Ugra Karma – Gli Impaled Nazare tra capre e cavoli

Agli inizi degli anni 90 se ne dicevano tante su di loro; che erano satanisti, nazionalisti, animalisti (nel senso peggiore del termine e con la fissa per le capre), addirittura si vociferava che il loro cantante, Mika Luttinen, così pelato, così emaciato, logoro e putrido d’aspetto, fosse sieropositivo e in procinto di morire. Ricordo che quando presi in mano il loro primo album in un negozio di usati, era a tipo tremila lire, dopo averlo soppesato a lungo, decisi di rimetterlo al suo posto. Volevo qualcosa di estremo, ma mi sembrava che gli Impaled Nazarene fossero a un livello davvero troppo, troppo malato e squallido per le mie smanie di inferno e budella.

Ammetto di non averli capiti per anni. E con me l’intera stampa metal. Quando uscirono i primi album gli addetti li stroncavano (Massignani su Metal Shock diede due pugnali e mezzo a Ugra Karma) prendendoli comunque molto sul serio e dicendo che esprimevano un’autentica perfidia.

Negli anni 2000, quando ormai il gruppo aveva esaurito da tempo ogni idea e si rifaceva vivo troppo spesso e con album ripetitivi e auto-referenziali, le riviste li stroncavano ancora, rinfacciandogli di non essere più ai livelli dei vecchi dischi stroncati e concludendo che erano solo dei gran pagliacci. A onor del vero, Stefano Longhi li definiva così già all’uscita di Suomi Finland Perkele.

Gli Impaled Nazarene, a partire da un nome così tremendo da provocare risate isteriche nei profani, sono sempre stati pagliacci. Ma non lo dico per denigrarli. Non hanno mai voluto prendere sul serio il black metal e quelli che nel 1992, a ridosso delle tragedie che stavano trasformando la Norvegia e poi tutta la scena Europea in un circo sanguinario, per loro erano già stereotipi noiosi e ridicoli: il satanismo, il filo-nazismo o il filo-comunismo intesi come il culto delle personalità più folli che il Novecento avesse partorito. E poi le capre, capre. e ancora capre.

In effetti i siparietti in cui demoni infoiati violentano animali (Impure Orgies) doveva suggerire che gli Impaled Nazarene ci stessero e si stessero prendendo un po’ per il culo, ma evidentemente le tematiche erano ancora troppo impressionanti, se trattate poi con quella disinvoltura blasfemissima.Io li paragono, per il black, a quello che nel death fecero, sempre in quegli anni, i mitici Pungent Stench.

Sia Tol Cormpt Norz Norz Norz… che Ugra Karma erano feroci come poche cose uscite in quegli anni, però erano anche molto ambigui: per esempio non si capiva se la band facesse grind (Coraxo), per via dei pezzi più brutalmente corti o se facesse black, dato che c’erano effettivamente dei brani che non potevano essere definiti in altro modo (Sadhu Satana), tra le urla demoniache, il blast-beat e i riff circolari e con le zanzare nel culo.

A complicare le cose ci pensavano loro stessi, che si definivano cyber-goat-psycho-metal o qualcosa di simile. Erano grotteschi, originali, audaci e beceri. E c’era un equilibrio di tutte queste qualità, al punto che non si poteva decidere se una prevalesse sulle altre. Gli esperti li liquidarono come estremisti del pessimo gusto, per lo da relegare nell’ambito dei nomi grossi del black metal anni 90 e via via, per lo più nella categoria dei pagliacci, con Glenn Benton, Trey Azagtoth e tutti coloro che negli anni si erano sputtanati a forza di pose demoniache e proclami apocalittici di auto-immolazione.

Mi spiace per voi ma gli Impaled Nazarene sono qualcosa di più complesso di quello che oggi si dice di loro. Ancora aspettano qualcuno che provi sul serio a decifrarli e riconoscerne la grandezza.