Krypt Of Kerberos – Nella Svezia dei primi anni 90…

…non tutto è oro quel che continua a rilucere.

Ammetto di provare qualche suggestione, nell’ascolto di World Of Myths dei Krypt Of Kerberos. L’album uscì nel 1993, la band era svedese e proponeva una macedonia di death, doom e neoclassicismo sinistro. Oltre alle parti rallentate con il riffone e la voce cavernosa, stile Autopsy e Morbid Angel, c’erano le classiche accelerate sozze e cruente stile Desmember, qualche parentesi di marciume e corrosione di tritono e doppia cassa alla Grave, e intermezzi melodici con la voce pulita (stile thrash primo James Hetfield, per capirsi).

Le tastiere non sono lì tanto per abbellire qualche intro, hanno un ruolo attivo che ha spinto qualcuno a considerare i Krypt Of Kerberos come i Nocturnus di Svezia; non esageriamo. Di sicuro questa perenne dinamicità nella scrittura rende l’album molto interessante. Tanto più che il tempo gioca ormai tutto dalla parte della band. Quel sound, lte progressioni tetre delle chitarre, gli assoli alla Malmsteen dopo che ha saputo qualche brutta notizia, producono complessivamente un grande fascino e la tentazione di lasciar vincere la nostalgia ed esaltare questa perla del passato, c’è.

Ma non voglio cedere. Dopo numerosi ascolti, nulla mi resta davvero impresso. Temo che il problema sia dovuto al fatto che il gruppo in parte navigasse a vista, in un periodo molto sperimentale e in cui le regole del death non erano ancora del tutto state fissate, e in parte non avesse la padronanza compositiva per far sì che una quantità di buone idee divenissero delle grandi canzoni.

Va anche detto che la band morì poco dopo e solo nel 2012 è uscito un nuovo EP, ma non so se si tratti di materiale inedito rimasterizzato o di una rimpatriata dei Kerberos; quindi, non ebbero il tempo di trasformare le buone premesse in qualcosa di più. L’album se ne resta lì, sospeso tra passato e futuro, come qualsiasi dimensione che solo il condizionale saprebbe aprire per qualche momento.

Daniel Ekeroth, nel suo autorevole libro sullo Swedish Death Metal, pubblicato in Italia da Tsunami, confessa che i Krypt Of Kerberos sono la sua band preferita tra i gruppi cosiddetti minori. Quando uscì anche in Italia, nel 1994, Massignani ne parlò abbastanza male, accusando, nonostante la varietà degli ingredienti, di essere comunque un gruppo death metal, come se questa scelta fosse la peggiore possibile e fatale a tutto il resto.

Queste informazioni, carpite prima di ascoltare l’album, hanno alzato forse troppo le mie aspettative e per questo ne sono rimasto un po’ deluso.