente. Purtroppo dal 2004 hanno iniziato a mostrarsi sul palco con le loro pance prominenti e l’aria rilassata, quell’attitudine cazzona USA da bbq e birra, spinelli e old records, che onestamente converte in modo assai sconveniente tutto quel loro mistero primordiale emerso dai gloriosi anni in cui la Florida esportava puzza e grasso cadaverino un tanto al chilo e l’urlo di John Tardy si ergeva su un cumulo di purulente macerie. Continua a Leggere