Andy Ergün mi ha dato l’impressione di un uomo puro, schietto e realista, parla ancora del passato della propria band con orgoglio ed è compiaciuto che sia amata e rispettata, almeno dai pochi che se la ricordano o che la conoscono, ma lo fa senza recriminazioni e voli di fantasia esagerati. Le cose andarono così e questo è quanto. Gli ho domandato di Stefan e di Adrian. Il primo dal 1996 è diventato il batterista dei Grave Digger e lo è stato fino a pochi anni fa. L’altro è svanito nel nulla e con Andy abbiamo cercato di capire qualcosa a riguardo. Trovo sia venuta una bella intervista. Si parla di tutto e senza riserve. Andy è un tipo che vi consiglio di conoscere attraverso queste domande. Non siamo d’accordo su ogni cosa, ma va benissimo così. Lo rispetto per quello che ha fatto e per come si è reso disponibile e generoso rispondendo a queste mie domande. Forse, tra qualche tempo, pubblicherò anche un’intervista a Stefan. Lui mi ha assicurato che invierà le domande appena avrà un momento per farlo. Purtroppo, raramente queste cose vanno in porto se non succede subito nell’arco di pochi giorni, almeno così mi dice la mia esperienza. Speriamo bene con Stefan Arnold. Intanto godetevi la versione di Andy Ergün e se non li avete ancora mai sentiti, correte a conoscere i vecchi, infiniti, Grinder.
1 – Internet è pieno di interviste con veterani di band degli anni ’80, ma si parla molto poco dei Grinder. Ti aspetti un ritorno di interesse prima o poi? Pensi di meritarlo per quello che avete fatto?
No, non credo che ci sarà un ritorno di interesse per i Grinder. Semplicemente non eravamo abbastanza famosi e, a dire il vero, sono passati più di 30 anni. La generazione odierna di metallari (quelli tra i 30 e i 40 anni) non conosce nemmeno i Grinder. Voglio dire, come potrebbero? Io, ad esempio, sono nato nel 1967. Ascolto ancora le band di quel periodo? I Beatles, Elvis, The Animals, Manfred Man, The Byrds? No. Certo che conosco le loro canzoni e sì, ogni tanto ho un momento sentimentale e metto ancora su un po’ della loro roba, ma erano artisti estremamente famosi. Li conoscevano tutti. Hanno scritto la storia. Al contrario, solo poche persone conoscevano noi. Avevamo una piccola base di fan principalmente in Germania. Per non parlare del fatto che siamo stati visibili alle persone solo per 3-4 anni (primo album nel 1988, scioglimento nel 1991/1992). Se meritiamo più interesse oggi? Non ne ho idea. Meglio chiedere alla gente là fuori. Personalmente, penso che avessimo delle canzoni davvero belle e senza tempo, ma non eravamo abbastanza eccezionali da lasciare un segno significativo nella storia della musica. Tuttavia, sono dannatamente orgoglioso di ciò che abbiamo fatto e sono contento di averne fatto parte. Sono felice per tutti coloro che ancora si ricordano di noi e ascoltano le nostre canzoni anche oggi.
2 – Sono rimasto molto colpito dalla storia della canzone “Frenzied Hatred”, dal vostro primo album “Dawn For The Living”. Per molti, quella canzone ha un testo su un serial killer. So che l’hai scritta tu che e invece parla del tuo odio per tuo padre. Sei un padre oggi? Hai figli? Sei passato dall’altra parte o no? Inoltre, come si è evoluto il tuo rapporto con tuo padre?
Sì, è vero. La canzone parlava dell’odio che provavo per mio padre in quel momento. Mi sentivo intrappolato, non mi sentivo capito, mi sentivo incredibilmente infelice ed ero follemente arrabbiato perché non sembravo mai essere abbastanza bravo per lui e non potevo mai soddisfare le sue aspettative. Ma non è così che si sentono la maggior parte degli adolescenti? Penso che la maggior parte degli adolescenti si senta incompresa e costretta, con la sensazione di stare in qualche modo sbagliando tutto. Una volta odiavo mio padre, ma ora che lo conosco meglio, ho capito che si comportava così per amore nei miei confronti. Semplicemente non sapeva come dimostrarmelo. Sembrava una persona fredda e ovviamente non aveva il vocabolario emotivo e verbale per esprimere i suoi sentimenti. Ora che sono padre, io stesso sono molto grato di aver potuto imparare a non comportarmi come lui.
