QUANDO PUNK E METAL ERANO ORGOGLIOSAMENTE CARNIVORI

I Lords Of The New Church sono stati il primo supergruppo punk della storia. I loro membri erano tutte glorie proto-punk, partendo dai travolgenti ed entrambi compianti Steve Bators (Dead Boys, seminale punk band a stelle&strisce) e Brian James (The Damned, il primo gruppo della storia del punk britannico). Quanti di noi compravano i dischi per le copertine, in quella felice epoca in cui non c’erano né la possibilità di preascoltare la musica né quella di digitare da qualche parte il nome di un artista per saperne di più? Praticamente tutti. Ecco, quindi, che la veste grafica assumeva un valore non solo estetico ed iconografico, ma anche contenutistico, didascalico, politico e totemico ai fini dell’acquisto dell’album che aveva attirato la nostra attenzione scartabellando fra gli scaffali il lunedì mattina, dopo aver fatto sega a scuola.


A quei tempi le band dovevano, in un’immagine, saper esprimere tutte se stesse almeno per ciò che concerneva quel determinato album; nessun dettaglio poteva essere lasciato al caso e tutto doveva rappresentare a pennello ciò di cui, a uscita avvenuta, nessuno, dai musicisti ai produttori, si sarebbe mai dovuto pentire.

Nell’immagine di questa copertina scorgiamo i Nostri immersi in un contesto da “2017 Fuga da New York”, che non manca di infrangere i principali tabù della società borghese dell’epoca, quella contro cui il Punk era nato per scagliarsi.

Ebbene quanti di quei tabù, oggi, sono stati ereditati dall’ideologia “woke” e addirittura potenziati nel loro moralismo “eticista” e gesuitico?

Tutti.

In testa l’ecologismo, nella sua patetica estremizzazione gretina e nelle sue subdole declinazioni animaliste che vanno dalla tutela dei diritti delle meduse alla demolizione di qualsiasi ancestralità venatoria.

L’obiettivo, lungi dall’essere il buon cuore per i gattini abbandonati quanto la merda lo è dalla cioccolata, è azzerare il testosterone di quel poco di maschio che è rimasto nella società occidentale, e demolire al contempo l’indotto della produzione georgica tradizionale.

Non ultima la propaganda astemica, ovviamente travisata da salutismo bacchettone e sicurezza stradale, volta ad eradicare ogni retaggio enologico e, con esso, l’ebbra gaudenza che per millenni ha contraddistinto l’approccio esistenziale dei migliori di noi.

Insomma, l’esegesi di questa copertina testimonia senza complimenti quanto i Lords se ne fottessero di rottamazioni ecologiche, di alcol test e, a giudicare da quel coltello conficcato nella carcassa della “povera” bestiola, se ne fottessero anche della pucciosa sensibilità animalista dei loro fans.

E questo non perché i Signori della Nuova Chiesa fossero una band particolarmente politica; ma perché nel 1983 non erano ancora le agende politiche a dettare legge agli artisti, ma erano gli artisti a usarle per pulircisi il culo e dimostrare al proprio pubblico quanto fossero cazzuti.

Per chi scrive è ancora così, che si tratti di bollire un’aragosta viva per gustarla con la maionese o, piuttosto, per registrarne le grida e farci l’intro di un pezzo sfancula-animalisti. Se a voi fa pena, fatele prima un clistere di Ansiolin.

(Suaviter, G/Ab Volgar – leader dei Deviate Damaen)