Vivere il metal nel 2025

Se avete letto i miei articoli degli ultimi anni, sapete che sono molto critico nei confronti delle nuove band e le vecchie ancora in giro. Fino a ieri, ho pensato che sia perché il genere sta morendo o che magari dipenda dalla mia età (ho quasi 47 anni e ne ho viste e sentite parecchie). In effetti, dopo tanto tempo, è difficile che un nuovo gruppo mi sorprenda. In passato ho avuto quei momenti in cui, davanti al “nuovo dei Death” rimanevo senza parole per il livello tecnico raggiunto dai musicisti. All’uscita del secondo disco degli Slipknot, restai spiazzato dalla violenza e l’impatto che avevano i 9 con quella produzione. Restai senza parole davanti ai Watchtower e persi ogni speranza durante l’ascolto di Load. Mi sono innamorato varie volte, dello stile di Dimebag Darrell, della voce di Bobby Blitz degli Overkill, della malinconia dei Paradise Lost e lo stile di Peter Steele. Oggi è dura per me cadere dal pero, capite?

Eppure sono convinto che ancora, tra i “fischiotti” che scoprono il metal in questi ultimi anni, nascano amori, vi siano sconvolgimenti per la potenza della band lì o per la velocità di quell’altra. E magari sono gruppi nuovi, non le solite cariatidi che ci ammorbano da 40 anni.

Prendete il campionato di calcio. Tutti quelli della mia età spesso dicono di rimpiangere il calcio di una volta. Anche lì sembra che la mia generazione non si diverta più come un tempo: troppi soldi, niente più bandiere, le società in mano a dei fondi e degli sceicchi senza scrupoli eccetera eccetera.

Certo, noi degli anni 80 abbiamo visto giocare Maradona, Mattheus, Van Basten… Eppure ancora oggi, quando inizia una nuova stagione, la smettiamo di frignare col passato e ci gustiamo le partite. Non stiamo lì a fare continui confronti tra lo stile di Sacchi e Capello e quello di Chivu o di Allegri. Non ci lamentiamo perché i cosiddetti top players non hanno l’eleganza e la visione di gioco dei campioni che adoravamo da bambini. Guardiamo le partite, tifiamo e ci divertiamo. Punto.

Posso fare un esempio meno terra terra e più filosofico. Il presente della mia vita, ogni singola giornata che vivo, come ne uscirebbe se la confrontassi continuamente con i bei tempi della mia infanzia? Chiaro che quasi niente del mio vivere quotidiano uscirebbe alla grande se lo mettessi vicino costantemente al passato perduto.

E non sarei nemmeno rassicurato da quello che succede nel mio piccolo e fuori, nel mondo pazzo in cui vivo, se caricassi le mie giornate pensando a quale futuro mi attende in un profluvio di guerre, inflazioni, mutui da pagare e relazioni sentimentali sempre più complicate da mandare avanti perché sorrette soltanto dal sentimento amoroso; che è la cosa più folle, fragile, possente e volubile che ci sia.

Insomma, tornando al metal.

Credo che dovrei togliere da sopra la capoccia di queste nuove band, la coltre di rimpianti per un passato ingannevole e le ansie per un futuro per il genere che non riesco a immaginare se non in termini catastrofici (l’AI al potere).

Di sicuro non sarà il metal migliore del mondo per me. Ho troppi anni e ho vissuto tempi decisamente migliori di questi (vedete un Chuck Schuldiner in giro?) così come oggi non è questo il calcio migliore del mondo (vedete un Ronaldo?) ma è di sicuro il migliore possibile.

Se ci sono alcuni atteggiamenti che trovo deprimenti (il cosplaying diffuso tra le band giovani, l’incapacità diffusa di scrivere grandi canzoni) e aspetti che mi atterriscono (l’assenza di nomi che possano reggere l’eredità degli Iron Maiden, gli Slayer e i Metallica) questo non mi aiuta a capire davvero il metal oggi e godermelo un po’.

Ecco, magari dovrei accettare la realtà (e quindi il metal di oggi) e vivere, anziché osservare tutto da un mondo scomparso e uno in procinto di scomparire.  Che ne pensate?