Negli ultimi decenni, l’evoluzione del metal estremo ha sorpreso tanto i suoi puristi quanto i suoi detrattori, dimostrando un’incredibile capacità di assorbire e rielaborare influenze musicali esterne. E meno male, aggiungo, segno di apertura e di voglia di evoluzione. Nati come generi all’apparenza inconciliabili, il metal estremo e il rock alternativo, incluso il brit pop degli anni ’90, hanno trovato inaspettati punti di contatto. Band iconiche come Blur, Oasis, Mars Volta e Muse, ma anche Fontaines DC e Libertines, hanno inconsapevolmente offerto un arsenale di idee sonore e liriche che i musicisti del metal estremo hanno sapientemente rielaborato e metabolizzato nelle loro composizioni, generando un nuovo linguaggio musicale.
Nonostante le differenze stilistiche, il metal estremo e il rock alternativo hanno provato a sviluppare una profonda attenzione per la melodia e l’armonia, fatti salvi qui gruppi “oltranzisti”, che dal 1992 non si sono mai schiodati dallo staus quo codificato. Molte band contemporanee hanno iniziato a sperimentare con strutture melodiche più complesse e stratificate, ispirandosi non solo alla violenza sonora ma anche alla ricchezza melodica tipica di band come i Muse per esempio. Le complesse progressioni armoniche e melodie epiche, hanno ispirato gruppi come i Ne Obliviscaris, che fondono la brutalità del metal con l’eleganza melodica.
Le band di brit pop come gli Oasis, con la loro tipica struttura di canzoni basata su versi e ritornelli orecchiabili, hanno inconsapevolmente influenzato le band di death metal melodico.
I Dark Tranquillity o i Soilwork adottano a volte queste strutture, con i primi che hanno introdotto massiccio uso dell’elettronica e dei synth. Il progressive metal estremo ha visto una crescente ispirazione dai complessi ritmi della Mars Volta.
La loro abilità nel gestire cambi di tempo intricati è evidente in band come i Between the Buried and Me, che si muovono fluidamente tra parti violente e momenti di quiete riflessiva, sposando la poliritmia e la sperimentazione ritmica del rock alternativo con la potenza del metal.
Il concetto di dinamica, spesso sottovalutato nel metal estremo tradizionale, è stato ampliato e arricchito da band che hanno studiato l’uso del silenzio e della continua tensione/risoluzione armonica in artisti come i Radiohead.
L’uso sapiente delle dinamiche in band come i Deafheaven dimostra come le influenze del post-rock e del brit pop abbiano permesso ai musicisti di esplorare un più ampio spettro emotivo, creando esperienze sonore più coinvolgenti, portando nuovi colori in un genere spesso statico. Non solo la musica ma anche i testi delle canzoni di metal estremo hanno subito un’evoluzione grazie all’influenza del rock alternativo.
Con testi riflessivi e poetici, band come gli Alcest esplorano temi di introspezione ed elucubrazioni cerebrali, ispirandosi alla narrazione intimista di gruppi come Blur e, in particolare, al lirismo evocativo di Damon Albarn.
Infine, l’approccio alla produzione musicale ha visto una significativa evoluzione. L’influenza di band come i Muse, note per le loro sofisticate tecniche di registrazione e layering sonoro complesso, ha spinto molti produttori e band di metal estremo a esplorare nuovi confini tecnici.
Utilizzando strumentazioni sia tradizionali che digitali per creare panorami sonori ricchi e dettagliati; evidente esempio sono band come i Gojira, che incorporano tecnologie all’avanguardia nelle loro produzioni. L’influenza del rock alternativo, brit pop e delle band prog come Mars Volta e Muse nel metal estremo ha creato un fertile terreno di innovazione.
Questa fusione trasversale non solo arricchisce il panorama musicale globale, ma rinnova e rigenera costantemente il genere, sfidando le aspettative e aprendo nuove possibilità creative, superando un certo immobilismo sonoro caro purtroppo a troppe realtà. Ma proviamo a focalizzare meglio con qualche esempio pratico questa mia disamina: gli Opeth sono un esempio lampante di come le strutture melodiche complesse possano derivare da influenze che spaziano ben oltre il metal tradizionale.
La band svedese è nota per mescolare elementi di progressive rock degli anni ’70, con band come King Crimson, ma anche trarre ispirazione dai paesaggi sonori di Radiohead. In album come Damnation, gli Opeth esplorano una dimensione più melodica e introspettiva, lontana dal tipico growl del death metal. I Katatonia, spesso associati al doom metal, hanno evoluto il loro sound incorporando elementi di melancholia tipici del brit pop.
