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La minaccia era stata adombrata nell’articolo su Dario Argento… stava per arrivare pure Asia, la seconda figlia (altro che la Terza Madre!), ed eccoci qua, siamo a parlare della Courtney Love italiana, della Nancy Spungen de’ noantri. Asia Aria Anna Maria Vittoria Rossa Argento, questo il sobrio nome dato alla secondogenita da mamma Daria Nicolodi e babbo Dario (la prima è Fiore), croce e delizia del cinemismo italiano. Su di lei leggerete di tutto, dall’odio gastrico più profondo a elegie dal retrogusto stilnovista. Asia non è una di cui puoi dire: “mmmh…caruccia” – oppure, “bravina” – è una che divide, che spacca in due, che genera sentimenti estremi e spesso contrapposti: o la ami o la odi. Sperimentare entrambe le polarità però non è cosa da tutti. Ma a te è successo, ed è un’esperienza di vita che condividi per il bene della scienza e forse della religione (hai visto mai che Sdangherconti psicanalisti e teologi tra i suoi lettori, oltre a qualche popstar irritabile?).
Per buona parte della tua carriera di cinespettatore, hai guardato ad Asia con sufficienza, anche con un po’ di spochia; ti pareva – come dicevano tutti attorno a te – che fosse una pessima attrice, con un accento romanesco teribbbile e degli atteggiamenti sempre troppo plateali e strafottenti, oltre ad essere una figlia di papà. In molti sostengono che i film mal riusciti di Dario dove recita sua figlia siano tali anche e soprattutto perché c’è lei a inguaiare quel poco di buono che Dario era riuscito a metter su. Tutto vero, o almeno così è stato per un po’, aderivi come un magnete di Spongebob al frigorifero, quello era pure il tuo punto di vista.
Poi, d’un tratto, senza alcuna spiegazione logica, si è acceso un interruttore “inside”, ed è scattata la fase “Loudes”. Ti sei scoperto prepotentemente attratto e misteriosamente intenerito da Asia Argento. Sulle prime, hai controllato che la cometa di Brivido di Stephen King non avesse attraversato l’orbita terrestre, generando sconvolgimenti inconsulti della tua psiche; appurato che Sandro Giacobbo non segnalasse nulla di preoccupante, hai preso atto che non eri più lo stesso di prima, non nei confronti di Asia perlomeno.
Lo giuri, a te le goticone non ti hanno mai fatto sangue, sei più il tipo da coniglietta di Playboy o da segretaria ardita (se c’è uno a cui la Scabbia pare la scabbia, la malattia, quello sei tu), e più in generale tutta quella eccentricità rozza e bislacca che circonda solitamente le apparizioni pubbliche di Asia ti ha sempre infastidito. Tuttavia, un po’ come nel caso del perito industriale Carletti, detto “il leprotto” per una malformazione congenita al labbro superiore, a un certo punto hai cominciato a guardare Asia con occhi diversi. Oltre a farti un sesso pazzesco, hai inizato compulsivamente ad avvertire il bisogno incoercibile di vedere ogni film in cui Asia ha recitato, pure i più periferici. A parte gli horror di papà Dario, hai divorato in sequenza i vari: “D-13” (polar francese con Depardieu), Love Bites (roba di vampiri, sempre franzosa), B. Monkey (thriller di Radford nel quale Asia sfodera le sue tette pazzesche in continuazione), Red Siren (ancora un thriller, ancora franzoso) e persino Baciato dalla Sfortuna (commedia con Salemme). Ingannevole è il Cuore più di ogni altra Cosa non ce l’hai fatta, pietà; e neppure le vaccate italiane alla Viola Bacia Tutti, Le Amiche del Cuore, Compagna di Viaggio, eccetera. Il dvd di Go Go Tales è lì che pazientemente ti aspetta, in una delle prossima serate divanate e casalinghe (vuoi inserirlo in una improbabile quadrilogia che parte da Striptease, prosegue con Showgirls, passa da Go Go Tales e termina con Zombie Strippers), Palombella Rossa e Perdiamoci di Vista ovviamente non fanno testo, xXx è oltre la tamarraggine e molti suoi film esteri purtroppo non sono arrivati sul mercato italiano.
Ma il piatto forte è stato ovviamente Scarlet Diva, il manifesto dell’Asia pensiero, scritto, diretto, interpretato e montato da lei, in un delirio di onnipotenza ed urgenza artistico-creativa. Pellicola “monstre” costruita da Asia, con Asia, per Asia, discesa agli inferi di un’autobiografica attrice di nome Anna Battista, che si sbatte a destra e a manca tra demoni personali, copioni improbabili, e ancora più improbabili compagni di viaggio e di sventura. Quasi impossibile narrare la trama poiché l’ultima preoccupazione del film è la trama. Un romanzo di formazione che non è un romanzo e che non forma proprio un bel niente, però è bohemien abbbestia. Tutti i personaggi, nessuno escluso, sono dannatissimi, maledettissimi, negativissimi, supadupa rockarolla. Lesbiche, drogati, erotomani, fancazzisti, deviati sessuali, ninfomani, sadici, marchettari ghey, eccetera: la crema della crema dai, nichilismo, ghetto e reietti disperati.
Riprese in digitale, inquadrature in movimento, svalvolate, colori sballati… Scarlet Diva è a metà strada tra una seduta di autoanalisi ed una celebrazione esaltata di un mondo fintamente maledetto ma in realtà pseudofigo. C’è pure Selen che fa la zoccola ninfomane lesbica (vabbè…). Asia stessa non ci risparmia mai le sue tette, assegna alla madre Daria Nicolodi un ruolo ignorantissimo (e se c’è dell’autobiografico auguri!), usa un linguaggio scurrile e fa quello che ci si aspetterebbe da Asia Argento che fa Asia Argento, la maudit. Quel che rimane è un innegabile senso di disagio, sofferenza, solitudine, evocato e rappresentato da scene e situazioni borderline tra il disturbante ed il ridicolo involontario. Ed il finale, irritante, non vuole spiegare più un cazzo, il film finisce e Asia è Asia.
Ti sei dilungato su Scarlet Diva perché ad oggi più di ogni altro, quello è il film che più spiega e racconta Asia Argento. Le sue tresche amorose, su tutte quella col pupazzo Morgan, naturalmente condite con velleità lesbo, le sue continue esternazioni piccate sul fatto che il cinema italiano la veda solo come dark lady (come se lei per anni si fosse venduta come Campanellino di Peter Pan), le sue interviste nelle quali per timidezza fa e dice cose sborone che la fanno apparire sempre XXL eXXagereted, non le hanno mai reso giustizia agli occhi del severo pubblico italiano; e pure il rapporto altalenante con suo padre non deve averla aiutata troppo (ricordi un’ospitata con suo padre a I Migliori Anni della Nostra Vita di Carlo Conti da brivido…). Molto impressionante la sua somiglianza con Daria Nicolodi, provate a cercare su Youtube un’intervista alla madre, è uguale, stesso tono di voce, stesse pause, stessa cadenza, stesso sguardo allucinato.
Ora, tu non sai spiegarti cosa diavolo sia accaduto e perché Dio lo ha voluto, forse Steven Spielberg saprebbe dirtelo, magari è come in Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, quando Dreyfuss inizia a disegnare ossessivamente strane robe mentre l’astronave degli alieni si avvicina alla Terra, ma rendi pubblica la tua dichiarazione d’ammore per Asia Argento, quella donna ti ha stregato e non saprai mai il perché. C’è chi parla di “Cospirazione Asiatica”, ma forse, molto più semplicemente, shit happens.
Marco Benbow