Vi siete mai sentiti come… ovattati? Tutto ciò che vi accade attorno non lo capite, e non volete capirlo. L’udito spento, la vista annebbiata, i ricordi che svaniscono. Ma ieri sera abbiamo fatto questo, ma la tua cognizione del tempo si ferma solo agli ultimi dieci minuti vissuti, resettandosi con lo scorrere delle lancette.
Non ho idea che mi sta succedendo. Vuole essere una richiesta d’aiuto la mia? Col cazzo, piuttosto mi trancio le dita, ma lascio solo due medi così che possa almeno mandarvi a farvi fottere. Poi mi ricordo che sono un cavallo, ho gli zoccoli e le dita non so neanche cosa sono.
Depresso? Forse. Deluso? Tanto. Insoddisfatto? Non sapete quanto.
Tutto ciò che faccio, ciò che voglio fare… è inutile.
Lo sapevate che fino al mese scorso, forse due, non ricordo suonavo in un gruppo? Ero felice. Davvero, perché io odio suonare nei gruppi musicali, io odio l’insieme di gruppo. La mia combinazione ideale è me da solo, o al massimo me con una persona, fine.
Ma tu suoni il basso. Bene vale a dire che devo trovare solo un chitarrista o un batterista, poi il resto va da sé.
La vita purtroppo s’è ricordata che per me la felicità è un optional di cui fare volentieri a meno, mi ha inculato e ancora sto aspettando di suturare le ferite all’ano. Sono stato una settimana intera a rimuginare come dire ‘no raga, io sono fuori’. Non affrontavo una cosa così difficile da quella volta a vent’anni in cui dissi a una ragazza che non mi piaceva e non mi sarebbe piaciuta mai, e che la doveva smettere di dirmi come tagliarmi i baffi, cosa che io odio. Non è facile dire a una persona no, perché so cosa significa riceverlo e fa male.
Questo è stato anche uno dei motivi per il quale cui ho smesso di cercare di entrare/formare un gruppo, anche perché i miei gusti sono atipici per la scena, satura di gruppi death metal tutti uguali. Io non voglio fare il death metal tutto uguale.
Ed è per questo che ho lasciato i miei amici? No, mentirei soltanto per soffrire di meno. Fa meno male pensare di essere uno spocchioso elitista piuttosto di ammettere che ho un problema.
Ne ho troppi, e non li voglio spiegare. E allora perché parlo? Perché ho un blog e lo voglio sfruttare.
Con il Cecca ci scambiamo messaggi vocali in cui discutiamo di cosa fare per il blog e la cosa mi rende felice. Oltre la mia relazione, questo blog è l’unica cosa che nel corso degli anni sono stato capace di mantenere.
Sono una persona debole, alla prima difficoltà… addio, vaffanculo, cazzo me ne frega, posso avere di meglio.
Ma il blog non è solo una scusa per… parlare e sparlare, il blog è anche un’amicizia a cui tengo. Quanti anni sono passati… 5… 6? Non ricordo. Un losco figuro con immagine del profilo Father Jack Hackett, mi contatta su facebook per parlarmi di questo suo blog… che gli piace il mio stile ‘anomalo’ e che è alla ricerca di qualcuno che l’aiuti con qualche articolo.
All’inizio ero uno dei tanti, un collaboratore, ma anni dopo eccoci qui. Migrazioni server, il primo blog con tutti i suoi articoli distrutti, un periodo di pausa lungo un’estate, poche volte che ci siamo visti di persona. Giuro, la prima volta mi spaventai per quanto era alto. Però… eccoci qui.
Il blog non lo mollo, mi dispiace per tutti quelli che mi odiano, perché non ho peli sulla lingua e anche quando scrivo male, alla gente da fastidio, perché dico in faccia quello che penso e alla faccia dei congiuntivisti. Qualcuno potrebbe asserire che mi nascondo dietro una maschera e una tastiera, ma il mio nome e cognome sono lì, al lato, e chiunque può trovarmi sotto un palco per parlare, tanto all’Agglutination forse ci sono (poi ne discutiamo) e ai piccoli eventi: manco solo a quelli metalcore/power metal/la merda che non mi piace/sono senza soldi come cazzo mi muovo.
Voglio urlare, ma non so contro cosa farlo, anche perché l’ultima volta che sono andato allo specchio, non ho riconosciuto chi avevo di fronte, timido e impaurito del futuro. Spaventare quel tizio ancora di più di quello che è… quale senso avrebbe? Quale senso ha il futuro oggi?