Litfiba – I 17 re dell’inconscio

Personalmente, ma non solo, ritengo che nel panorama del rock italiano, i Litfiba si innalzano come un faro di innovazione, caratterizzato da un’insaziabile ricerca sonora e una profondità lirica rara, che in almeno quattro fasi distinte ha solcato i decenni. 17 Re, pubblicato nel 1986, rappresenta un capolavoro dell’era post-punk e new wave italiana, un’opera iconica che cattura la complessità del momento storico e culturale con una maestria unica. Questo album è un viaggio poliedrico e interiore, una narrazione a più livelli che abbraccia mercati di esplorazione spirituale, sociale, psicologica e musicale, quando fare rock in Italia significava davvero essere una sorta di animale strano, un’entità che si doveva confrontare con mostri sacri esteri e spesso uscirne con le ossa rotte.
Innanzitutto, per me, la spiritualità in 17 Re si manifesta come un radar che guida gli ascoltatori nell’esplorazione di sé stessi e del mondo invisibile che li circonda, più o meno senzientemente. I Litfiba intrecciano miti arcaici e simbolismi potenti, rendendo ogni canzone un rito di passaggio verso la consapevolezza.

I testi riflettono metafore dense di significato, in cui l’eterna diatriba tra luce e oscurità diventa una questione di scelta personale e destino da affrontare, che sia predeterminato o associato al libero arbitrio. In brani come La Preda, per esempio, questa ricerca si concretizza in una danza tra opposti: libertà e prigionia, destino e scelta.

Musicalmente, la trance del suono supporta questa dualità, utilizzando arrangiamenti che oscillano tra momenti di tensione e liberazione armonica. Il risultato è un’esperienza che induce un senso di trascendenza, incanalando il potere della musica come forma di meditazione attiva, sciamanica, ondeggiando sulle frequenze sottili.

17 Re si presenta anche come un riflesso critico della società del tempo, specchiando la realtà dell’Italia degli anni ’80, un Paese alle prese con trasformazioni politiche e culturali. L’album diventa una lente attraverso cui osservare le strutture di potere e i conflitti emergenti. Brani come Apapaia veicolano un messaggio di resistenza e autoaffermazione, in cui le parole diventano armi contro l’apatia e la conformità.

Con una sensibilità quasi profetica, i Litfiba colgono l’essenza della ribellione giovanile, trasformandola in un inno contro l’oppressione. La loro critica, pur velata di poesia, si manifesta con forza in una narrativa che incita al cambiamento e alla responsabilità sociale. L’album non solo intrattiene ma educa, spingendo l’ascoltatore a considerare il proprio ruolo all’interno della società, spronandolo a essere attivo e renderlo padrone delle proprie decisioni, senza subirle dall’alto.

A livello psicologico, 17 Re funge da specchio dell’inconscio, esplorando la psiche umana con una delicatezza che si traduce in liriche intense e coinvolgenti. I Litfiba sondano i sentimenti di alienazione, ansia e desiderio di identità attraverso trame imprevedibili e atmosferiche, evocando un’espansione emotiva che permette all’ascoltatore di immergersi profondamente nelle proprie sensazioni ed emozioni.

Prendete pure Pierrot e la Luna, un pezzo che è un autentico viaggio nelle profondità dell’essere, dove la luna diventa il simbolo dei sogni irraggiungibili e delle aspirazioni più intime. La musica si trasforma in un dialogo interiore, stimolando un processo di autoinvestigazione che sfida gli ascoltatori a confrontarsi con le proprie emozioni e insicurezze.

Questo approccio non solo conferisce al disco un valore terapeutico, ma alimenta una connessione emotiva rara con il pubblico. Dal punto di vista musicale, 17 Re si distingue per la sua audacia e sperimentazione, un album che fonde e ridefinisce generi creando un sound distintivo. I Litfiba abbracciano influenze di rock tradizionale e new wave, arricchendo questo amalgama sonoro con sintetizzatori moderni e tecniche di produzione avanzate.

Il loro uso innovativo del tempo e dei contrasti tonali rende l’album una pietra miliare nell’evoluzione del rock italiano. La loro musica diventa un’esperienza immersiva, in cui il volo mentale e il coinvolgimento fisico dell’ascoltatore si intrecciano. Questa maestria non solo celebra la creatività dei Litfiba, ma stabilisce il gruppo come pioniere del rinnovamento musicale in Italia.

Concludo affermando che 17 Re dei Litfiba è molto più di un album musicale; è una dichiarazione di intenti, un’esplorazione in profondità delle complesse dinamiche della condizione umana. Con una tavolozza di spiritualità, consapevolezza sociale, introspezione psicologica e creatività musicale, questo capolavoro non solo racconta la sua epoca, ma risuona con forza nel presente. Ascoltarlo equivale a intraprendere un viaggio che continua a stimolare, ispirare e trasformare, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica e nella mente di chi lo accoglie.

Marco Grosso