α 1994 † Ω2004 : Nascita e morte del nu metal. Genere musicale o semplice moda?( di Santo Premoli )

 È ormai abbastanza chiaro come il fenomeno nu metal sia sorto dall’alternative dei primi anni 90 con bands come Jane’s addiction, Faith no More, Red Hot Chili Peppers, Fishbone, Kyuss, Primus, Tool, Downset, Helmet, Quicksand, Fugazi, Nine Inch Nails, come anche la colonna sonora di Judgement Night o le sperimentazioni crossover di Aereosmith e Run DMC e quelle di Anthrax e Public Enemy. Questo lo sa più o meno bene anche chi il genere l’ha disprezzato con tutta l’anima. 
 Ma, in fondo, che cazzo è il nu metal
Come diavolo è possibile che gruppi come Orgy e One Minute Silence condividessero tranquillamente lo stesso palco e lo stesso pubblico!? È stato legittimo parlare di nu metal o comunque allargare questa definizione a gruppi che avevano poco (pochissimo) a che fare tra di loro? E perché tutto questo successo? Ma soprattutto perché dopo un successo planetario e giri monetari enormi adesso il nu metal non se lo incula più nessuno? 
Andiamo con ordine.
 A me non pare di trovare caratteristiche intrinseche assolute fra tutte le band considerate dalla critica come nu metal, certo è possibile individuare facilmente delle correnti. C’erano i rappers capeggiati dai Limp Bizkit e (Hed)P.E., seguiti a ruota dai vari Crazy Town, Linkin Park, P.O.D. e Papa Roach. C’era il filone Industrial degli Orgy, Static X, Videodrone, Dope, Filter, Spineshank. C’era il filone più hardcoreggiante degli ‘Snot, Amen o Slaves on Dope. C’era anche la depressa famiglia post-grunge di Staind, Godsmack, Puddle of Mudd, Creed, Cold e compagnia bella. C’era ovviamente anche chi faceva razza a sé, i pilastri della scena. Insomma era un bombardamento continuo. Le copertine di Rock Sound e Kerrang mettevano in bella mostra un mese i System of a down con i loro nomi impronunciabili ed espressioni e trucchi che 15 anni fa dovevano apparire fighissimi; un altro mese toccava alle maschere degli Slipknot; e poi c’erano i dread, i tatuaggi, i cappellini degli Yankees, trucchi, piastre, capelli colorati, acconciature tribali e le tute dell’ Adidas. E il fascino e la curiosità fondamentalmente derivava da quello, dalle campagne pubblicitarie e fotografiche. Spiegatemi altrimenti che motivo c’era di rilasciare un qualsiasi album degli American Head Charge.
 Erano dei brand a tutti gli effetti, con tutto il loro fascino e tutta la strumentalizzazione pubblicitaria dietro. Consideriamo anche che il download, a cavallo tra i due millenni, era pratica saltuaria e ciò garantiva ancora a un album di esordio di vendere numeri veramente spaventosi di copie. Questo basterebbe a spiegare (non a giustificare) il curioso avvicinamento di Ozzy al nu-metal con il carrozzone itinerante dell’Ozzfest, le partecipazioni con i Coal Chamber e un curioso Nativity In Black II, ben diverso dal primo capitolo (Dio sa, però, fino a che punto Oz ci abbia messo lo zampino). I Machine Head si tinsero di biondo e si ingelatinarono nelle parentesi “The Burning Red” e “Supercharger”, mentre Max Cavalera ospitò contemporaneamente Araya e Corey Taylor degli Slipknot nello stesso album, dopo aver già collaborato con Moreno dei Deftones e Durst dei Limp Bizkit nel primo album dei Soulfly. I Fear Factory chiamarono i Cypress Hill in Back the fuck Up, e gli stessi Cypress Hill fecero uscire “Skulls & Bones” dove sfoggiarono chitarrone crossover e la partecipazione l’onnipresente Chino “Ciccio” Moreno. 
