zerocalcare

La Zeta di Zero

A voler parlare di Zerocalcare oggi, specie a inizio articolo, è come volere che il SEO aiuti Goole a metterti in cima alle classifiche di ricerca nelle prossime… boh, due ore. Ma non sono qui per parlare della nuova serie Netflix, perché sinceramente non mi pagano abbastanza per parlare bene di Netflix. E poi, possibile che ogni cazzo di volta ognuno invece di farsi gli stracazzi propri debba avere un’opinione sull’argomento che tira di più?”. 

Che poi ripensando all’ultimo episodio di Zerocalcare, sembra quasi di aver visto BoJack Horseman all’italiana, in romano, più breve, edulcorata per le masse (al prossimo che mi dice Porco Due gli ammazzo il criceto stringendolo con le natiche) e senza Todd (no Secco non gli si avvicina manco per il cazzo) e senza l’alcol. Loro preferiscono il gelato. E sti cazzi direi, manco la Peroni del popolo socialista. Però i personaggi antropomorfi almeno ci sono; ma niente cavalli. Manco per il cazzo.

E quindi la serie o ti piace come la miglior serie animata dopo le Winx, come se Gabriele Mainetti si fosse dato all’animazione con budget illimitato e masturbazione libera sul cast dei doppiatori,  o ci pisci sopra come se Netflix ti avesse rubato i soldi col suo abbonamento, perché dio cane non è possibile che oggi per vedere una serie devo usare 5 servizi streaming diversi di merda. Porco dio, non sto bestemmiando io per Cowboy Bebop o il film di Ghost in the Shell, e vi lamentate per Zerocalcare che fa… Zerocalcare? Che poi mi immagino xhw il 90% dei commentatori manco sa chi sia Michele Rech. 

E quindi niente, ti devi schierare sempre, come allo stadio ma senza i cori. Come quando oggi parlavo col Padre Cavallo, sempre ripetitivo come un vecchio con l’alzheimer, della solita diatriba tra analogico e digitale. 

Ma la mia storia parte da molto prima di questa serie, dei CD e altro. Parliamo di foto. Al mercatino dell’usato ho trovato una Ricoh TLS 401 a un prezzo veramente vantaggioso. Così vantaggioso che oggi mi mordo ancora le dita, con la mia ragazza accanto a me che fa: “ma persino come oggetto da esposizione ci sta”. Che poi devi esporre ciò che ti rappresenta e io attualmente lavoro per un fotografo, oltre ad apprezzare fin da piccolo l’arte della fotografia. Però, ehi, mi piace anche masturbarmi, ma non è che metto un quadro scala 1:1 di Ron Jeremy in ufficio.

Però no, l’ho lasciata lì e rosico aspettando di tornare al mercatino quando vado a fare la spesa per trovarla ancora e comprarla… o forse no. 

Ovviamente mi sono letto i migliori articoli, su quale tipo di foto renda meglio. Sul ritorno dell’analogico tra i ggiovini. Diatribe inutili. Voglio dire… Possibile che oggi si debba scegliere da che parte stare?

Io non ricevo un riconoscimento dalla Lega Nazionale degli Analogici per aver usato una macchina fotografica di vent’anni fa, o per aver ascoltato una musicassetta, o aver giocato a tiro al piattello con un vinile di Drupi.

Io posso fare una foto alla mia compagna in analogico per memoria, ma poi digitalizzarla, e fare le prossime 100 foto col mio cellulare. Non è che per capire un gioco del Super Nintendo devo andarmi a recuperare il tubo catodico da casa di mia nonna, perché altrimenti il gioco non sarà mai come l’originale. A sto punto mi registro pure la voce di mia madre che mi diceva: “diventerai cieco se non ti stacchi dal televisore” ed è subito 1999. 

Cazzo l’ho comprato a fare il 4k poi?

Voglio dire, stiamo sempre a fare le diatribe su ogni cazzata che ci viene versata nel piatto. Dobbiamo per forza scegliere tra A e B, carne o pesce, rosso o bianco. Ma chi sceglie rinuncia sempre a qualcosa e io non voglio, per partito, fare a meno degli Mp3, dei dischi, l’Ipod, il lettore CD in macchina, lo streaming. Tutto può essermi utile, offrirmi diverse possibilità, chiaro?

Citando un mio amico dimenticato. “Io voglio sempre una terza via, la terza risposta, il simbolo /.

Non è proprio lo slash, è che non sapeva come indicare una terza scelta senza usare i soliti un, due e tre. Prendetela come una direzione diversa da destra e sinistra o più in profondità come una via di fuga da su cui vogliono che vi schieriate, ok?