“Torno a dire, monsignore,” rispose dunque don Abbondio, “che avrò torto io… ma il coraggio, uno non se lo può dare.”
(“I Promessi Sposi”, capitolo XXV, don Abbondio giustifica la propria pavidità verso Don Rodrigo al cospetto del cardinale Borromeo che gliene chiede conto)
Come tutti i progetti votati alla lotta contro le manipolazioni culturali contemporanee, anche Fiabe Bandite si sta rivelando bersaglio di silenziamenti. Silenziamenti che ci aspetteremmo, però, dal solito fronte progressista, decadente, woke; chi, al contrario, si fa paladino di valori come “tradizione”, “lealtà”, “idealismo”, “parola data” e “schiena diritta” dovrebbe essere garanzia di maggiore affidabilità umana e professionale. Manco pe’ er cazzo.
Non citeremo persone, ovviamente, ma solo fatti; poiché sono le condotte umane ad aver ispirato i grandi capolavori pedagogici della letteratura e del teatro, non le piccole maschere stipendiate a cottimo di replica in replica e altresì sostituibili di commedia in commedia.
Veniamo animosamente contattati da un accreditato canale di cultura identitaria, di quelli un po’ seriosi e impettiti, fermamente intenzionato a organizzare una puntata incentrata su “Fiabe Bandite”, sui suoi responsabili e partecipanti, e sulla sua “mission”. Viene invitata all’incontro on-line anche una nota casa editrice identitarista interessata a discutere circa gli effetti nocivi della propaganda woke sul mondo dell’infanzia, sulla cancel culture ecc.
Si fissa una data per la registrazione dell’intervista a breve giro di posta, per la quale si prende tutti impegno condiviso e concordato, ospite il Sottoscritto in qualità di ideatore del progetto, ma con la mutua intenzione di fissare ulteriori appuntamenti in seguito per dar spazio anche ad altri partecipanti, alla Masked Dead Records e, in prospettiva, alle altre iniziative che ruotano attorno alla ricca progettualità dell’area creativa che da tempo stiamo assiepando.
Tutto liscio, percepiamo solo un po’ di titubanza circa la pubblicazione della locandina dell’evento, ma ci viene garantito che ne precederà la data di qualche giorno come da prammatica.
A circa mezzora dall’ora indicata per la registrazione ci vengono regolarmente inviati la bozza con gli argomenti e il link di StreamYard. Ebbene, a pochi minuti dall’inizio del collegamento, ci viene frettolosamente comunicato (con messaggio) che salta tutto per questioni familiari della conduzione, con conseguente necessità di “riaggiornarci”.
Lì per lì abbocchiamo; ma poi, dato il nostro ciclopico bagaglio esperienziale fatto di conoscenza pedissequa del manzoniano copione in atto, tiriamo le nostre somme e le condividiamo con quanti erano stati coinvolti nella faccenda, in primis con uno degli artisti partecipanti a Fiabe Bandite, Gabriele Corazzata Valdemone, che gli organizzatori dell’evento avevano usato come tramite per contattarci e che avrebbe partecipato ad appuntamenti successivi a tema presso lo stesso canale. Percepiamo subito tutti la losca miseria che c’è dietro quell’improvvido ripensamento dell’ultimo minuto, ma aspettiamo la prova del 9 per fugare qualsiasi fraintendimento.
Lasciamo passare giorni di mellifluo silenzio durante i quali il canale in questione continua a pubblicare regolarmente, sfatando qualsiasi ipotesi di “tragedie in famiglia” o di “chiusure per lutto”. Sino a ricontattare noi il “conduttor fuggiasco” per delucidazioni sul poco urbano modo di aver bidonato in extremis un impegno così concitatamente invocato per giorni.
Ebbene, ci viene laconicamente comunicato, sempre con messaggio scritto, che oramai non c’è più spazio nel palinsesto in corso, e che, semmai, se ne parlerà l’anno prossimo.
Questi i fatti, dei quali sono testimoni diretti – e garanti – i soggetti menzionati lungo questa infelice novella. La morale? Anzitutto che, proprio là dove si blatera di valori ed estetiche “toste” e “superomiste”, abbondano quaquaraquà incapaci di tener fede ad impegni presi per scelta diretta e consapevole, probabilmente dissuasi all’ultimo momento dai malumori del Don Rodrigo di turno al quale non va a genio la nostra insofferenza per uniformi e Pensiero uniforme.
E poi, che, in quest’epoca di totale fluidità e plasticità al dettaglio di qualsivoglia posizionamento, le vecchie geometrie politiche, ideologiche e spirituali si sono irrimediabilmente spappolate, così da far perdere qualsiasi orientamento ai pochi naviganti liberi e (realmente) impavidi che decidono di sfidare sempre e comunque il mare il tempesta.
Noi e il progetto Fiabe Bandite continueremo la nostra navigazione come sempre, ovvero senza boe, parabordi, fari né stelle polari che non siano Libero Arbitrio e Libertà d’Espressione. Staremo solo ancora più attenti di prima a non farci scassare la minchia dallo sfigato di turno che ci propone attracchi sicuri senza avere il molo abbastanza turgido.
G/Ab Volgar
– Fiabe Bandite –