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The Dirt – Due parole sulla colonna sonora

The Dirt è la colonna sonora dell’omonimo biopic dei Motley Crue, di cui abbiamo già trattato qui.

The Dirt è solo l’ennesima compilation dei Motley Crue. Si parla di sountrack e va pure bene, ma in realtà nel film c’erano brani di altri artisti che qui non sono stati inseriti (The Jaynetts, T.Rex, Kim Wilde, Johnny Thunders e altri ancora).

Diciamo che The Dirt è l’ennesimo greatest hits + inediti che la band, fin dai tempi di Decade Of Decadence ci ha abituato a ricevere nei numerosi momenti di impasse della loro carriera discografica.

Le canzoni, partendo da Red Hot fino a Dr. Feelgood sono più o meno le solite e coprono il periodo 1981-1990. Per quanto nel film si parli un po’ anche dell’era Corabi, non ci sono tracce a rappresentarlo. La cosa non sorprende e in pochi se ne lamenteranno.

I tre inediti più una cover invece dovrebbero in qualche modo essere una sorta di commiato abbastanza sterile verso i fans, da parte della band, ormai (ma non ci credo) in dirittura di arrivo.

C’è già chi parla di un ritorno in studio e un nuovo tour, ma lasciamo stare. Sappiamo come vanno ‘ste cose. Di sicuro ci saremmo aspettati almeno un altro album dai Crue prima di salutarci. In fondo negli ultimi diciotto anni sono riusciti a realizzare un album e una manciata di inediti infilati in raccoltone.

Ma sappiamo che la magia della band è proprio quella di non dover produrre musica per continuare a esistere e far parlare.

Concentriamoci sulla qualità dei nuovi pezzi presenti nella sountrack (se ci tengono a chiamarla così).

La cover di Madonna, Like A Virgin, che è costata alla band parecchie ore di dubbi e discussioni accese sul realizzarla o meno, io la trovo abbastanza moscia e scontata. Per la riuscita direi che poteva andare meglio. In particolare non mi convince il rallentamento sul ritornello.

Gli altri tre pezzi sono più o meno carini. Di sicuro quello in collaborazione con Machine Gun Kelly funziona meglio di Ride With The Devil e Crush And Burn. Le due canzuncielle sono discrete ma non aggiungono davvero nulla. La prima è più classic rock rispetto alle ultime cose realizzate in studio dai Crue; la seconda invece è proprio in linea con la miscela bombastic-glam di Saints Of Los Angeles.

Approvo la decisione di far rodurre tutto a Bob Rock, questo sì. Il mondo della heavy music ha ancora un dannato bisogno di lui ed è un peccato che gli unici a rendersene conto, in ambito metal siano stati solo i Black Veil Brides.