Accendi l’Hard Disk esterno e noti che lo spazio non ti basta più. Non vuoi comprarne uno nuovo, non tanto perché sei taccagno e non ti va di spendere quei soldi, ma più che altro perché t’accorgi che hai accumulato molta spazzatura nel tempo e inizi a buttarla nel cestino. File, video, musica, documenti con cui condividi un legame fisico, ricordi felici e dolorosi mentre con altri ti chiedi perché siano ancora lì e basta. Giga e giga di memoria buttati al vento.

Giorni interi per scaricarli, pochi secondi per eliminarli. Mi giro, noto pile di cartoni nascoste dietro l’armadio e vi trovo riviste cartacee, queste sconosciute, d’ogni genere: videogiochi, musica, film, ecc. Mi piange il cuore a buttarle, ne tiro fuori alcune e le dispongo sul letto, le accarezzo. Ne prendo una e incomincio a leggerla. Pensare che seguivo le parole di chi si è nascosto dietro quelle righe come fossero quelle d’un amico che sapeva consigliarmi nel marasma della scelta. I soldi erano pochi, le cose da comprare troppe. Raccoglievi la paghetta (perché andavi a scuola e i soldi te li davano mamma e papà) compravi la rivista dall’edicolante prima d’andare a scuola e te la leggevi in classe. Un classico per molti. I prof si lamentavano in continuazione con i miei genitori di questo mio particolare rito. Cazzo mi frega, fosse stato per me li avrei bruciati con la benzina tanto mi stavano sulle balle, sopratutto quella di francese; che lingua di merda. Ma poi le stampano ancora le riviste cartacee?

Non per fare il solito discorso da vecchio, che poi io sono giovane quindi sono nato vecchio e morirò nascendo forse magari mentre farò sesso con una vecchia e tornerò bambino a morirle tra le tette… che morte fantastica. Vedo già i titoli dei giornali: “Uomo muore nascendo mentre fa sesso con una vecchia!”. Il discorso di Rude Awake Metal “Quel Rude Venerdì Metallico /81:Giovani nati vecchi”, mi ha colpito parecchio. Non solo mi rispecchia molto, ma mi fa pensare che esistono ancora oggi riviste tipo classix metal: una roba che parla di vecchi per vecchi. La digitalizzazione non ha ammazzato la stampa, ne ha solo cambiate le vie di distribuzione eppure… mi manca quel qualcosa, come quando andavi al gabinetto per una cagata veloce e ti bloccavi le ore mentre fuori bussavano perché la puzza era troppa e pensavano tu fossi morto facendo lo stronzo quando invece ti eri solo immerso nella lettura d’una recensione troppo accanita che commentavi urlando reazioni portuali come “che cazzo dici pezzo di merda, è tutto errato. Tu non capisci un cazzo!”, e poi il mese dopo racimolavi di nuovo i soldi e compravi un altra rivista. Io sono cresciuto sopratutto con quei malati di XBM.

Ero un alternativo, non volevo la pleistescion, volevo l’icsbocs e questo ancora oggi mi costa una fonte inestimabile d’insulti. Partivo sempre dalla fine, perché le ultime pagine erano un delirio nel delirio “xbm extra”, tutto ciò che non centra con i giochi. Pupa del mese, pubblicità assurde, dilemmi tipo se Mazinga fosse una pippa, recensioni improponibili. Neanche tre giorni dopo e RAM mi posta un articolo dove ripropone un estratto del nostro passato, un numero di Metal Hammer, quando valeva ancora qualcosa, seppur leggendo i commenti su facebook non noto alcuna corrispondenza col mio pensiero. Ora se andassi all’unica edicola che vende riviste musicali e prendessi la suddetta piangerei e tornerei qui al computer per continuare a scrivere che mi manca quel periodo. Sarà che sono troppo vecchio per quelli della mia generazione, o troppo giovane per quelli della vostra, però non nego che quando mi siedo sul gabinetto e mi ritrovo col flacone dello shampoo a leggere l’etichetta mi sorge la domanda: come ho fatto a ridurmi così! L’ultimo memoriam rimastomi di qualcosa di leggibile sul cesso senza un uso estremo in caso che il rotolo fosse finito è Grindzone, perso nei meandri del tempo. Peccato, li devo ancora ringraziare per un paio di gruppi che vivono tutt’ora nel mio stereo.