Paradossalmente questo è stato proprio grazie ai suoi errori, giusto?
Esatto.
3 – Hai realizzato due album con la No Remorse Records. Il primo è notevole, ma il secondo, “Dead End”, secondo me è un capolavoro da riscoprire. Puoi raccontarmi un po’ dell’esperienza con quell’etichetta?
Grazie per aver detto che Dead End è un capolavoro. Io penso anche che sia stato di gran lunga il nostro miglior album. Ma per rispondere alla tua domanda sulla nostra esperienza con la No Remorse la risposta è no e il motivo è che fui troppo poco coinvolto nella comunicazione con loro al tempo. Quella è era gestita principalmente da Adrian e Stefan, che ci riferivano poi le decisioni. Nessuna spiegazione, solo come stavano le cose. Ovviamente a volte siamo rimasti delusi. Poca pubblicità, rare interviste sulle riviste, quasi nessuna promozione. Ma ehi, ci è stato permesso di registrare i nostri album in uno studio professionale con un produttore professionista e questa è stata la cosa più bella per noi, almeno per me. È stato fantastico. Non è scontato che qualcuno spenda i suoi soldi per te senza sapere se alla fine ne guadagnerà altrettanti. Penso che Charly Rinne, il fondatore dell’etichetta, fosse un vero amante della musica e avesse il giusto istinto per le giovani band sconosciute con del potenziale (ad esempio Blind Guardian). Ma penso anche che fosse un pessimo uomo d’affari e più un entusiasta che seguiva il suo istinto piuttosto che gestire il proprio talento in modo professionale. Eppure la verità è che senza Charly e Kalle Trapp (il nostro produttore) i Grinder probabilmente non sarebbero mai riusciti a registrare un album. Sarò per sempre grato a entrambi perché hanno creduto in noi e ci hanno dato l’opportunità di pubblicare la nostra musica.
4 – Dopo “Dead End”, siete passati alla Noise. Un salto di qualità e il vostro terzo album per quanto sia pieno di buone canzoni, sembra meno convincente sul piano della produzione. Come andarono le cose con la nuova etichetta?
La Noise non è stata un bene per noi. Ancora una volta, Adrian e Stefan si fecero carico della comunicazione, quindi non so bene come andarono le cose ma ebbi la sensazione che non ci supportassero affatto, o forse non potessero farlo perché si concentravano sulle loro band di maggior successo. Per The 1st EP (ultima pubblicazione con la No Remorse prima di passare alla Noise, nel 1990, ndr) ci aveva dato la possibilità di lavorare con Harris Johns (Coroner, Grave Digger ecc.). È stato semplicemente fantastico e penso che si possa sentire il risultato. Quel nel nostro EP aveva il miglior suono, la miglior produzione di tutti i nostri album precedenti. E ovviamente ci sarebbe piaciuto continuare a lavorare con Harris ma la Noise ci mise a disposizione un produttore “apprendista” per Nothing is Sacred per finalizzare la produzione e il mix dell’album. Il tipo mancava di esperienza e questo, con una band che era essa stessa ancora inesperta fu fatale. Non è una buona costellazione per creare un successo, ti pare? Si potrebbe dire che dopo due album e un EP avremmo dovuto sapere come funzionavano le cose in uno studio, ma non fu così. I tempi di registrazioni erano stati sempre vertiginosi, con una settimana tra prova dei suoni e incisioni. Quei tre album significarono per noi, solo 3 settimane di esperienza in studio. Non molto, vero?
5 – Nothing Is Sacred è l’unico album dei Grinder disponibile su Spotify. Cosa ne pensi dello streaming? Potresti fare qualcosa per portare Dead End anche su Spotify? Così più pubblico potrebbe ascoltarlo e apprezzarlo. Secondo me oggi questo sistema è fondamentale per la far girare la musica, al di là di tutte le resistenze passatiste e i discorsi morali. Tu cosa ne pensi?
