Pare sia stato Darwin a dire una scemenza simile. Nobilitarsi con la fatica, subendo gli ordini e i dispotismi dei superiori, accettando le peggiori prepotenze, vedendosi negati il rispetto e la dignità e soprattutto il tempo, la vita. Nobilitare, rendere migliore, accrescere la dignità, ma dove? Povero Darwin, probabilmente i suoi nemici hanno manovrato per attribuirgli una tale scemenza. Sarà stata la Chiesa? Non ci sono prove che l’abbia detto e il vero autore si guarda bene dal rivendicare una bugia simile. Sarebbe più sensato dire, “il mobbing nobilita l’uomo”?
Il mobbing è una cosa seria? Se ne parla tanto ma qui da noi è davvero troppo sottovalutato. Vi è mai capitato di subirlo? Cosa fate? C’è un cazzo di sportello a portata di mano per poterlo denunciare? Esiste un ufficio apposito nel vostro paese? Da me no. Da voi? E comunque, si passa da un giorno in cui sei un ragazzino e ti insegnano che al bullismo devi rispondere con risolutezza, a uno in cui sei un adulto e al mobbing, possibilmente devi rispondere chinandoti a 90°, se vuoi mantenere lo stipendio. Mobbing è il bullismo da grandi. Le dinamiche sono identiche. Qualcuno più grande di te, nel senso che è più anziano di te come dipendente, ti infligge tutte le umiliazioni e i sadismi che ha subito lui al suo ingresso lì. Costui ha sopportato tanto per arrivare in cima al mucchio di merda e non può tollerare il tuo sorriso, il tuo ottimismo e la tua stupida voglia di fare. Continua a Leggere
lavoro
Ripartire dal proprio culo – Che ne direste di una villa di lusso… a Chernobyl?
Pubblicato il 01/03/2020Ci ho provato, ho resistito quanto ho potuto in un ambiente dove altri prima di me se ne sono andati dopo tre giorni, una settimana. Il mio è stato quasi un record. Due mesi. Ma alla fine mi sono ritrovato l’altra mattina a piangere senza ragione, con le mani che mi tremavano e nascosto nel gabbiotto dove si pesano le lenzuola sporche di piscio e di merda. Nascosto dai colleghi e dalle telecamere che il titolare ha disseminato ovunque e da cui si narra che il titolare controlla i dipendenti, ogni sera mentre cena. Mentre piangevo mi ha afferrato un pensiero che è stato come la mano di una mamma, all’improvviso. Sono uscito dal gabbiotto e mi sono detto che era ora di mollare. Non mi fa stare meglio ora averlo fatto: torno nelle grinfie della disoccupazione e della depressione ma quello non era un lavoro, era una prova di resistenza in stile Ciao Darwin. Continua a Leggere
O si vive o si lavora – La giornata tipo di un impiegato del XXI secolo!
Pubblicato il 23/11/2019Si deve lavorare per vivere. Ci sono giornate però in cui credo a volte di vivere per lavorare. Capita mai anche a voi? Vi alzate la mattina senza durello. State lì a fissarlo chiedendovi se forse soffrite di disfunzione erettile. S’indurisce e maledite Dio perché ora dovete pisciare con l’alza bandiera. Bevete un caffè amaro come la vita, perché pensate di mangiare troppi zuccheri e non ne mettete neanche un cucchiaio dentro, salvo poi mangiarvi sei brioche e due pezzi di stecca di cioccolato solo a colazione. Continua a Leggere
Si parla di immigrati. Salvini è lì che blatera sugli stranieri e i comunisti. Da Berlusconi al leader della Sega la classe politica continua a parlarci di un mondo che non ci interessa. Per capire l’Italia dovremmo guardare alla nostra piccola vita. Non a quello che ci mostrano i media.
Leggiamo notizie di gente famosa, cronaca nera, caldo e immigrati. Se guardiamo fuori dalla nostra finestra tutto questo non esiste. Non ci riguarda. Nemmeno il caldo. Siamo a luglio e fa caldo. Non è la cosa più urgente da pensare. Tutti hanno una gran voglia di cianciare su Sea Watch 3. L’avevo previsto ma non è che ci volesse un genio criminale per riuscirci. Continua a Leggere
Io lavoro e sono tre mesi che non prendo lo stipendio. Quanti di voi si sentono dire o dicono una cosa del genere? Immagino che stiate tutti più o meno in situazioni difficili. E puntualmente arriva qualcuno che azzarda: “la colpa di tutto questo è nostra”. Continua a Leggere
Il mondo del lavoro è il centipede anale che tutti ci tiene uniti!
Pubblicato il 01/10/2017Ecco il vostro cavallo preferito (a livello equinime, oserei dire). Lavoro non lavoro. Sapete che sono disoccupato a partire da oggi? Fatico a farmi un’idea, per il momento. Ho le mie crisi nervose, come sempre. Litigo, piango, mi dispero, poi prendo il cellulare, metto in piedi dieci progetti musicali inverosimili e dopo stacco e non mi faccio più trovare per i prossimi due mesi. Continua a Leggere
Volevo sfruttare questo mio spazio per parlare d’un disco. Non roba nuova, più qualcosa di vecchio. Questo mi ricorda che non solo non ho ancora caricato sul lettore mp3 l’ultimo dei Carach Angren, ma che non l’ho neanche ascoltato. Cosa centra col discorso? Un cazzo di niente. Continua a Leggere
Ritorno a Sdanghershead! Sul lavoro, il blog e altre vicissitudini poco allegre, tanto per cambiare.
Pubblicato il 12/02/2017Eccomi di nuovo qui. Gira che ti rigira non riesco a liberarmi del mio blog. Ho tentato a più riprese ma è finita sempre allo stesso modo, me che torno qui e scrivo un post ottimista, senza rimpianti e pieno di buoni propositi per il mio futuro di blogger individualista. Anni fa Aldo Mancusi mi affidò il suo Brutal Crush e io chiusi Sdangher! (in piedi solo da un anno) convinto di ritrovarmi per le mani qualcosa di più potente con cui farmi valere e un pubblico più nutrito. Mi sbagliai e dopo alcuni mesi di gestione malriuscita restituii ad Aldo le chiavi del suo blog e ripartii con il mio. Continua a Leggere
Salve equini ed equestri, qui è Padrecavallo che vi scrive. Da quasi un anno sono disoccupato e me ne vado al pascolo senza una meta, chi segue il blog e chi mi conosce sa che sto in una situazione abbastanza di merda. Ho due figlie, una moglie che non lavora per le stesse mie ragioni: il lavoro non c’è. Specie per chi ha superato i 30 anni. Ho perso il mio impiego per motivi estranei al mio rendimento e non ne trovo un altro. Se non sto ancora in strada a chiedere l’elemosina o fare rapine è perché mio padre ha una buona pensione e può aiutarmi, prendo la disoccupazione (che sta finendo) e ogni tanto alzo qualche cosa facendo tutto quello che mi capita: volantinaggio, raccolta olive, scrivere su commissione. Continua a Leggere