The Great War è il primo album dei Sabaton, uscito per Nuclear Blast nel 2019. – Oggi la pioggia mi ha tenuto in garage. Ho deciso di godermi l’inaspettata frescura ascoltando un buon disco e lasciando da parte per un po’ le mie dissertazioni motoristiche. Mi ero appena buttato sul divano buono quando mi sono ricordato che avevo visto tra le recensioni da fare un disco dalla copertina interessante e dal nome familiare. Ma sì, sono proprio i Sabaton, con un lavoro nuovo appena uscito tutto incentrato sulla Prima Guerra Mondiale.La Grande Guerra è spesso ricordata come il più terribile massacro di tutti i tempi per la ferocia con cui fu combattuta dai diversi schieramenti. Il quintetto svedese, col pallino di parlare di guerra nei propri testi, ha dedicato un intero album a questo conflitto, facendone un concept vero e proprio.
Uscito recentemente, The Great War si è da subito imposto come uno dei loro lavori più azzeccati, nonostante arrivi in un momento di cambiamento davvero delicato per la band. Se paragonato ai predecessori, soprattutto al bellissimo e trascinante Carolus Rex, il nuovo album risulta decisamente più maturo e complesso.
Ma se vi state chiedendo se i Sabaton abbiano perso la loro potenza belligerante strada facendo, la risposta è certamente no. Ce lo provano pezzi come la coinvolgente Devil Dogs, canzone tipicamente in linea col loro stile e che mostra tutte le caratteristiche del sound del gruppo.
I Sabaton macinano ancora.
I Sabaton sono una macchina da guerra che avanza inarrestabile a suon di riff decisi e armonie orecchiabili. Certo in questo The Great War c’è molto più della semplice ricetta dall’effetto garantito che i nostri conoscono molto bene. Aspettatevi più sperimentazione e coraggio. Ci sono pezzi come The Red Baron, canzone dai cambi di tempo azzardati e dal ritmo complesso e mai noioso.
Il nuovo cammino dei Sabaton è più epico e raffinato che mai. Lo si può ammirare soprattutto nella struggente title-track. Mi raccomando poi, prendeteveli cinque minuti per leggere i testi, ne vale la pena cazzo!
E ancora…
Da notare anche The Future of Warfare in apertura. Atmosfere grandiose e melodicità a palla, impensabili da parte della band in dischi del passato come The Art of War. Qui siamo di fronte a un cammino evolutivo che tiene conto dei punti forti del passato ma li integra con nuove e interessanti sfumature. Inevitabilmente alcune critiche arriveranno, ma io credo che il nuovo stile sia un’ottima formula, che alla lunga risulterà vincente.
I Sabaton ci propongono, tra l’altro, una “History Edition” del disco, versione limitata in cui sono descritti gli eventi legati alle varie canzoni. Questa è una vera chicca per intenditori, fans e collezionisti. E ce ne sono ancora di novità. Tipo cofanetti a forma di cassa di munizioni e altre simpatiche amenità. Interessanti soprattutto perché ci ricordano quanto i temi trattati nei loro dischi siano importanti per questi ragazzi svedesi. All’attacco quindi, e non scordate le maschere antigas e le baionette perché questi Sabaton non scherzano!