Non sono d’accordo. Lo streaming sta uccidendo le band, la creatività e anche l’anima della musica. Lo streaming ha trasformato la musica in fast food. Tutto è disponibile in qualsiasi momento per essere semplicemente consumato. E le band, tranne forse le superstar, non guadagnano nulla da Spotify e le altre piattaforme. La maggior parte dei gruppi deve andare in tour fino allo sfinimento e vendere un numero infinito di magliette per guadagnarsi da vivere. Lo streaming ha fatto crollare le vendite degli album in modo esorbitante.
Un tempo, si acquistavano album consapevolmente, si pensava se spendere i soldi per un album dopo averlo ascoltato in un negozio di dischi. Le persone avevano semplicemente un rapporto e una comprensione diversi della musica. La copertina, il libretto, ecc. Cose che potevi toccare, scoprire, possedere. Oggi, ti limiti a prenotare Spotify Premium e clicchi a caso tra i consigli. Sembra che non ti costi nulla ed è per questo che ormai non riconosci più alcun valore nella musica che ascolti. Certo, lo streaming ha anche i suoi vantaggi, soprattutto per band forse meno note che vogliono presentarsi a un pubblico più vasto, ma funziona davvero? Non guadagnano nulla. Chi compra un album fisico al giorno d’oggi, a parte qualche appassionato e collezionista? L’unica cosa a favore dello streaming dal mio punto di vista è che è semplicemente molto comodo e hai la musica disponibile sempre e ovunque. Ma se voglio davvero ascoltare un po’ di musica, sentirla, concentrarmi su di essa, non posso farlo in macchina mentre dovrei prestare attenzione al traffico o tramite cellulare e cuffie quando cammino da qualche parte. Sì, potri pubblicare Dead End dei Grinder su Spotify, ma perché? Per forse 80 ascoltatori e 15 centesimi al mese?
Penso che se qualcuno è veramente interessato alla musica di una band, comprerà l’album. Vuole tenere qualcosa tra le mani, toccarla, possederla e scoprirla. E puoi ancora trovare Dead End ovunque, persino su Amazon. Quindi perché Spotify? Vai e possiedilo invece di consumarlo. Penso che Jack Gibson degli Exodus l’abbia detto in poche parole nella sua recente intervista su Blabbermouth.
6 – Ho conosciuto i Grinder grazie ai Capricorn. Per alcuni queste due band sono la stessa, ma con due nomi diversi. Cosa ne dici? Tu non eri nei Capricorn, quindi per me non era la stessa band, giusto? E la tua separazione dagli altri ha a che fare con la morte del vostro chitarrista e compositore principale Lario Teklic?
I Grinder e i Capricorn non hanno niente in comune, a parte i membri che hanno suonato in entrambe le band. Sono due band completamente diverse, come i Flotsam & Jetsam e i Motorhead. Durante il processo di scrittura dei brani per Nothing is Sacred, avevamo già perso una direzione musicale. In realtà quelle canzoni piacevano a tutti ed eravamo sempre stati convinti al 100% del materiale proposto. Ma con Nothing is Sacred qualcosa si era interrotto. C’erano stati dei dubbi su alcune di esse. Non tutti eravamo completamente convinti. Qualcosa stava succedendo all’interno della band. Una metà della band (Lario e io) voleva evolversi, integrare nuove influenze da altri generi (come abbiamo fatto nell’EP con il primo brano Reeling on the Edge), ma rimanendo generalmente fedeli al thrash metal. L’altra metà (Adrian e Stefan) voleva mantenere le cose più semplici, più dirette. È lì che è iniziato il problema dal mio punto di vista, perché come band non eravamo più una squadra. Inoltre, portammo un nuovo bassista nella band che, secondo me, non si adattava molto a noi né musicalmente né come persona. Penso anche che in qualche modo abbia rovinato la chimica tra di noi. È stata un’idea di Adrian trovare un bassista. Non voleva più suonare il basso e voleva concentrarsi di più sulla sua voce. Secondo me, è stata un’idea stupida perché penso che Adrian fosse un bassista eccellente che suonava sempre nello spirito della canzone e aveva un sacco di grandi idee. E a essere onesti, guardando indietro, penso che le sue linee vocali e i suoi ritornelli fossero migliori negli album in cui suonava ancora il basso. Lario e io non eravamo contenti della nuova formazione e lui non si sentiva più a suo agio nella band. La chimica, la squadra, l’unità musicale, tutto questo si era in qualche modo improvvisamente sbilanciato.
