Di questi tempi si parla di Perry Farrell per la rissa con Dave Navarro, filmata sul palco di quello che potrebbe essere l’ultimo concerto dei Jane’s Addiction in assoluto. O forse no, chissà. In questo articolo riavvolgiamo tutto e andiamo all’inizio del cammino di questo strano e inquietante cantore della psichedelia anni 90, molti anni prima che divenisse un punto di riferimento in tutto il mondo alternative rock con il gruppo che potrebbe aver distrutto con le sue stesse mani (sbattendole addosso al chitarrista con cui è e sarà legato in eterno). Sto per dervi degli Psi Com.
Gli Psi Com furono la prima band di Farrell, quando era un ragazzone in fissa col surf e passava le serate a esibirsi come imitatore in un locale di Newport Beach. Non li fondò lui. Rispose a un annuncio in cui il gruppo cercava un batterista. Lui voleva essere il loro vocalist e per qualche strana ragione, lo presero con loro, rimanendo ancora per un po’ senza batterista ma con un tipo strano in più a intasare la sala prove, spesso strafatto di funghi allucinogeni.
La band non era niente di eccezionale, il post-punk americano non ha mai dato grandi frutti; il meglio era già accaduto molto rapidamente in Inghilterra, tra Cure, Bauhaus, Siouxsies And The Banshees, The Cult e via dicendo. Vi risparmio la lezioncina da Classic Rock. Sapete di cosa parlo, vero?
I Psi Com cercarono musicalmente una direzione, ma durarono troppo poco per trovarla; anche perché le cose gli andarono abbastanza uno schifo e poi ci si mise una folgorazione spirituale che condusse il grosso della band verso la comunità più vicina di Hare Krishna.
Vi esorto a sentirli perché è interessante ascoltare Farrell che fa l’imitazione di Peter Murphy e poi, come un licantropo che erompe fragoroso dalle sembianze umane farlocche, nel giro di pochi brani, si trasforma rapidamente nel cantante dallo stile inconfondibile e impervio che tutti conosciamo.
L’EP raccolta Psi Com 12, uscì nella più totale indifferenza nel 1993 ma so che di recente dovrebbe essere nuovamente in commercio un cofanetto curato dallo stesso Farrell. Un’eredità che di per sé resta troppo poca cosa, nonostante la presenza del frontman, per offrire un successo postumo alla band. Brani come Ho Ka Hey, Xiola sono discreti, Winds e City Of 9 Gates intrigano parecchio, e suggeriscono sviluppi poi concretizzatisi nei futuri Addiction, ma tutto questo, poco meno di mezz’ora, cinque brani, non è abbastanza per farci rimpiangere gli Psi Com. Rimpiangiamo semmai un giovane e fertile Farrell, pensandolo oggi, sperso, dinoccolato su un palco qualsiasi mentre bercia contro il vuoto e poi si scaglia su Navarro, Chissà se prende ancora funghi allucinogeni?