Buon Natale un cazzo da uno Sdangherista

La pallina di pietra e merda che si chiama Terra sta finendo l’ennesimo giro intorno al suo sole, ma tutto sembra precipitare sempre verso il peggio, lo schifo, il delirio e soprattutto la demenza. Non sarò io quello che si metterà a parlare di politica e società, lascio l’ingrato compito a qualche rubrica speciale della Rai a tarda serata, dopo la sbronza dionisiaca dei Pacchi e dei quiz show beoti.

L’analfabetismo funzionale dilaga, gli italiani leggono sempre meno e il QI cala drasticamente anno dopo anno, così dicono studi scientifici. Vi svelerò un segreto, carpito a una pizzata recente che ho fatto con un giornalista Mediaset (ha lavorato anche con Mentana). Lui mi ha pure offerto gentilmente la cena. Tacendovi altre verità scomode, la sua candida confessione è stata: “nei telegiornali dobbiamo cambiare inquadratura e immagine ogni 3 secondi, perché tale è la durata di attenzione di uno spettatore medio”.

Terribile e spaventoso, la misura draconica di quanto stiamo precipitando nell’abisso con un motore turbo alla massima potenza. No, stavolta voglio fare il Grinch musicale, niente classifiche dei migliori dieci dischi e puttanate del genere. Buon Natale un cazzo a quasi tutti:

  • Ai gatekeeper del metallo, i cinquantenni rimasti con le infradito negli anni ‘80, come grassi Dinamite Blah dal cappello di feltro e l’archibugio in mano;

  • Ai giovini virgulti che se la tirano a bestia, credendosi persino meglio dei Dinamite di cui prima.

  • Buon Natale un cazzo all’asfittico e paludoso circolino metallico italiano, che ancora e ancora si vende e si prostituisce per un caffè freddo con utopia.

  • Buon Natale un cazzo a tutti coloro che ancora si beano della loro ignoranza.

  • A chi pensa che la tecnologia sia un nemico alla Skynet

  • A chi posta l’altarino col vinilozzo su Facebook

  • A chi si firma come Pino Rock o Mimmo Metal sui social e ha la foto profilo con lo strumento musicale in mano.

  • Buon Natale un cazzo a quasi tutti, ma non a tutti, perché nel mazzo di frilli, l’asso di cuori e il re di denari prima o poi saltano fuori.

Chiudo il mio augurio, con un vero augurio, a coloro che sono stati bravi a tirarsi fuori da tutta questa merda. Qualcuno di nuovo e inaspettato quest’anno l’ho incontrato, una bella scoperta, gente che viene e gente che se ne va via, perché nella vita siamo tutti provvisori. Buon Natale a Sdangher, sperando che sia sempre quella spina che vi mozzichi il culo e vi tenga svegli e nervosi quando serve.

(Marco Grosso)