Almeno così mi sembrava. Ed è per questo che Lario alla fine ne trasse le conseguenze e lasciò la band. Lario si inventò la maggior parte delle idee principali e dei riff, io perfezionai i dettagli e fui anche il principale responsabile dei passaggi e dei bridge di ogni canzoni. La scrittura delle canzoni nei Grinder si basava totalmente sull’interazione tra Lario e me. Ci completavamo perfettamente. Ogni canzone era uno sforzo congiunto, non importava chi avesse avuto l’idea. Con David (Hofmann, ndr.) che prese il posto di Lario e in seguito suonò anche nei Capricorn, questo per me non era proprio possibile. David aveva un background musicale del tutto diverso. Lario poi era il mio migliore amico. Lo conoscevo da anni. Ci capivamo a occhi chiusi. Non conoscevo David. Era nuovo nella band. Dal mio punto di vista, le sue idee per i riff non andavano bene per i Grinder. Non era un chitarrista thrash metal. Il suo modo di suonare la chitarra era molto più orientato al rock, come più avanti avrebbe dimostrato nei Capricorn. Ecco perché lasciai la band poco dopo Lario. Semplicemente non era come doveva essere. I Grinder erano finiti e basta. Credo che sia stato questo il motivo per cui Adrian, Stefan e David hanno fondato i Capricorn e perché sono finiti per essere completamente diversi dai Grinder stilisticamente.
7 – So che avete avuto molto successo in Russia, giusto? Avete mai suonato lì?
Non ho idea se abbiamo avuto davvero successo in Russia. Durante il mio periodo con i Grinder, non ricordo di aver mai sentito che la gente in Russia conoscesse i Grinder. E siamo onesti… a quel tempo la comunicazione tra Oriente e Occidente probabilmente non era delle migliori. Oggi so che ci sono anche fan dei Grinder in Russia. Ma non so quanti ce ne siano. E non so nemmeno se possiamo essere considerati di “successo” in Russia. Ma sono davvero contento che i Grinder abbiano dei fan anche lì. Tuttavia, non abbiamo mai suonato in Russia.
8 – Quando hai iniziato eri un ragazzo pieno di sogni e speranze. Dopo dieci anni cosa restava di quelle illusioni? Che idea avevi del mondo della musica nel 1992?
I sogni sono la spinta a creare grandi cose. Sono la motivazione ad andare oltre i confini. Ma questo vale ancora per la musica, oggi? Non ne sono più sicuro. Penso che il mondo della musica sia cambiato radicalmente. Voglio dire, sono stato fuori per troppo tempo e non ci sono mai stato dentro a fondo, ma quello che vedo dall’esterno, soprattutto quando leggo le interviste di molti grandi artisti, mi fa sentire disilluso e frustrato. Non credo che le etichette si prendano ancora rischi, oggi. Non credo nemmeno che le etichette siano interessate all’arte in alcun modo (tranne forse alcune delle etichette indipendenti). Spingono una band/artista nel breve termine, tirano fuori tutto quello che possono e poi passano al successivo. Questo è ciò che mi sembra. Inoltre ho l’impressione che la musica valga la pena solo per poche aziende come Spotify e YouTube. Gli artisti e le band, con pochissime eccezioni, stanno restando indietro. Dal mio punto di vista, questi non sono bei tempi per le band. Ci sono semplicemente troppe band su Bandcamp e altre piattaforme, il che rende sempre più difficile trovare quelle veramente buone. Chiunque abbia un computer può produrre la propria musica a casa e metterla online. L’intelligenza artificiale ora rende tutto ancora più facile. Ora qualsiasi idiota può creare musica. Anche se non sa suonare uno strumento, potrà riuscirci. Lo trovo a dir poco inquietante.
