Sottotitolo: IL METAL CHE NON HA MAI CAPITO I MASTODON
Il Silenzio Assordante di Atlanta. Il 20 agosto 2025, Brent Hinds è morto in un incidente motociclistico. Aveva 51 anni. Con lui se n’è andato uno dei chitarristi più visionari e incompresi dell’intera scena metal contemporanea, lasciando un vuoto che non potrà mai essere colmato e una eredità artistica che il metal mainstream non ha mai davvero digerito.
E pensare che stiamo parlando di uno che ha co-fondato quella che probabilmente è stata l’unica band americana dell’ultimo ventennio, capace di far evolvere davvero il progressive metal senza scadere nel virtuosismo fine a se stesso o nelle seghe mentali da conservatorio.
Ma evidentemente, nel 2025, siamo ancora qui a spiegare perché i Mastodon sono stati fondamentali.
1 – Il Problema del Metal con la Complessità Vera
La tragedia di Brent Hinds e dei Mastodon è stata sempre la stessa: essere troppo avanti per una scena che si masturba ancora sui breakdown di Metallica e considera progressive chiunque sappia suonare più di quattro accordi in 4/4. Mentre i metallari da tastiera discutevano se Opeth fossero “veri” o se i Tool fossero troppo cerebrali, i Mastodon stavano riscrivendo le regole del gioco con una formula che nessuno ha mai replicato: sludge brutale + prog intelligente + storytelling epico.
Il problema?
Il metal ha sempre avuto un rapporto complicato con l’intelligenza. Preferisce i suoi eroi semplici: chitarre downtuned, doppia cassa a mille, testi su guerra e morte.
I Mastodon arrivavano con concept album su Moby Dick, mitologie marine e viaggi astrali, il tutto servito con arrangiamenti che facevano sembrare progressive i King Crimson. Troppo per cervelli abituati a masticare sempre la stessa pappa.
2 – L’Evoluzione Che Nessuno Voleva
Ripercorriamo rapidamente la discografia per capire quanto questo mondo sia stato cieco di fronte al genio:
Remission (2002) – L’esordio che già conteneva tutto: il sludge feroce di March of the Fire Ants, la complessità ritmica che ti spaccava il cranio, la produzione sporca ma chirurgica. La risposta della critica? “Belli, ma troppo caotici”. Ovvio.
Leviathan (2004) – Il capolavoro. Punto. Un concept album su Moby Dick che riusciva a essere brutale e intellettuale allo stesso tempo. Blood and Thunder diventa un singolo, i metallari pensano di aver capito tutto. Non avevano capito una mazza.
Blood Mountain (2006) – Qui inizia il “problema”. La band diventa più accessibile, più melodica, più… pericolosa per i puristi. Come se evolvere sia un crimine. Come se rimanere fermi al 2002 fosse una virtù.
Crack the Skye (2009) – L’apice artistico che ha fatto venire l’orticaria a metà della fanbase. Un viaggio psichedelico-progessivo che demoliva ogni barriera di genere. La risposta? “Non sono più i Mastodon di una volta”. Grazie al cazzo, Sherlock.
The Hunter (2011) – E qui casca l’asino. La major, il sound più pulito, le canzoni più radiofoniche. I metallari gridano al tradimento. Perché nel metal, apparentemente, crescere artisticamente è vietato.
3 – L’ammorbidimento Come Necessità Evolutiva
Ecco il punto che nessuno ha mai voluto capire: quello che i puristi chiamano “ammorbidimento” in realtà, nel caso dei Mastodon, è stata pura intelligenza artistica. Dai primi dischi agli ultimi (Emperor of Sand, Cold Dark Place), la band si è sì “ammorbidita” – ma anche raffinata. Ha capito che la brutalità fine a se stessa è un vicolo cieco, che il vero progressive non sta nell’accumulare tempi dispari come fossero trofei, ma nel saper raccontare storie attraverso la musica.
Il sound più pulito, le melodie più accessibili, l’integrazione di elementi country e southern rock – tutto questo non era “vendere l’anima”, era semplicemente maturare. Era capire che la complessità vera non stava nel suonare difficile, ma nel saper essere complessi. E comprensibili.
4 – Il Genio Incompreso di Hinds
Brent Hinds era il cuore pulsante di questa evoluzione. Le sue chitarre sapevano essere brutali e delicate, tecniche e istintive, progressive e primitive. Era lui che portava quella follia creativa necessaria a tenere insieme prog e sludge senza che sembrasse un matrimonio forzato. Era lui che riusciva a far suonare naturale un riff in 7/8 seguito da un assolo slide quasi country.
Ma il metal, si sa, non ama i geni. Preferisce gli artigiani che ripetono formule collaudate. Preferisce la comfort zone del “più pesante = più bello” alla scomodità dell’innovazione vera.
5 – L’Eredità che il Metal Non Merita
Ora che Hinds non c’è più, forse – FORSE – qualcuno inizierà a capire cosa abbiamo perso. Non solo un chitarrista, ma un visionario che ha dimostrato come il metal possa essere intelligente senza essere pretenzioso, complesso senza essere masturbatorio, evolutivo senza essere traditor.
I Mastodon hanno fatto quello che band come i Metallica hanno smesso di fare dopo il Black Album: sono cresciuti. Hanno rischiato. Hanno esplorato. E il metal li ha puniti per questo, relegandoli nel limbo dei “erano meglio prima” e dei “si sono venduti”.
La verità è che il metal non li ha mai capiti perché il metal ha paura di crescere. Preferisce rimanere adolescente, incazzato con il mondo, ripetendo le stesse formule di 30 anni fa. I Mastodon volevano portarlo verso l’età adulta, ma evidentemente l’età adulta fa paura.
Ora Brent se n’è andato, portandosi dietro quei riff impossibili e quella visione artistica che il metal non ha mai saputo apprezzare fino in fondo. E noi, qui, a spiegare ancora perché Blood and Thunder è un capolavoro e perché l’evoluzione non è tradimento.