Chi bazzica queste pagine virtuali conosce bene il mio amore spropositato per la ricerca filologica e analitica sui primissimi anni delle band, le origini adolescenziali e brufolose di quelli che poi sono diventati protagonisti della scena. Ma ancora di più adoro parlare di chi quella storia non l’ha fatta, ma ha contribuito effettivamente a crearla prima di essere scaricato, abbandonato, oppure volontariamente dimessosi per mancanza di motivazione o di prospettive. A questo giro tocca agli Anthrax.
Avevo già parlato di Fistful Of Metal tempo addietro, ora si parte dall’inizio. Gli Anthrax prima del debutto discografico erano una massa liquida e informe di musicisti che apparivano e scomparivano in un battibaleno; la lista degli ex membri è lunghissima, se avete voglia cercatela, tra cui alcuni rimasti in pista con altri progetti (Nuclear Assault, White Lion, Reverend, Skid Row), altri tornati a fare hamburger e patatine al fast food di provincia.
Tra di essi spicca (per me molto interessante), la figura di Greg Walls.
Nella città di New York caotica, inquieta e dinamica di quell’inizio degli anni ‘80 gli Anthrax si stavano formando ma erano ancora acerbi, derivativi e molto confusi. La band nasce da Dan Lilker e Scott “Ian” Rosenfield, il 18 luglio 1981 nel Queens e fino al 1983, poco prima di incidere un album, alla chitarra solista compariva appunto lui, Greg Walls. A detta di chi lo conosceva, era un “genio ribelle”, talentuoso e sperimentatore, che aveva portato nella band, ancora fissa al classic metal, progressioni ritmiche e armonie di chiara di matrice thrash, come già altri in America stavano creando.
Un chitarrista che aveva contribuito a forgiare quel suono “east coast thrash” che poi sarebbe diventato emblematico. Walls parlando di quel periodo dice: “Da adolescente lavoravo per Toys R US e racimolavo qualche spicciolo. Proprio lì incontrai Scott Ian. Avevamo 17 anni, eravamo molto giovani e ricordo che lui aveva un orecchino e i capelli lunghi. Parlammo un po’ e a un certo punto gli domandai: “Ma tu hai una band?” e lui: “Certo, il mio gruppo si chiama Anthrax” e io gli risposi: “Amtrack”, come il treno, e lui: “No, cacchio… Anthrax, è una malattia, altro che treno!” Lavorammo insieme e diventammo buoni amici. Quando iniziai a suonare con loro arrivai in questa saletta dove provavano, nel Queens. Eravamo io, Scott, Danny Lilker e Dave Weiss che era un amico d’infanzia di Ian. Non erano veri e propri musicisti. Scott non si esercitava mai veramente e Danny aveva un sacco di conoscenze musicali, ma era come se ogni nota che suonava fosse al 70% fatta di rumore, per questo non riusciva a registrare niente. Ma ci piaceva stare in compagnia, tutti insieme”.
Greg incise alcuni demo tapes con i primissimi Anthrax. E a proposito di quelli, va detto che a parte gli “ufficiali”, ci sono persone che insistono dicendo di possedere nastri di prove in saletta, con tracce dai nomi assurdi, tipo Genesis of Anarchy, Spiritual Prey e Iron Shadows, sulla cui veridicità non diamo certezze)
Greg aggiunge: “Penso di aver contribuito molto non solo con la musica, ma anche introducendo nella band musicisti seri, cosa che non sarebbe mai successa se non fosse stato per me. Anche il soprannome “Ian” per Scott Rosenfeld fu una mia idea. Un giorno gli dissi il suo cognome faceva pensare a cazzo di farmacia. Se voleva essere figo doveva chiamarsi in un modo un po’ più d’impatto. Circa un mese dopo mi disse: “Hai ragione, Scott Ian è un nome figo, lo uso”.
Walls specifica: “Eravamo tutti alla ricerca della nostra identità sonora. Non c’era un copione scritto, solo il desiderio di rompere ogni barriera. Ogni notte era una sfida per capire fino a dove poteva spingersi la nostra musica”.