9 – So che ti sei rifiutato di fare il servizio militare. Ricordo gli anni di angoscia che ho vissuto aspettando che mi chiamassero. Alla fine anche io ho scelto il servizio civile. Mi hanno messo in una biblioteca per dodici mesi e lì ho trascorso molto tempo a leggere e scrivere. Cosa hai fatto tu, invece?
Ho lavorato per 2 anni in una casa di riposo per disabili e li ho supportati nella loro vita quotidiana, il che è stata un’esperienza molto preziosa. Sono felice di aver scelto il servizio civile perché in questo periodo ho imparato molto su quanto sia fragile la vita e su come possa essere sviata da una piccola anomalia genetica, da complicazioni durante la gravidanza o il parto o semplicemente da una malattia o un piccolo incidente. Ho imparato l’umiltà e non do più per scontata l’integrità fisica o mentale.
Bello, molto bello. Io invece ho imparato solo come si archiviano libri usando il sistema DOS e a stare un po’ al pubblico, cosa che mi è tornata utile nei miei anni da segretaria. Hai letto bene, segretaria in un laboratorio analisi. Domanda numero… 10 – Dopotutto, i dischi di qualità sono di qualità anche se non c’è un’etichetta dietro in grado di spingerli o il pubblico giusto per apprezzarli al momento dell’uscita. Oggi i vostri album rimangono sepolti in attesa che qualcuno possa godere del tesoro che rappresentano. Hanno qualcosa di straordinario, tutti e tre. Spero che col tempo i Grinder si riprendano lo spazio che meritano nella storia del metal.
Grazie mille Francesco per aver visto i nostri album come un tesoro che deve essere preservato. Questo mi rende estremamente felice e incredibilmente orgoglioso. Ma ciò che mi rende più felice è che la nostra musica trovi ancora persone per cui significa qualcosa e che la amano. Qualcosa del genere non ha prezzo. Finché i nostri album saranno ancora disponibili per l’acquisto, e finché ci saranno ancora etichette che li ripubblicano di tanto in tanto, non saranno dimenticati. Se mai ciò dovesse cambiare, chissà? Forse li metterò su Spotify dopo tutto 😉
Ahahahaha, spero non arrivi a questo, visto come la pensi. Ancora due domande:
11 – Adrian Ahnh è un cantante straordinario. Nella New Wave Of Traditional Heavy Metal di questi tempi, molti cantanti mi ricordano lui. Niente falsetti, solo voce robusta. Inoltre apprezzo molto i testi dei Grinder e dei Capricorn. Era lui che ne scriveva la maggior parte?
Adrian era responsabile di tutti i testi, tranne quelli del primo album, che includeva tre canzoni (Obsession, Frenzied Hatred e F.O.A.D), che ho portato alla band già pronti, musica e parole. E in effetti, anch’io penso che Adrian fosse un cantante eccezionale. Non ha mai imparato, non ha mai preso lezioni. Era pura intuizione, talento, autenticità, quello che si dice un dono naturale. Il timbro della sua voce e le armonie vocali che creava erano semplicemente perfette per i Grinder. Non potrei immaginare nessun altro. Inoltre, i suoi testi e gli argomenti che trattavano erano molto migliori dei miei ;-). Erano intelligenti e molto al di sopra della media di quell’epoca.
12 – Puoi dirmi cosa gli è successo, non si sa più nulla di lui…
Non proprio. Non ho idea di dove sia Adrian in questo momento o cosa stia facendo. Dopo i Capricorn, Stefan mi ha detto che Adrian è semplicemente scomparso e non si è più fatto vivo. Secondo LinkedIn, vive a Mannheim. L’ho contattato una volta proprio tramite quel tramite quel social, circa 4 anni fa. Era passato così tanto tempo, ma dopo un “Wow, che sorpresa, è bello sentirti” non c’è stata ulteriore risposta da parte sua. Ovviamente ha chiuso il libro sul suo passato e su tutte le persone che hanno avuto un ruolo in esso.
Ok, qui sotto lascio l’intervista in Inglese.
1 – The internet is full of interviews with veterans of 80s bands, but there is very little about Grinder. Do you expect a revival of interest sooner or later? Do you think you deserve it for what you have done?
