Noto sempre di più che un sacco di persone all’interno del piccolo mondo metallaro italiano tendono a rompere i cogl… ehm, gli schemi verso l’esterno e non concentrandosi, secondo me cosa più utile, coraggiosa e necessaria, all’interno di un ambiente fradicio fino al midollo. Mi spiego meglio. C’è chi, senza fare nomi, ma tanto sapete chi sono, da anni compie crociate contro “i giovani che ascoltano solo la trappp!!1!” o “i giovani che snobbano il rock/metallll!!!!!!11!” o ancora “riavviciniamo le nuove generazioni alla vera musicaaaaaah!!!!!!!”, con grande fervore e mistico puritanesimo da quattro soldi.
Io credo che i giovani abbiano ogni diritto (e aggiungo dovere), di viversi le cose del loro tempo, adeguandosi al proprio percorso di vita che stanno intraprendendo. Fanno davvero bene a seguire quello che i nostri anni pongono loro come “specchio dei tempi”. Gli piace la Trap e il Rap?
Benissimo, significa che intercetta sogni, desideri e gusti che si confanno a quello che è la loro sensibilità. I soloni, quelli nati vecchi dentro, insistono su una presunta evangelizzazione (a mò di Gesuiti con Inca e Maya nel Seicento) dei giovani. Per loro un diciottenne o un ventenne dovrebbe cibarsi di rock e metal vecchio di quarant’anni.
Ma scusate, cari vetusti, quando voi avevate 18 anni ascoltavate Chuck Berry, Frank Sinatra o il jazz anni 40?
Oppure eravate ben immersi nel vostro tempo, anni 70 oppure 80 e vi nutrivate di quello che vi offriva il VOSTRO fottutissimo tempo, che soddisfaceva le VOSTRE fottutissime necessità?
Ecco, appunto. Quindi credo sia più che necessario essere consci di vivere qui e ora, quindi anche comprendere che non è possibile imporre qualcosa di non attuale che non aderisce all’attualità di una nuova generazione. Non vi piace nemmeno il metal degli anni 2000 e volete restare fermi al 1986? Perfetto, ma non fatene una crociata della beata minchiata.
Piuttosto gli schemi vanno ridotti dall’interno, le crociate fatele con chi è già dentro questo mondo del metal, per scuotere morti viventi che non accettano il cambiamento delle cose. E ricordate che se non si smuove qualcosa in chi abita già il palazzo e lo lascia crollare per non fare manutenzione, non può gridare perché da fuori non entrano altri ad abitarlo.
In ambito artistico poi, i gusti sono gusti, a ognuno piace quello che gli parla intimamente, e sperare che cacciandogli un boccone in gola a forza uno apprezzerà quel cibo, è follia. Nessuno è sbagliato, è sbagliato chi vuole che qualcosa sia sbagliato perché a lui non piace. Riflettete gente, riflettete.
Marco Grosso