Nei primi anni 90, nel’imbuto commerciale del METAL, finirono anche parecchie band industrial. I Cassandra Complex non erano estremi come gli Skinny Puppy o i Ministry, non avevano il fascino dei NIN, però si difendevano bene. Inglesi di Leeds, non disdegnavano ritmiche spinte e chitarrame tagliente e ferramentoso. Dopo una pausa di otto anni tra il 1992 e il 2000, ripresero a fare dischi e concerti; a quanto mi risulta non si sono più fermati, anche se penso dalle nostre parti non siano mai riusciti a guadagnare una grande attenzione. Chissà se li ricorda qualcuno dei nostri lettori.
L’album che sto ascoltando ultimamente si intitola Sex And Death. Non si tratta di un concept ma gira intorno a un unico tema: quello dei serial killer; con una particolare predilezione per il romanzo di Bret Easton Ellis, American Psycho, uscito in quegli anni lì e che, grazie alla ferocia delle femministe, una straordinaria campagna pubblicitaria, a forza di pagine di grandissima ed estrosa violenza pornografica, ottenne un successo enorme. Per me è il capolavoro Splatterpunk assoluto.
Tornando al disco c’è un po’ di tutto. Ritmiche bum-bum-bum-tang alla Psalm 69 (Kneel: To The Boss); altre cose più cadenzate e ritmiche, da ronda notturna in cerca di carne fresca (Mouth Of Heaven) e passeggiate lounge troniche più lascive e striscianti (Come Out). L’insieme regge bene, dopo tanti anni. C’è persino un pezzone da paura: The War Against Sleep, con il titolo e un ritornello meravigliosi.
I Cassandra Complex mi fanno pensare, sin dal nome ma non solo, all’attitudine pessimistica e apocalittica delle band industrial metal del secolo scorso. Sembravano una specie di gigantesco treno diretto contro la fine del mondo. Era più suggestivo ascoltarle a ridosso del nuovo millennio, tra insetti di fuoco, anticristi e pestilenze zombie che avanzavano dal centro buio dei tre zeri del 2000, rispetto al post-moderno purulentissimo di cui oggi è affetto il mondo della musica, a tutti i livelli.
C’era in effetti una timida stagione nichilista sotto la coltre di placido progressismo degli anni 90. Il metal e tutti gli ibridi che facevano intorno a esso una danza sabbatica, diffondevano una grande atmosfera ca(n)tastrofica che ricordo con una certa nostalgia. Oggi è modernariato jattorio; è tecno-memorabilia. Il genere più smaccatamente dronico, ha fatto la fine dell’ultima generazione di elettrodomestici del 1998: lo si guarda ora, quel design sonoro, quell’epica del stiamo andando a puttane e neanche la viviamo direttamente, con un po’ di disagio. Erano queste le visioni che avevamo? Ma dove stavamo guardando?
Certo che l’arrivo del Grande Fratello, gli attentati dell’11 settembre, la pedo-pornografia social, la woke culture, sono tutte cose orribili, eppure siamo ancora in piedi. Nemmeno la pandemia ci ha scalfiti. Il complottismo è tutto ciò che abbiamo ancora oggi, di quella serenata industriale. Nel caso dei Cassandra Complex c’era già una filosofia neo-pagana in atto, tra le maglie cyber di questi tessuti neri e decadentissimi.