Ho da poco sentito il terzo disco dei Conan. Al tempo di Monnos scrissi una delle mie recensioni più deliranti proprio su quell’album, rimasi sorpreso dalla possenza del suono, dalle visioni che un tale magma riusciva a ispirarmi. Con il secondo devo riscontrare che siamo alla ripetizione di quel disco, con poche varianti e non significative. Loro non sono cambiati. Io sì e non mi esalto più per lo stesso piatto di tre anni fa. Continua a Leggere
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