Purtroppo però, dopo due anni, tra speranze, assemblaggi e disassemblaggi di line-up, evoluzioni sonore, teste di cazzo monumentali che creavano solo guai (Neil Turbin), Greg non ce la fece più. Qualcosa non lo convinceva in tutta quell’impresa, vale a dire lui stesso. Non era quello il suo posto e così lo lasciò a qualcun altro.
Sul motivo per cui se ne andò dagli Anthrax per paura che Scott Ian stesse per licenziarlo la sua versione è questa: “Mi ero già iscritto al college un paio di volte ma l’avevo abbandonato ripetutamente perché continuavo a tornare nella band. Lì c’era questo ragazzo (Scott) che era davvero motivato a sfondare, costasse quello che costasse; e io al suo fianco invece pensavo che sarei finito a 40 anni a guardare la TV con mia madre e a fare il barbone. Così mi dissi che non volevo rischiare, non venivo pagato, non ero così importante nel gruppo. Mi volevano tenere ma altri prendevano tutte le decisioni”.
“Scott non aveva intenzione di cacciarmi ma dentro di me sentivo che un giorno, quando le cose fossero diventate serie, mi avrebbero sbattuto fuori, sostituendomi con qualcuno più in gamba di me. Sarei stato smaltito come un un sacco di spazzatura, nonostante il mio contributo, per quanto modesto. Volevom bene a Ian e Lilker, sarei sicuramente rimasto se avessi creduto che c’era un futuro per me con loro e se avessi saputo che Scott non mi avrebbe fregato, prima o poi”.
“Insisto su questo punto e assicuro che non era solo paranoia. Eravamo amici ma gli avevo già visto fare cose molto brutte a persone a lui vicine. Si era già sbarazzato di molti musicisti in modo freddo e spietato. Fui intelligente e previdente, capii che prima o poi sarebbe toccato a me e così mi tolsi di torno prima che si comportasse anche con me in quel modo orribile”.
“Gli scrissi un biglietto, lo appesi alla porta della saletta, raccolsi la mia attrezzatura. Erano le due del mattino quando sparii per sempre”. Forse nelle sue sensazioni Greg aveva davvero ragione. La riluttanza di Scott Ian nel riconoscere i crediti per i brani su cui aveva contribuito Walls negli Anthrax è una prova. “Ho scritto quasi tutta ‘Panic’ e ‘Metal Thrashing Mad’, oltre a riff, idee e assoli per altre delle canzoni in Fistful Of Metal. C’è un po’ di me in molte di quelle cose. È stato davvero doloroso comprare l’album e accorgermi che non c’era nessun credito per quello che avevo composto”.
E che dire sul fatto che Greg Walls fu vicino a diventare il chitarrista solista nei Metallica? La storia, come ce la racconta lui è questa: “Dave Mustaine non era una persona molto affabile e non andava d’accordo con il resto della band, aveva qualche demone interiore che lo divorava. So che era un bevitore accanito. Alla fine Dave fu licenziato e mi ricordo che andò a casa di Dan Lilker, si fece una doccia, pianse come un bambino e prese l’autobus per tornare indietro a casa sua, pieno di rancore. All’epoca della sua cacciata i Metallica non avevano le idee tanto chiare su chi chiamare al suo posto. Non si parlò subito di prendere Kirk Hammett. Loro stavano cercando qualcuno e pensarono a diverse persone. Tra i nomi in elenco c’era anche il mio. Ero nella lista dei papabili ma nulla di più. Non mi chiamarono mai a fare una prova. Quando Kirk fu ingaggiato pensavo che Mustaine fosse grande, un chitarrista fantastico e che Kirk non sarebbe stato bravo come lui”.
Poi gli Anthrax sono diventati quello che sappiamo, nel bene e nel male, così come i Metallica e tutte le altre “big band”. Ma se qualcosa diventa enorme, in un punto zero, in un tempo zero ha la sua origine. E quei vecchi edifici grigi del Queens sono stati i primi testimoni del sogno di qualche ragazzo innamorato del metal. Magari scorretto, magari disposto a tutto, nello stile “Arsenico e vecchi merletti” del film di Frank Capra.
Marco Grosso