Disclaimer: questo articolo é il risultato di una lunga conversazione avvenuta sul gruppo Whatsapp di Sdangher! a colpi di messaggi vocali. La trascrizione é stata effettuata utilizzando un tool di A.I. su cui poi il sottoscritto ha messo le mani. Forse siamo rincitrulliti, o forse siamo solo lo specchio dei tempi, vedete voi.
Ascoltavo ieri sera un cantante, non era uno dei tanti, come cantava Battiato, ma avevo comunque gli occhi gonfi di stupore. Sciocchezze a parte, dicevo, ero in macchina e riascoltavo per intero Metalhead dei Saxon, quel disco del ’99 piuttosto interessante in cui avevano iniziato a indurire un po’ il sound. A un certo punto parte questa canzone, Conquistador, senz’altro una delle più belle del disco, e siccome non avevo niente di meglio da fare inizio a seguire mentalmente il testo.
Sulle prime, così a grandi linee, mi è sembrata un’esaltazione della figura storica dei Conquistadores spagnoli, anche piuttosto convinta ed enfatica.
Poi, in un secondo momento in cui continuavo a non avere di meglio da fare (e che vuoi fare mentre guidi?) ed ero in modalità nerd, decido di fare una sosta, mangiarmi un panino e iniziare a scrollare il testo della canzone. Sul momento sono rimasto piuttosto basito, perché il testo di “Conquistador” è praticamente l’apologia di queste controverse figure che non portavano certo il buon per la pace.
Vediamo un po’:
Terre lontane ti stanno chiamando
da lontano attraverso il mare
Aspettando che le storie vengano raccontate
i venti del cambiamente si stanno abbattendo
attraverso tutto il Golfo del Messico
Ti porteranno verso la terra dell’oroConquistador
ti vedo che stai partendo
Molto lontano dovrai andare
verso lidi lontani
Loro stanno chiamando
Chiamano a gran voce attraverso il mareI tuoi stalloni cavalcano in tutto il paese
La tua conquista è iniziata
Stai cercando il regno del sole
Un potente impero che hai trovato là
Non hai mai visto una cosa simile
Il palazzo davanti a voi come in un sognoLa dinastia delle divinità Inca
non governerà a lungo questo paese
Il sole è tramontato sul re d’oro
Nei galeoni ancorati al largo della costa
rimarranno i loro spiriti
Il tuo destino conquistador della Spagna
Con tutto il bene che posso volere a chi si cimenta in canzoni storiografiche, definiamole così, i Conquistadores non sono proprio il primo argomento di cui vorrei parlare nei miei pezzi e con questo non voglio comunque impantanarmi in questioni storico-politiche; quello che hanno fatto i Conquistadores è storia non devo certo ricordarlo né approfondirlo io.
A riprova di ciò, mi sono detto, sai che c’è, vado a vedermi anche il testo di Conquistadores dei Running Wild, giusto per capire come l’avevano messa giù. Pur non essendo mai stata una band politica, Kasparek e gli altri pirati sono sempre stati da quel punto di vista facilmente inquadrabili, infatti il testo, peraltro molto esplicito, oltre a essere anticristiano è soprattutto “anticonquistadores”:
Combattono, uccidono, saccheggiano
Sotto la bandiera della “santa” chiesa
Cacciano, mentono, imbrogliano, rubano
Compiono nefandezze al suono delle campane
Per caso Rock n’Rolf aveva qualche velleità storico-revisionista? Non credo proprio, e lo dimostra il fatto che su pezzi dedicati a figure storiche e controverse ci abbiano tirato su un repertorio. Mi sembrava più un grido di rabbia, di incazzatura verso certe figure che potevano sembrare gloriose e non lo erano per un cazzo.
Allora ho pensato, se i Running Wild nell’87 dicevano queste cose sui Conquistadores, cosa può aver spinto i Saxon dodici anni dopo, alle porte del nuovo millennio, a concepire un testo dal taglio completamente diverso? Si tratta per inciso di una canzone molto bella, forse la migliore di un disco che non ascoltavo da tantissimi anni e che quasi mi ero dimenticato di avere, anche perché gli stessi Saxon non se lo inculano manco di striscio.