No, I don’t think there will be a revival of interest in Grinder. We simply weren’t famous enough and to be honest, it’s been over 30 years ago. Today’s generation of metal heads ( the 30-40 yrs. Old) don’t even know Grinder. I mean, how could they?
I, for example, was born in 1967. Do I still listen to bands from that time? The Beatles, Elvis, The Animals, Manfred Man, The Byrds? No. Of course I know their songs and yes, I occasionally have a sentimental moment and still put some of their stuff on today, but they were extremely famous artists. Everyone knew them. They wrote history. In contrast, only a few people knew us and we had our small fan base mainly in Germany. Not to mention the fact that we were only really visible to the people for 3-4 years (1st album in 1988, break-up in 1991/1992)
But do we deserve more interest today? I have no idea. You’ll better ask the people out there. Personally, I think we had some really good songs that are timeless, but not enough of them and we just weren’t outstanding enough to leave a significant mark in the history of music.
Nevertheless, I’m damn proud of what we’ve done and glad that I have been part of it. I’m happy for everyone who still remembers us and listens to our songs even today.
2 – I was very struck by the story about the song Frenzied Hatred, from your first album Dawn For The Living. For many, that song has lyrics about a serial killer. You wrote it yourself and instead it talks about you hating your father. Are you a father today? Do you have sons? Have you passed to the other side or not? Also, how did your relationship with your father evolve?
Yes, that is true. The song was about the hatred I felt for my father at the time. I felt trapped, I didn’t feel understood, I just felt incredibly unhappy and I was insanely angry that I never seemed to be good enough for him and could never fulfill his expectations.
But isn’t that how most teenagers feel? I think most teenagers feel misunderstood and constricted haveing the feeling that they are somehow doing everything wrong?
I used to hate my father, but now I know him and I understood that it was all out of his love for me. He just didn’t know how to show it to me. He seemded to be a cold person and obviously lacked the emotional and verbal vocabulary to express his feelings.
Now that I am a father today I am very grateful that I was able to learn how not to do it.
3 – You made two albums with No Remorse Records. The first is remarkable but the second, Dead End, is a masterpiece to be rediscovered. Can you tell me a little about the experience with that label?
Thank you for seeing Dead End as a masterpiece. And I also think it was by far our best album.
But to answer your question, can I say much about our experience with No Remorse?
No. I was far too little involved in the communication with No Remorse. That was mostly done by Adrian and Stefan, who just told us the status. No explainations, only the status.
Of course we were sometimes disappointed. Little publicity, only few interviews in magazines, hardly any promotion. But hey, we were allowed to record our albums in a professional studio with a professional producer and that was the greatest thing for us, at least for me. That was amazing. It’s not a matter of course that someone spends their money on you without knowing whether it will be profitable in the end.
I think Charly Rinne was a real music lover and he had the right instinct for young unknown bands with potential (e.g. Blind Guardian). But I also think he was a lousy businessman and more of an enthusiast who followed his instincts rather than doing it professionally.
Still… without Charly and Kalle Trapp (producer) Grinder would probably never have managed to record an album. I am forever grateful to both of them because they believed in us and gave us the opportunity to release our music.
4 – After Dead End, you moved to Noise. A leap in quality, but your third album is good but seems weaker in production. How did things go with Noise?
Noise was not good for us.
Adrian and Stefan took over the communication here too.
I had the feeling that Noise didn’t support us at all, or perhaps didn’t want to support us because they focussed on other more successful bands.
With The 1st EP, No Remorse gave us a real upgrade with Harris Johns. He was just great and I think you can hear that on our EP, which I think had the best sound, the best production of any of our albums. And we would have loved to continue working with Harris. But Noise put an “apprentice” producer on Nothing is Sacred to finalize the production and mix the album, who of course lacked experience. And that was with a band that was still inexperienced itself. That’s not a good constellation for creating something successful.
You could say that after 2 albums and an EP we should know how things are going, but that’s no how it was. We only ever had 1 week for soundcheck and all the recordings. With 3 albums, that’s just 3 weeks of studio experience. Not much, is it?
As I said, I didn’t get to hear much of Noise. I just saw the studio and that was it.
5 – Nothing Is Sacred is the only Grinder album available on Spotify. What do you think about streaming music? I ask you, can you do something to bring Dead End on Spotify too? The public should know it as much as possible, in my opinion, and that is a good method, today.