L’album The Great Cold Distance dimostra una forte influenza di band come The Cure e Depeche Mode, pur mantenendo l’intensità e l’oscurità del metal Band come gli Agalloch hanno saputo unire il folk-black metal con l’approccio lirico e strutturale delle band post-rock e alternative come i Sigur Rós. Le loro composizioni spesso si sviluppano in crescendo atmosferici che ricordano le trame narrative dei Pink Floyd, ma con un’intensità e una profondità che traggono ispirazione dall’oscurità del black metal.
Gli Enslaved, originariamente parte della scena black metal norvegese, hanno progressivamente incorporato elementi di rock progressivo e psichedelico. La loro musica è spesso paragonata agli Yes o ai Genesis, ma con una struttura che alterna momenti di violenza e dolcezza simile ai Mars Volta. Sebbene i Meshuggah siano noti principalmente per aver influenzato il djent, la loro sperimentazione ritmica intricata li avvicina a band di rock alternativo e prog che giocano con i tempi dispari.
La loro poliritmia complessa trae paralleli con i cambi improvvisi e i loop ritmici di gruppi come i Tool. I Leprous, con il loro sound eclettico, si bilanciano tra prog metal ed elementi post-rock. La loro musica è stata influenzata dalla ricca texture armonica tipica dei Sigur Rós, con una capacità di creare paesaggi sonori dinamici che alternano potenza e delicatezza.
I Wolves in the Throne Room attinge a temi di natura e introspezione simili a quelli delle band alternative come i Radiohead e i Mars Volta. Le loro liriche esplorano il rapporto tra uomo e natura, utilizzando linguaggi poetici e spesso criptici. Anche i Behemoth, pur rimanendo fedeli all’estremo, hanno aggiornato la loro estetica sonora incorporando tecniche di produzione avanzate.
In album come The Satanist, elementi orchestrali e soundscapes sinfonici arricchiscono le composizioni, mostrando un affetto per le sperimentazioni sonore tipiche del rock alternativo e progressivo.
Questi esempi dimostrano come le contaminazioni tra generi possano portare a una notevole innovazione e diversità musicale. La capacità di questi musicisti di attraversare confini sonori offre sia una sfida che un’opportunità: creare musica che sia contemporaneamente visceralmente potente e melodicamente sofisticata.
Qualcuno può rimanere deluso dal fatto che non tutti questi musicisti a casa loro ascoltino a ripetizione Venom, Bathory e Slayer, quanto rivelino inaspettati (e aggiungo io meno male!) excursus di altra natura. Mikael Åkerfeldt, frontman degli Opeth, è noto per il suo eclettico gusto musicale che abbraccia il rock progressivo, il jazz, e varie forme di rock alternativo. Åkerfeldt ha spesso citato i Radiohead come una delle sue principali influenze, sottolineando come la loro abilità nel manipolare atmosfere e dinamiche si rifletta nelle sue composizioni.
Ha anche menzionato il suo apprezzamento per band come Porcupine Tree e Jeff Buckley, il che spiega la sofisticazione melodica presente nei lavori degli Opeth. Ihsahn, conosciuto per la sua carriera con gli Emperor e come artista solista, ha spesso espresso il suo amore per i King Crimson e i Tool, ma sorprendentemente anche artisti più vicini al pop, come David Bowie.
Questi ascolti si riflettono nei suoi lavori solisti, dove complessità compositiva e progressioni articolate incontrano una sensibilità melodica e una cura nei dettagli che risentono di queste influenze. Adam “Nergal” Darski, leader dei Behemoth, non ha mai nascosto il suo apprezzamento per artisti di generi diversi, dall’alternative rock al folk.
Ha spesso parlato del suo interesse per lavori di Nick Cave e Tom Waits, il cui approccio lirico spesso influenza le sue narrazioni e tematiche, tanto nei Behemoth quanto nei suoi progetti collaterali. Sebbene i Cannibal Corpse siano una delle band più iconiche del death metal, Corpsegrinder ha menzionato il suo interesse per band come The Beatles e, in maniera più sorprendente, Depeche Mode.
Questo sottolinea come anche i musicisti in generi estremi possano trovare ispirazione in una vasta gamma di influenze musicali. Greg Puciato, dei The Dillinger Escape Plan, ha citato Nine Inch Nails e Radiohead come influenze chiave, specialmente nel contesto dei suoi progetti più atmosferici e elettronici. Il suo lavoro solista e le collaborazioni con artisti come The Black Queen mostrano chiaramente quanto sia variegata la sua tavolozza musicale. Che poi vi siano frange che rifiutano ogni contaminazione ed evoluzione è scontato, così come in ogni sottogenere del metal, ma sempre di più si assite a una certa libertà svincolata dai “canoni” che permette di avere una nuova visione e nuovi suoni più interessanti. Il cerchio si chiude quando gli (apparenti) estremi si toccano,
(Marco Grosso)