 Vogliamo parlare della triste parentesi dei Six Feet Under ed Ice T dei Body Count? No, dimentichiamola! 
Successe di tutto. Korn e Limp Bizkit chiamarono rapper nei loro album mentre Eminem si fece sempre accompagnare da Durst, come anche i leggendari Run Dmc aprirono le porte a “prezzemolino” Durst, Kid Rock e Sugar Ray in “Crown Royal”. Sen Dog dei Cypress Hill appronta gli SX – 10; Tommy Lee si aggiornò chiamando un certo Tilo a cantare (a dirla tutta chiama chiunque: sì, ovvio, anche Fred Durst) e ci regalò una porcheria chiamata Methods of Mayhem. Logan Mader e Whitfield Crane in quattro e quattr’otto misero su i Medication. Persino istituzioni come gli In Flames, alfieri del Gothemburg sound, cambiarono look, strizzando l’occhio a una certa effettistica da studio e cercando a tutti i costi di uscire dall’underground del death melodico (e per “tutti i costi” intendo i Passenger). 
Fu come rubare le caramelle ai bambini. Il mercato discografico tirava che era una meraviglia: orde di kids pronti a dar fondo alle proprie tasche per assicurarsi album di gruppi mai sentiti prima d’ora ma che, a giudicare dall’aspetto, dovevano essere bravissimi. Questo a me pare, col senno di poi, il filo conduttore del movimento nu-metal è solo una grande operazione commerciale e pubblicitaria, dando sempre a Cesare quel che è di Cesare, perché è superfluo ribadire come in mezzo a tanto pattume videro la luce dei piccoli capolavori.
Tiriamo le somme: Orgy e One Minute Silence rispondevano alle stesse logiche, sebbene fossero distanti anni luce da un punto di vista artistico, quindi avrebbero potuto condividere lo stesso palco. Diversissimo è il caso di Slipknot e Methods of Mayhem che non potevano invece salire sul palco del Gods senza vedersi arrivare addosso tonnellate di bottiglie. Era il principio ad essere diverso: al metallaro puro fotte un cazzo dell’aspetto delle loro band e la proposta nu-metal veniva rigettata (o meglio bottigliata) in toto. E non ci si vuole avere nulla a che fare nemmeno oggi, nemmeno per curiosità. Il nu – metal viene rigettato/bottigliato per principio. Non corrispondeva alle logiche heavy: troppo poser e poca sostanza.
 Il nu-metal kidindossava (agli esordi almeno) tutine adidas e puma (sponsorizzate dai Korn), cappellino pregiato, capelli curati e particolari. Il metallaro, almeno per principio, no. Esteticamente, e dunque a livello di costume e di sottocultura, si era su due piani diversi. E non parlo solo del blackster, ma anche gli adepti di un certo thrash crossoverizzato e quindi più open minded. Il metallaro purerifiuta più o meno consciamente, ancor più della proposta musicale, le logiche di mercato e le estetiche variopinte dei nuovi metallari. Ecco il perché delle bottigliate.
Cosa successe poi? Perché il meccanismo si interruppe? Perché Dez Fafara dei Coal Chamber chiamò quattro ragazzi e mise su i Devildrive? Perchè Chasey Chaos degli Amen chiuse i battenti fiondandosi nell’esperienza Scum? E come spiegare le continue defezioni e scioglimenti? Dopo un decennio circa di attività, nel 2001/2002 si affacciarono alle scene gruppi compatti e prepotenti quali 36 Crazyfist, Killswitch Engage, Chimaira, God forbid, Enforsaken, Lamb of God e Shadows Fall. Vide la luce il cosiddetto NWOAHM. I kids ormai erano cresciuti e non volevano più sentire parlare di tette o violenze familiari, pretendendo un songwriting di maggiore qualità. Ecco il nu-metal nella sua fase adulta: smette di cazzeggiare e inizia a fare sul serio. Negli stessi anni si assistette alla cosiddetta ondata screamo, mentre il metalcore suonava i colpi di grancassa più pregiati, affacciandosi alla ribalta del mainstream. 