Streaming is killing the bands, the creativity and also the soul of music. Streaming has degenerated music into fast food. Available anytime to be just consumed. And the bands, except perhaps the superstars, earn nothing. Everyone else has to tour until they drop and sell an infinite number of shirts in order to make a living. Streaming has caused album sales to crash exorbitantly.
Back in the day, you consciously bought albums, you thought about whether to spend your money on an album after listening to it in a record store. People simply had a different relationship to and understanding of music. The cover artwork, the booklet, etc. Things you could touch, discover, own.
Today, you simply book Spotify Premium and click around randomly through the recommendations. It feels like it costs you nothing and that’s why you hradly feel any value for music anymore
Of course, streaming also has its advantages, especially for perhaps lesser-known bands to present themselves to a wider audience, but does it really work? They earn nothing, and who buys a physical album these days, apart from a few enthusiasts and collectors?
The only thing in favor of streaming from my point of view is that it is simply very convenient and you have music available anytime and anywhere. But if I really want to listen to some music, to feel it, to focus on it I can’t do that in the car while I should be paying attention to the traffic or via cell phone and headphones when I’m walking around somewhere.
Yes, you could release Grinder’s Dead End on Spotify, but why? For maybe 80 listeners and 15 cents per month?
I think if someone is really interested in a band’s music, they’ll buy the album. They want to hold something in their hands, touch it, own it and discover it. And you can still find Dead End everywhere, even on Amazon. So why Spotify? Go and own it instead of consuming it.
I think Jack Gibson from Exodus put it in a nutshell in his recent interview on Blabbermouth.
https://blabbermouth.net/news/exodus-bassist-jack-gibson-im-a-t-shirt-salesman-im-not-a-musician
6 – I got to know Grinder thanks to Capricorn. For some those two bands are the same with different names. What do you say about that? You weren’t there, so it wasn’t the same band, right? Did things have to do with the death of your guitarist and main composer Lario Teklic?
Grinder and Capricorn have nothing in common apart from the members who have played in both bands. They are two completely different bands like Flotsam & Jetsam and Motorhead.
During the songwriting process for Nothing is Sacred, we had already kind of lost our musical direction.
We actually used to agree on all the songs. We were always 100% convinced.
But with Nothing is Sacred there were some doubts about some songs. Not all of us were completely convinced. Something was going on within the band.
One half of the band (Lario and I) wanted to evolve, integrate new influences from other genres (like we did on the EP with Reeling on the Edge), but stay true to thrash metal. The other half wanted to keep it more simple, more straight. That’s where the problem really started from my point of view, because as a band we were no longer a team.
On top of that, we brought a new bass player into the band who, in my opinion, didn’t really fit in with us either musically or as a person. I also think he somehow messed up the chemistry between us. It was Adrian’s idea to find a bass player. He didn’t want to play the bass anymore and wanted to focus more on his vocals. In my opinion, that was a stupid idea because I think Adrian was an excellent bass player who always played in the spirit of the song and came up with a lot of great ideas. And to be honest, looking back, I think his vocal lines and hooks were better on the albums where he was still playing the bass.
Lario and I weren’t happy with the new constellation and he no longer felt comfortable in the band. The chemistry, the team, the musical unity, all of this was somehow suddenly out of balance. At least that’s how it felt. And that’s why Lario finally drew the consequences and left the band.
Lario came up with most of the main ideas and riffs, I refined the details and was also mainly responsible for the transitions and bridges in the songs.
Grinder’s songwriting thrived on the interaction between Lario and me. We complemented each other perfectly. Every song was a joint effort, no matter who came up with the idea.
With David who took Lario’s place and later also played in Capricorn that wasn’t possible at all.
David had a completely different musical background. Lario was my best friend. I had known him for years. We understood each other blindly. I didn’t know David. He was new to the band. From my point of view, his riff ideas didn’t suit Grinder. He wasn’t a thrash metal guitarist. His guitar playing was much more rock-oriented, like later in Capricorn.
That’s why I left the band shortly after Lario. It just wasn’t the way it was supposed to be. Grinder were finished at that point.