Però mi sono detto, porca trota, che bel pezzo, che bella melodia, perché magari immagino la scena, tu sei in studio che ti sbatti con Charlie Bauerfiend, tutto preso dalla mistica germanica e dal metallo pesante, e a un certo punto hai la melodia, hai i riff e dici, ci sbatto sopra il testo di questa canzone, facciamo un testo su Conquistadores, che è come dire scrivo un testo su, che cazzo ne so, gli Afrika Korps, i Lanzichenecchi, o le SS.
Poi uno può sempre dire, vabbè, io faccio un resoconto storico, quindi racconto i fatti, come hanno fatto gli Slayer con Angel of Death (anche se in fondo al testo c’è quell’“infamous butcher” che ribalta l’intenzione), o come fanno i Sabaton, che hanno pure tirato su un canale modello History Channel.
I Saxon in quel testo non raccontano la storia, è proprio un’esaltazione della figura, quindi boh, o veramente si sono bevuti il cervello, o non so cosa pensare, prima ce la menano con la working class e tutte quelle robe alla Ken Loach, e poi fanno una canzone in cui esaltano i “Conquistadores”.
Io lo so cosa state pensando. Luca, rifatti una vita. E’ lunedì, piove, hai una famiglia, degli obblighi, un lavoro, relazioni sociali, e stai a pensare a una canzone semisconosciuta risalente a un quarto di secolo fa, di cui forse neppure chi l’ha scritta ne conserva il ricordo?
Poi ho anche pensato che questo è un ragionamento di revisionismo. cioè, Luca, tu polemizzi sui revisionisti (non gli storici che lo fanno di mestiere, specifichiamo), sulla cancel culture odierna e poi fai un ragionamento del genere?
Ma io non discuto col senno di poi, non giudico un contenuto di ieri con i valori di oggi. Io sto analizzando QUEL momento, il 1999, non sto dicendo che oggi per me una roba del genere sia imbarazzante, lo è nella misura in cui ti crea grattacapi, e sono convinto che se uscisse oggi un testo del genere la shitstorm sarebbe garantita e non c’è bisogno che lo ribadisca.
Discuto il fatto che nel 1999 qualcuno se ne sia uscito con quel testo, che non aveva velleità storiografiche, ma che non era neanche un testo ingenuo o buttato lì. Qualcuno, nel momento in cui lo scriveva, non può non aver pensato al lato oscuro delle vicende che vedevano come protagonisti quei personaggi.
Preso dallo sconforto, prima di scrivere mi sono confrontato con gli altri puledri. Per qualcuno, nel testo di “Conquistador” non c’è nulla di tanto diverso da quello che può essere il testo di “The Trooper” o qualsiasi canzone incentrata su figure anche storiche. Insomma, è soltanto un punto di vista, nel caso specifico quello di un Conquistador che deve partire per terre lontane ma non è un’apologia del tipo “massacra tutti quelli che trovi, ruba tutto quello che trovi”. E’ una romanticizzazione della figura di questo soldato, di questo esploratore che deve partire verso una destinazione ignota come può esserlo di qualsiasi altra figura storica.
Insomma, per qualcuno non ci sarebbe troppo da scandalizzarsi. Pensiamo a uno come Lemmy, che collezionava centinaia, forse migliaia di cimeli nazisti perché a suo dire l’iconografia era più figa delle altre, dormiva sui furgoni, ha fatto il roadie di Hendrix, si è accoppiato con donne di ogni provenienza e tutto gli si può dire meno che fosse un nazista, quindi forse siamo davvero su questa crina qua, ossia voler vedere delle cose che non ci sono.
Non c’è nulla nella vita, nei testi o nelle dichiarazioni di Byford che possa far pensare a qualche sua simpatia per chi è stato, diciamo così, dalla parte sbagliata della storia.
Vero, negli States fino a poco tempo fa si festeggiava il Columbus Day, solo ultimamente nell’ottica della cancel culture o del revisionismo, e da quel punto di vista forse è pure giusto, hanno iniziato a mettere i puntini sulle I e a capire che la storia degli Stati Uniti è stata caratterizzata in buona parte da una logica di depredamento e ruberie…
Tornando ai Saxon, forse quel testo è al limite, perché comunque vede le cose dalla prospettiva di quello che noi poi sappiamo essere una figura storica nei fatti prevaricatrice, però non ci sono dentro incitamenti o elogi a ciò che hanno fatto, esattamente come nel testo di “Angel of Death” non ci sono esplicite apologie all’opera di Mengele.
