Antenna e gli ZZ Top quelli veri…

Negli anni 90 gli ZZ Top avevano firmato un contratto con la RCA per una cifra che oggi lascia perplessi, ma solo chi non capisce nulla di logiche fiscali all’interno delle grandi etichette del music business. Voglio dire, voi avreste sottoposto un contratto agli ZZ Top, negli anni del grunge, per cinque album in dieci anni, a 35 milioni di dollari?

Io no e nemmeno voi, ma la RCA fece proprio così. Antenna fu l’inizio di questo sodalizio, dopo che il gruppo aveva passato quasi vent’anni, non esattamente a fare la miseria tra la London e la Warner Bros. Gli 80s erano stati molto fortunati per loro, grazie soprattutto a Eliminator, il primo dei tre lavori farciti di elettronica sui quali si è scritto tanto, sovente in termini polemici. C’è chi si riferisce a quel periodo della band come “gli anni del cyber-boogie” e chi li paragona per l’uso massiccio di synth a gente come Ministry e Nin.

Quando il gruppo uscì con Antenna, sorprese il mondo con un ritorno alle origini a cui abboccarono quasi tutti. Col senno di quando sono buone le fave, era abbastanza prevedibile, tra il 1992 e il 1993, che Gibbons e gli altri due tizi irsuti, pensassero di sgravare il proprio sound da tutta quella paccottiglia tecnologica e puntassero di nuovo sul blues crudo dei vecchi tempi. Era quella una tendenza generalizzata che proprio il grunge aveva inaugurato. Avrebbero potuto realizzare un disco come Cyberpunk di Billy Idol cagando sul piatto d’oro che la RCA gli aveva messo davanti ma si guardarono bene dal farlo. Il gruppo fece la scelta più spregiudicata e cinica, esattamente come dieci anni prima, andò nella direzione del vento. Fu la mossa giusta? Ne parliamo più avanti.

Sapete, la verità è sempre quella cosa che al pubblico rock piace poco sentire (e leggere). Gli ZZ Top non hanno mai smesso di usare in modo pesante la tecnologia, se non altro per restituire quel senso di antico e di ruvido che il gruppo sembrava aver perduto con il trittico synth-rock degli anni 80. Da Antenna in poi le cose sono cambiate solo in superficie e la disputa tra vero e falso, artificiale e tradizionale, umano e robotico, è una cosa che tiene occupate le masse ma che fa sbadigliare le band, ben consapevoli che è proprio la tecnologia e ora anche l’A.I. a permettere al rock di recuperare il suo nocciolo, dal momento che il vostro e mio genere preferito, nasce in un contesto elettrico e sprigiona definitivamente tutto il proprio potenziale in una dimensione fortemente industriale. Il vero, la radice blues, la palude con le zanzare e la birra tra gli stivali, le barbe e i vecchi tempi, sono i fotogrammi di un mondo mai esistito senza i trucchi dell’elettronica.

Sul fatto di chiedersi come mai la RCA avesse puntato tutto su una band così “classica” in anni di alternative e di Pearl Jam, non è solo dovuto all’ignoranza in fatto di bilanci e di economia, ma anche alle trappole della memoria e a un’ignoranza generazionale. Chi non c’era conosce solo la “Storia del rock” come gliela racconta VH1 e You Tube e ignora o ha rimosso che tra il 1992 e il 1994, mentre il grunge imperversava nelle classifiche, avevano ancora un grande successo: Bryan Adams con la sua fottutissima raccolta So Far So Good, gli Aerosmith con Get A Grip, i Bon Jovi ancora una volta con una raccolta, Cross Road. L’hard rock e il rock “normale” non erano fuori dai giochi, semplicemente non rappresentavano più il trend, ma un gruppo capace di scrivere grande musica e con una lunga esperienza tra la nicchia e l’alto delle classifiche, poteva giocarsela con qualsiasi Soundgarden o Alice In Chains. Ecco perché gli ZZ Top, anzi… perché no?

Antenna è stato un buon album e ha ottenuto risultati accettabili, non da strapparsi i peli della barba, ma secondo le previsioni dell’etichetta. Certo, poi il gruppo avrebbe pubblicato altri quattro album, calando sempre di più con le vendite; ma pure negli anni 80, dopo Eliminator, sia Afterburner che Recycle, per la band, segnarono una progressiva discesa, anche se nei range del continuo successo di vendite, sia chiaro. Però sapete come funziona nel rock da classifica? Quando i Whitesnake vendettero solo un milione di copie con Slip Of The Tongue e non i cinque milioni di 1987, nessuno alla Geffen pensò di stappare lo champagne per festeggiare, perché in quel caso, un milione di copie voleva dire band in crisi. Nel caso degli ZZ Top le cifre non furono così lontane, ma meno e poi ancora un altro po’ meno.

L’album del 1994 è oggi piacevolissimo da sentire. Sappiamo che è l’ultimo picco prima di tornare alla routine verso la pensione, ma che diamine, non è proprio quello l’obiettivo? Farne un lavoro e non pensarci più? Poi i tre avevano messo in tasca tutti quei milioni e la pensione se l’erano già conquistata. Probabilmente non riuscirono a meritarsi un tale investimento, però non fu colpa loro, se lo fu di qualcuno.

Antenna ha almeno due pezzi da antologia che riascolto sempre con piacere: Breakaway e World Of Swirl. La prima è cantata da Gibbons e la seconda dal povero Dusty Hill. I due si alternano alla voce, come al solito, ma scommetto che molti di voi non se ne sono mai accorti e sono certo che parecchi non si siano soffermati sulla somiglianza dell’ugola di Gibbons con quella del Lemmy più melodico di inizio anni 90. Fateci caso.

Questi due pezzi, insieme all’altro singolo Pincushion tengono alto il profilo, ma parliamoci chiaro, il resto è la solita cosa degli ZZ Top, è ciò che saprebbero ancora fare oggi e che hanno fatto per molti anni. Servono a riconfermare l’aria famigliare di questo gruppo. Brani come Cherry Red o Girl In A T-Shirt, che è la sola vera schizzata fuori dal vaso degli anni 90 di Antenna, fanno sorridere, annuire con la testa pensando al lato bonario e sornione dell’America rurale, alle stazioni di benzina polverose dei film e all’aria buffa e un po’ surreale di questi gentiluomini del west.

Antenna merita sicuramente considerazione per il gran lavoro sul suono da parte dell’ingegnere Joe “Hardware” Hardy. C’è lui e solo lui dietro l’ammodernamento anni 80 che permise al gruppo di sfondare nel mainstream rock ed è ancora lui a dirigere la delicata operazione di rientro nei ranghi della trandyzione.