I believe that was the reason why Adrian, Stefan and David founded Capricorn and why they ended up completely different from Grinder stylistically.
7 – I know you were very successful in Russia, right? Have you ever played there?
I have no idea whether we were really successful in Russia. During my time with Grinder, I don’t remember ever hearing that people in Russia knew Grinder. And let’s be honest… at that time the communication between East and West was probably not the best either.
Today I know that there are also Grinder fans in Russia. But I don’t know how many there are. And I also don’t know whether we can be seen as successful in Russia. But I’m really pleased that Grinder has fans there too.
However, we never played in Russia.
8 – When you started I was a boy full of dreams and hopes. After ten years what was left of those illusions? What idea did you have of the music business?
Dreams are the drive to create great things. They are the motivation to go beyond boundaries.
But does that still apply to music today? I’m no longer sure.
I think the music business has changed fundamentally. I mean, I’ve been out too long and I’ve never really been deep into it, but what I see from the outside, especially when I read the interviews of many great artists, I makes me feel disillusioned and frustrated.
I don’t think labels are still taking any risks today. I also don’t think labels are interested in art in any way (except maybe some of the indie labels).
They push a band/artist in the short term, squeeze out everything they can and then move on to the next one. That’s what it looks like to me.
Also it seems that music is only worthwhile for a few companies like Spotify and YouTube. The artists and bands, with very very few exceptions, are falling behind.
From my point of view, these are not good times for bands. There are just too many bands out there on Bandcamp and other platforms, which makes it harder and harder to find the really good ones. Anyone with a computer can produce their music at home and put it online. AI is now making it even easier. Any moron can create music now. Even if they can’t even play an instrument will be able to join in. Creepy.
9 – I know you refused to do military service. I remember the years of anguish I lived waiting for them to call me up. In the end I also preferred civil service. They put me in a library for twelve months and there I spent a lot of time reading and writing. What did you do?
I worked for 2 years in a residential home for disabled people and supported them in their everyday lives, which was a very valuable experience. I am glad that I chose civil service because I learned a lot during this time about how fragile life actually is and how it can be thrown off course by a tiny genetic anomaly, complications during pregnancy or birth or simply by illness or a minor accident.
I have learned humility and no longer take physical or mental integrity for granted.
10 – After all, quality records are quality even if there is no label behind them capable of pushing them or the right audience to appreciate them at the time of release. Today your albums remain buried waiting for someone to enjoy the treasure they represent. They have something remarkable, all three of them. I hope that over time Grinder will take back the space they deserve in the history of metal.
Thank you so much Francesco for seeing our albums as a treasure that needs to be preserved. That makes me extremely happy and incredibly proud. But what makes me most happy is that our music still finds people to whom it means something and love it. Something like that is priceless.
As long as our albums are still available to buy, and as long as there are still labels that re-release them from time to time, they won’t be forgotten. If that ever changes, then who knows? Maybe I’ll put them on Spotify after all 😉
11 – Adrian Ahnh is a remarkable vocalist. In the New Wave Of Traditional Heavy Metal these days, many singers remind me of him. No falsettos, just thunderous voice. I have always really appreciated Grinder and Capricorn’s lyrics. Was he the one who wrote most of them?
Adrian was responsible for all the lyrics, except on the first album, which included three songs (Obsession, Frenzied Hatred and F.O.A.D), which I brought to Grinder, including lyrics.
And indeed, I too think Adrian was an exceptional singer. He never learned it, he never had lessons. It was pure intuition, talent, authenticity and a natural gift. His voice color and vocal harmonies were just perfect for Grinder. I couldn’t imagine anyone else. Also, his lyrics and the topics they dealt with were so much better compared to mine ;-). They were intelligent and way above average at the time.
12 – Oh, can you tell me what happened to him?
Not really. I have no idea where Adrian is at the moment or what he’s doing.
After Capricorn, Stefan told me, Adrian simply disappeared and never got in touch again.
According to LinkedIn, he lives in Mannheim. I contacted him once via LinkedIn about 4 years ago after all this time, but after a “Wow, what a surprise, nice to hear from you” there was no further reply.
Obviously, he has completely closed the book on his past and all the people who played a role in it.