Manuale semiserio di sopravvivenza al fallimento metallaro

Benvenuti, valorosi guerrieri del metallo pesante, alfieri della passione e del suonare per esistere. Ma esistere dove? Nel vostro personale Ragnarok musicale. Le vendite languono, gli scatoloni di cd autopagati prendono polvere e i concerti risuonano nel vuoto cosmico delle sale deserte? Nulla è perduto: un vero metallaro non alza bandiera bianca di fronte alle avversità. Ecco qui un manualetto per affrontare il freddo abbraccio del fallimento con l’energia di una supernova tonante. Scritto dal celebrato Professor De Feis Junior in una notte di tregenda al Wacken, risolverà tutti i problemi del metallaro suonatore.

1. Accettare l’Inevitabile: Il Ritornello del Fallimento
Primo comando: abbraccia il fallimento. Che ci crediate o no, non siete né i primi né gli ultimi a naufragare tra vendite a una cifra. Guardate al vostro pubblico, a quella dozzina di volti butterati e lombrosiani dall’espressione dubbiosa, come se fossero il Tribunale degli Dei del Metal. Sono loro a giudicarvi, e la sentenza è chiara: è tempo di ripensamenti. Non preoccupatevi, fallire è solo il breakdown prima dell’assolo risolutivo. Tranquilli, fallirete spesso e dovrete fondare e scigliere almeno sedici band, ma non importa.
Riflessione: Annotate sul vostro taccuino cosa vi spaventa veramente del fallire. È il pubblico, è il giudizio degli amici, o è una paura personale di non essere all’altezza? Identificarlo è il primo passo per divertirsi con esso oppure bruciare bagni pubblici al Colosseo.

2. Vietato Essere Troppo Seri
Se vi ritrovate a scrivere testi strappalacrime mentre le corde vocali gridano vendetta, fermatevi subito. L’ironia è la vostra armatura contro le frecce del disastro. Scrivete canzoni che sbeffeggiano il vostro stesso fallimento. Titoli suggeriti: “Ballata per una Sala Vuota”, “Riff Fantasma”, “Impilando CD invenduti a Carugate” o “Il Solo di Chitarra che Nessuno Ascoltò”. La risata, si dice, è il miglior amplificatore che ci sia. Accertatevi che gli altri ridano CON voi e NON di voi.
Riflessione Cinica: Ogni musicista ha un ego ipertrofico da alimentare. Quanto del vostro è veramente ferito e quanto invece è semplicemente affamato? Date al vostro ego una colazione ricca di sarcasmo e andrà tutto bene. L’importante è che non sia vegan.

3. Analisi Strategica: Il Moshpit Mentale
L’ headbanging è un modo di vivere per qualcuno, ma è anche un ottimo metodo per scrollarsi di dosso la monotonia delle vecchie strategie. Analizzate freddamente i vostri errori e cercate nuovi territori musicali da conquistare. Le vostre corde, letteralmente e figurativamente, devono trovare nuove armonie che risveglino i demoni dormienti nei fan del metal. Operazione sostanzialmente inutile, vista la ritrosia al nuovo del pubblico, ma almeno non c’è sconfitta nel cuore di chi ci prova.
Riflessione Analitica: Chiedetevi: “Se fossi il mio peggior critico, cosa direi di me stesso?”. Annotate su un pentagramma mentale tutte le risposte. E poi fate una lista di azioni basate su di esse. Non sprofondate nell’autocommiserazione. Contrordine: sprofondateci comodamente, fate schifo abbastanza per non lasciare alcun segno nel panorama metallaro.

4. Psicologia dell’Assolo Perfetto
Un buon assolo nasce prima di tutto nella vostra testa. Meditate, se necessario, sotto una cascata di riff tranquilli e lasciate che la vostra parte istintiva vi guidi. Quante volte vi siete arrovellati su cosa avrebbe funzionato meglio? Mettete da parte i libri di teoria per un momento e fidatevi delle vostre sensazioni. Peccato che poi facciate comunque schifo.
Riflessione Psicologica: Metti in pausa il metal e ascolta il tuo “Io rock”. Stila una lista dei tuoi valori fondamentali e cerca di capire come possano riflettersi nella tua musica. Chi sei al di là del musicista? Cerca di esprimerlo. Il tuo Io Rock non è quello di imitare Piero Pelù, se no ti ritrovi ad avere una mandibola slogata a furia di biascicare “Rrrheeegginnnah Di Chuooooriiiih”.

5. Il Grande Finale: Il Supremo Riff di Resurrezione
Forse la folla non è saltata come volevate, ma ora è il momento di dimostrare la forza dei veri metallari: la capacità di alzarsi, scrollarsi le scintille di dosso e gridare al mondo che non siete finiti. Coesione, persistenza e un pizzico di sana autoironia saranno i vostri alleati nel risalire sul palco, stavolta con più ferocia. Scriverete il Riff Supremo, ma non in questa vita, visto che l’ha già fatto qualcun altro. Rubate i riffoni agli altri, come fanno i Metallica.
Epic Metal Riflessione Finale: Pianificare è importante, ma vivere l’imprevedibile salita del metal è vitale. Lasciate che la vostra musica diventi l’inno della vostra vita. E, ricordate ancora una volta, nessuno può privarvi del titolo di “Campioni a Sforzo Nobile”. Assicuratevi di prosciugare la pensione sociale della mamma acquistando vinili a profusione, mangiare mozzarelle scadute della Lidl pur di fare vostro il 7” in vinile rosa dei Perkulator Penis.

Concludendo, sappiate che un vero heavy metaller non sarà mai veramente sconfitto. Il vostro fallimento è solo un grido distorto da trasformare in antichi inni di rinascita. E ora, su quella scena, è tempo di spaccare tutto… di nuovo. A meno che non siate quelli che al pubblico spaccate solo le palle…dalla noia e dallo schifo.

Marco Grosso