 Del 2001 è lo straordinario successo dei Nickelback che però sembravano essere distanti anni luce dalle ottiche delle “band nu-metal filo grunge” di cui sopra; i Rage Against The Machine si trasformarono in Audioslave, sostituendo il rapcore aggressivo di De la Rocha con la presenza dogmatica di Cornell; del 2002 è Degradation Trip di Cantrell; di qualche anno più tardi (2004) è invece il cambio di rotta dei Creed, la cui proposta pearljammiana non tirava più tanto, in Alter Bridge e del successo dei sudafricani Seether per via di un feature e flirt con Amy Lee degli Evanescence. 
 Evanescence che più tardi avrebbero arruolato Balsamo dei Cold, e il cui singolo di lancio “Bring me to life” vide la partecipazione di McCoy dei 12 Stones (altro gruppo post-grunge). Di base però, gli Evanescence rievocavano estetiche ed espressioni di ciò che potremmo chiamare gothic, tant’è che arriva contemporaneamente il successo dei nostrani Lacuna Coil. La formula è più o meno la stessa, a seguire l’enorme successo di Nightwish ed Epica, il cui bacino di utenza era ed è largamente condiviso, nonostante presentino diverse soluzioni musicali. 
 Dunque a me pare chiaro come negli anni 2001-2004 si assistette allo smembramento del nu-metal. La proposta filo-grunge si distaccò dal calderone nu-metal rendendosi autonoma; le androgine tematiche adolescenziali vennero fatte proprie dallo screamo; il filone industrial confluì nell’iconografia gothic. 
Per il resto, per quei kids ormai cresciuti che cercavano suoni, lyrics e attitudine più consoni alle loro esigenze c’era la proposta NWOAHM e metalcore, le cui campagne pubblicitarie sembravano in tutto e per tutto le stesse sperimentate dal nu-metal. Restavano solo i big, coloro i quali ebbero la fortuna, o la maestria, di assicurarsi un pubblico duraturo e fedele, i più credibili: Disturbed, SOAD, Mudvayne, Slipknot, Deftones, Incubus e Sevendust. Tutti gli altri scomparvero timidamente dalla scena. Persino Linkin’ Park e Korn, che col nu-metal si erano comprati le ville, cominciarono a battere ambiguamente le strade dell’elettronica, mentre i Papa Roach abbracciavano la causa glam. Immaginate i Linea 77 dei primi due album, tutti impregnati di Deftones, a collaborare con Roy Paci, Subsonica e Tiziano Ferro… 
 1994 – 2004. Basta il fluire di un decennio a spiegare lo scoppio, il successo e la morte di quella moda estetica/musicale che fu il nu-metal. Si confrontino l’omonimo dei Korn del 1994 e Untouchables del 2002 per capire cosa è cambiato. La proposta musicale ha tentato di conformarsi al gusto comune che a sua volta si è trasformato di pari passo ai cambiamenti ambientali e culturali di un’epoca. Credo che nessuno possa negare quante trasformazioni siano avvenuti nel decennio a cui ci riferiamo; il cammino del nu metal ne è un riflesso. Restano in pochi, abbiamo detto; quelli che sono stati in grado di svicolare il loro nome, il loro aspetto, dalle pastoie del nu-metal, guadagnando così la credibilità necessaria di cui avevano bisogno per poter continuare, fossili viventi di una corrente (dobbiamo concederglielo) artistica che non ha più nulla da dire, che non ha ragion d’essere.
(Santo Premol)
Exclusive information on Primus, Rage Against the Machine, Linkin Park, Marilyn Manson, Alien Ant Farm, Godsmack, and other groups is provided in this comprehensive overview of 100 rap-rock, rap-metal, and funk-metal bands.