Si potrebbe anche dire che il testo di “Angel of Death” evidenzia, mette in musica e da un certo punto di vista esalta questa figura, perché se gli dedichi una canzone, la ritieni importante, la evidenzi, lo metti in luce?
Si tratta di una posizione un po’ tirata, il Conquistador è una figura storica dotata di fascino al pari di altre figure storiche ben poco pulite, ma che comunque sia, visti dal punto di vista letterario e storico, esercitano un fascino; se poi vogliamo fare un’analisi sociologica, umanitaria, politica e tutto, è un altro discorso.
Riflettendo a mente fredda, resto dell’idea che i Saxon volessero esaltare il mito della conquista. Non penso questo di loro, né di tanti altri come loro. Mi sconvolge però l’utilizzo che si arriva a fare dei contenuti musicali in un’epoca in cui le canzoni non cambiano più il mondo, o così almeno si dice; in un’epoca in cui tutto è tracciato, tutto è alla portata di tutti, per cui sei costantemente sotto l’occhio del ciclone per qualsiasi cosa scrivi, canti o di cui tu lasci traccia in qualche modo.
Io sono andato a rileggermi anche il testo di “Crusader” ripeto, non avevo niente di meglio da fare. Ribadisco, due pezzi incredibili, due canzoni meravigliose. Curioso il caso di “Crusader”, che racconta la prospettiva di chi vorrebbe partire per le crociate, addirittura lì si parla dei “saraceni pagani”, che se vogliamo potrebbe essere anche una contraddizione in termini. Magari no, forse venivano chiamati pagani, non lo so. Ci stiamo addentrando in un terreno molto scivoloso.
Quello che mi ha sconvolto però su YouTube sono i commenti e le reazioni ai video. È chiaro che Byff, ne sono straconvinto, non avesse alcuna intenzione manifesta di mitizzare delle figure prevaricatrici, né di scatenare un dibattito polarizzante.
Però oggi quelle canzoni, volenti o nolenti, fanno da grimaldello a una serie di prese di posizione discutibili. Vi invito a leggere i commenti su YouTube, anche se non rappresentano mai un buon modello per argomentare una discussione.
Certo, si potrebbe finta di nulla e dire chi se ne frega, il mondo è pieno di stupidi che commentano sui social. Abbiamo tutti una punta di snobismo quando facciamo finta di niente. Però è incredibile come un qualcosa che magari tu hai detto, creato, composto in buona fede tanti anni fa, oggi è fissato nel tempo e viene di fatto preso a riferimento da qualcuno.
Qualcuno che probabilmente travisa le vere intenzioni della tua scrittura.
Ho trovato un articolo in inglese molto interessante in cui Byff parla proprio di canzoni come “Crusader” e “Lionheart”, per esempio (incredibile che esistano giornalisti ancora capaci di affrontare certi argomenti senza alcun tipo di soggezione).
La storia dell’Inghilterra, spiega lui, è una storia fatta di battaglie, di una certa epica che riguarda la nazione intera, e questa epica viene tramandata fin dagli anni della scuola. È un aspetto culturale largamente condiviso e presente nella società inglese, e allo stesso modo è probabile che ciascuno di loro inconsciamente tiri fuori queste tematiche in maniera abbastanza naturale, perché è appunto un aspetto culturale determinante.
“Crusader”, sostiene Byff, non è una canzone per qualcuno, è una canzone da una certa prospettiva. Non prende posizione, non fa un’esaltazione. Siamo sul filo del rasoio sono d’accordo, ma per “Conquistador” francamente avrei un po’ più di difficoltà. Su YouTube ci sono commenti, sia sotto la pagina ufficiale Saxon, ma anche degli altri video e ci sono delle robe francamente allucinanti da leggere.
Le persone maneggiano con estrema libertà una serie di concetti storici, politici, filosofici, senza pudore, ma anche senza umiltà. Probabilmente lo facciamo tutti in misura diversa, ed è questo che lascia esterrefatti.
Non sto mettendo in croce Byff, io sono un fan dei Saxon ovviamente. Però mi metto nei panni di uno che scrive musica che magari trenta o quarant’anni fa parlava secondo la sensibilità del momento e affrontando alcune tematiche forse non pensava che avrebbero potute essere fraintese o manipolate a distanza di decenni. Chissà se Byff ci pensa mai a queste robe, o sono solo io che non avevo di meglio da fare.